Arsenal-Crystal Palace, il confronto tra due identità di calcio
Arsenal-Crystal Palace
Una sfida che oltre ad essere uno dei tanti derby di Londra, rappresenta anche lo scontro tra due idee di gioco differenti
Massimiliano Guerra
La sfida Arsenal-Crystal Palace non è solo uno dei tanti derby di Londra, ma anche un confronto tra due stili di gioco ben distinti. Da una parte, una macchina ben oliata costruita da Mikel Arteta per dominare il possesso e il ritmo; dall’altra, una squadra compatta e verticale che vive di transizioni e giocate rapide come vuole Oliver Glasner. Di seguito, mettiamo a confronto le formazioni tipo delle due squadre, analizzando i rispettivi punti di forza e debolezza.
Arsenal-Crystal Palace, l'identità dei Gunners
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La formazione tipo dei Gunnersprevede Raya tra i pali, con una linea difensiva composta da Timber, Saliba, Kiwior e Lewis-Skelly. A centrocampo agiscono Ødegaard, Rice e Partey, mentre il tridente offensivo è formato da Saka, Trossard (o Merino) e Martinelli.
L’Arsenal si distingue per il controllo del gioco, grazie a un centrocampo tecnico e dinamico, in cui Declan Rice protegge la difesa e Ødegaard orchestra la manovra con intelligenza. Gli esterni offensivi rappresentano una delle principali armi: Trossard e Saka garantiscono ampiezza, velocità e dribbling costante. In fase di possesso, Lewis-Skelly si accentra e il modulo si trasforma in una configurazione più offensiva, con cinque uomini pronti a schiacciare l’avversario.
Sul piano difensivo, la coppia Saliba-Gabriel (ora Kiwior) è tra le più solide della Premier League, sia nel gioco aereo che nella marcatura a uomo. Tuttavia, il baricentro alto della squadra può lasciare spazio alle ripartenze avversarie, soprattutto contro squadre rapide e organizzate in transizione. Un’altra criticità riguarda la dipendenza dalle giocate di Ødegaard e Saka: se questi due calano di rendimento, l’efficacia dell’intero sistema ne risente. Infine, pur creando molte occasioni, l’Arsenal a volte pecca in concretezza sotto porta.
Il Palace di Oliver Glasner
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Il Crystal Palace si schiera solitamente con Henderson in porta, Lerma, Lacroix e Guehi in difesa. Sulle corsie laterali Munoz e Mitchell, in mediana agiscono Doucouré e Lerma (o Hughes e Wharton), con Eze, Sarr a supporto dell’unica punta Mateta.
Il punto di forza principale è la presenza di talenti tecnici e imprevedibili come Eze e Sarr, capaci di creare superiorità numerica e occasioni da gol sia in campo aperto sia nello stretto. La retroguardia è fisica e ben organizzata, con Lacroix e Guehi che garantiscono solidità, letture intelligenti e una buona impostazione dal basso. Il Palace si esprime al meglio quando può chiudersi e ripartire, sfruttando la velocità e le giocate individuali dei propri esterni.
Tuttavia, quando la squadra è costretta a fare la partita contro avversari più chiusi, emergono delle difficoltà in costruzione e nella gestione del possesso. Inoltre, l’assenza di uno tra Eze e Sarr incide pesantemente sulla qualità complessiva della manovra offensiva. Un ulteriore limite è rappresentato dalla mancanza di un finalizzatore costante: Mateta è discontinuo e spesso fatica a garantire continuità realizzativa.
Due idee di calcio
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L’Arsenal propone un calcio proattivo, basato sul controllo del gioco, sul possesso palla e sulla tecnica diffusa. Il Crystal Palace, invece, preferisce agire di rimessa, puntando sull’organizzazione difensiva e sulle accelerazioni improvvise dei suoi uomini più talentuosi.
Lo scontro tra queste due squadre è spesso deciso da chi riesce a imporre la propria identità. Se i Gunners riescono a dettare i tempi e occupare gli spazi tra le linee, diventano quasi inarrestabili. Ma se il Palace riesce a bloccare il ritmo e sfruttare le transizioni rapide, può mettere in grande difficoltà anche un avversario tecnicamente superiore. In fondo, è proprio questo il bello della Premier League: la coesistenza di filosofie diverse, tutte capaci – con il giusto equilibrio – di portare al successo.