Atlético Madrid e Barcellona, sabato sera, hanno nuovamente un appuntamento con la storia. Quest'anno con il ritorno della magia blaugrana ed un ottimo mercato da parte del club della capitale, LaLiga ha tre squadre di punta che lottano dall'inizio alla fine per il titolo in Spagna. La formazione di Simeone, il Real e il Barça sono racchiusi in un solo punto, e tengono a debita distanza la quarta della classe, l'Athletic Bilbao.
L'analisi
Barça in crisi e senza Yamal, Atlético in ascesa: Simeone può prendersi la vetta de LaLiga
Catalani e Colchoneros approcceranno al match senza particolari problemi per quanto riguarda gli infortuni, a differenza del Real Madrid che da qualche mese è alle prese con una vera e propria emergenza: basti pensare al centrocampista Tchouaméni che viene impiegato, ultimamente, in difesa al fianco di Antonio Rüdiger.
La sfida sarà allo stadio Lluís Companys di Montjuïc, tra le mura di Barcellona, proprio dove l'Atlético Madrid più dieci anni fa alzava la Liga in faccia a centomila supporter blaugrana. Stavolta non sarà l'incontro che decreterà automaticamente la vincitrice del campionato spagnolo, ma non c'è dubbio che attesterà qual è la squadra favorita per arrivare fino in fondo.
Il momento del Barcellona
—Vero che la formazione di Flick non è decimata come il Real di Ancelotti, ma ci sono delle assenze molto pensanti per il Barça. La prima è quella di Ter Stegen, a cui il Barcellona sta provando ad abituarsi ma si può pacificamente affermare che non abbia trovato il suo reale sostituto. E l'altro grande assente di sabato è Lamine Yamal, che ha ricevuto un colpo alla caviglia destra durante la partita contro il Leganés, persa dal Barça 0-1. Gli esami effettuati sul calciatore spagnolo hanno rivelato una lesione di primo grado a un legamento della caviglia, pertanto si prevede che sarà fuori per quasi un mese. Praticamente, il suo 2024 è finito.
Se il Barcellona è dipendente da Yamal lo dirà il tempo, ma per il momento il contributo del Golden Boy è estremamente positivo e significativo: in 16 partite della Liga, l'attaccante ha confezionato 10 assist e siglato 5 reti, contribuendo ai gol quasi ad ogni partita disputata. L'apporto in Champions League, poi, non è da meno, dato che in 5 partite ha registrato 1 gol e 2 assist. La stella della Spagna è sicuramente un'arma letale per la squadra di Flick, ma alla luce della grande qualità della rosa è difficile pensare ad una vera e propria dipendenza.
Il neo campione d'Europa purtroppo in questa prima parte di stagione s'è fermato in più di un'occasione, e quando non è stato schierato il Barcellona ha seguito sempre lo stesso schema di gioco, il 4-2-3-1. Contro il Celta Vigo, ad esempio, la posizione di Yamal è stata occupata da Dani Olmo, altro calciatore che sta trovando grande continuità quest'anno. Il centrocampista spagnolo è andato in rete 6 volte da agosto in appena 14 partite; numeri eccezionali, quindi, per chi opera prevalentemente nella zona nevralgica del campo.
Il recente terremoto in casa Barça
—Una brutta vicenda è però legata al nome di Olmo, ossia quella del suo tesseramento. Alla luce del salary cap de LaLiga, il Barcellona già a inizio stagione ha fatto salti mortali pur di tesserare l'ex Lipsia. C'è riuscito "grazie" all'infortunio di Christensen, dato che il regolamento del campionato spagnolo prevede la possibilità di "sbloccare" una quota del salario occupato da calciatori gravemente infortunati per almeno quattro mesi. Dall'anno prossimo, però, non sarà più possibile beneficiare di questa situazione. La registrazione di Olmo è stata infatti rilasciata a titolo temporaneo, fino al 31 dicembre 2024.
Sulla questione, As ha rivelato che il club potrebbe ridurre l'ingaggio di Ter Stegen, fuori fino a fine stagione, e con i soldi risparmiati iscrivere nuovamente il centrocampista spagnolo. Laporta, tra l'altro, al tradizionale pranzo di fine anno con i media, ha dichiarato che il Barcellona spera che l'accordo con Nike consentirà loro di avvicinarsi ai margini richiesti da LaLiga, per la registrazione non solo di Olmo ma anche di Pau Victor. S'è pronunciato in termini positivi anche il direttore sportivo Deco, che ha affermato: "Nel club siamo certi di poterlo registrare fino al termine della stagione".
Occhi puntati su Lewandowski
—Sì Yamal, Olmo ed i soliti Gavi e Pedri, ma il più grande trascinatore del Barcellona in questo momento risponde al nome di Robert Lewandowski. Con Flick il panchina l'attaccante polacco è tornato decisivo così come lo era al Bayern Monaco, nonostante avesse qualche anno in meno. Il suo apporto realizzativo è sensazionale, non a caso è il principale indiziato per la Scarpa d'Oro. Tra campionato e Champions League, l'ex Borussia Dortmund ha segnato 23 gol in 23 partite, ed è capocannoniere sia de LaLiga che della massima competizione europea, rispettivamente con 16 e 7 reti. Nessuno, in Spagna, riesce a tenere testa ai suoi straordinari numeri. A inseguirlo c'è Raphinha fermo a 11 centri, poi c'è l'ex Serie A Ante Budimir (10 gol), e concludono le prime cinque posizioni Kylian Mbappé (9) e Vinicius Jr (8).
