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Nuno Gomes: “Joao Felix deve imparare a soffrire – Terim a Firenze ci trattava tutti nello stesso modo”

Terim è guarito: l'Imperatore con Nuno Gomes

Le parole di Nuno Gomes

Redazione DDD

Nuno Gomes ha partecipato alla conversazione "Esporte 360", creata dall'editore Prime Books e Sapienta Sports e guidata dallo scrittore Tiago Guadalupe, dove ha parlato della sua carriera da giocatore e ha consigliato i giovani che hanno il sogno di diventare professionisti del calcio: "Senza lavoro non si ottiene nulla, non basta il talento per un giovane giocatore. Senza lavoro si può arrivare in alto, ma sarà solo per un breve periodo. Fin da piccolo, un giovane deve dedicarsi alla sua professione e sapere che deve fare molti sacrifici". Alla domanda di Tiago Guadalupe se João Félix potesse vincere il Pallone d'oro in futuro, Nuno Gomes ha messo in luce il talento del ventenne. "Dopo essere partito molto bene all'Atlético Madrid, ha avuto la sfortuna di un infortunio che lo ha ritardato nel processo. João Félix ha un sacco di talento, intelligenza da giocare e il vantaggio di essere un giovane e molto tempo per raggiungere quell'obiettivo. Molti sostengono che l'Atlético Madrid non è la squadra ideale per le qualità di João Félix, e sono anche d'accordo da un lato, perché l'ho visto giocare in squadre in cui aveva più contatto con la palla, in cui l'allenatore ha privilegiato il lato tecnico. João Félix però deve aggiungere al suo gioco la sofferenza e i momenti in cui non ha la palla, e che quando lo fa, deve essere decisivo, in termini di difensivi, essere utile per lui per completare la gamma delle sue qualità".

Nuno Gomes ha parlato anche di Fatih Terim, uscito di recente dalla crisi del Coronavirus: "Terim è un'ottima persona e un buon allenatore. Tutti alla Fiorentina eravamo uguali e ci ha sempre trattati tutti nello stesso modo. Stavamo bene con lui alla Fiorentina. Io tendevo a salire a centrocampo e lui mi parò, mi disse di stare più in area, quando vide che ci mettevo tutta la mia buona volontà per fare quello che mi chiedeva, mi ha affiancato un altro attaccante per consentirmi di rimanere in attacco ma anche di giocare di più la palla".

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