Il centravanti s'è contraddistinto nella sua meravigliosa carriera per un aspetto in particolare, essere sempre determinante nei match importanti. D'altronde i gol - come molti addetti ai lavori sostengono - si pesano, non si contano. E quest'anno Lewandowski è stato decisivo nella vittoria contro il Real Madrid, al Bernabeu, così come lo è stato contro la sua ex squadra, in Champions League, il 23 ottobre. I tifosi, e ovviamente anche Flick, sperano che il numero 9 blaugrana possa iscriversi nuovamente nel tabellino dei marcatori contro l'Atlético Madrid.
Gli ultimi tremendi risultati del Barça
—Nonostante un inizio strepitoso di stagione, gli ultimi risultati non sono stati parecchio convincenti. Infatti la formazione di Flick dall'essere capolista solitaria ora condivide il vertice con l'Atlético Madrid e subito dietro c'è il Real di Ancelotti, che sta man mano recuperando terreno, nonostante il recente pareggio sul campo del Rayo Vallecano.
Dopo aver inanellato successi contro tutte le big affrontate, il Barcellona ha raccolto soltanto 5 punti nelle ultime 6 partite. Ha, infatti, vinto soltanto contro il Maiorca, ha strappato un punto nei match contro Betis Siviglia e Celta Vigo, e ha perso contro la Real Sociedad, il Las Palmas (per la prima volta, nella sua storia, in casa) ed infine, due giorni fa, contro il Leganés.
Il momento dell'Atlético Madrid
—In tema di risultati, la squadra di Simeone vince ininterrottamente dal 31 ottobre, data in cui è arrivata la prima di una lunghissima serie di successi, partita dalla sfida contro l'Unió Sportiva Vic nel primo turno di Coppa del Re. Le cinque vittorie di fila ne LaLiga hanno diminuito, anzi, annullato il vantaggio del Barcellona, che - come abbiamo scritto - dovrà far attenzione a non essere addirittura scavalcata dai Colchoneros, che godono di uno splendido momento di forma. Forse nessuno oggi, in Europa, cavalca le onde dell'entusiasmo quanto l'Atlético, che oltre al campionato pensa anche a far bene, benissimo, in Champions League.
La coppa dalle grandi orecchie, infatti, è ancora un sogno per Simeone, che per ben due volte ha dovuto mollare la presa all'ultimo atto, contro il Real Madrid. A Lisbona nel 2014, la prima volta, e a Milano due anni dopo. Quest'anno i tempi sembrano maturi per riprovarci ancora una volta: l'Atlético ha collezionato tre vittorie di fila negli ultimi appuntamenti in Champions League ed è a un solo punto da Lille e Brest, che occupano le ultime posizione che garantiscono l'accesso al prossimo turno.
Gli ex della partita, saranno ancora decisivi?
—Come abbiamo scritto qui, spesso i calciatori del Barcellona hanno contribuito a rendere grande l'Atlético Madrid, rompendo proprio quel monopolio che il club catalano aveva creato in Spagna anche grazie alle loro mani. Ne sono esempi David Villa, Suárez, per certi versi anche Griezmann, che dopo una parentesi negativa al Barça è rinato ritrovando Simeone. Oltre all'attaccante francese, che quest'anno sta mettendo a ferro e fuoco le difese, altro ex della partita che sembra aver trovato il suo posto nel mondo è Clement Lenglet.
Il suo apporto al Barcellona è stato tutto tranne che incisivo, nonostante i diversi anni al servizio del club. Arrivato quest'anno a Madrid, però, l'ex Siviglia sta contribuendo a rendere i Colchoneros impenetrabili. El Cholo aveva bisogno di designare un suo pretoriano dopo l'esperimento fallito con Soyüncü, e il centrale arrivato proprio dal Barça sembra essere perfetto per ricoprire questo ruolo: Lenglet è infatti un granitico difensore che faticava a difendere a 50 metri dalla porta, ma diventa un muro invalicabile nella sua area di rigore, facendo dell'ottimo senso della posizione e del gioco aereo la sua arma migliore. Dovessimo puntare delle fiches su un giocatore che potrebbe essere determinante sabato, Lenglet può essere un buon investimento.
La perfetta armonia dell'Atlético
—L'Atlético Madrid arriva a questo punto della stagione in cui se la gioca alla pari con Barcellona e Real grazie, soprattutto, ad un mercato ben condotto negli ultimi due anni. Per ricomporre un puzzle che ormai sembrava distrutto la dirigenza ha deciso di richiamare l'anno scorso Griezmann, massimo esponente dell'orgoglio Colchonero insieme al suo allenatore. E alla vigilia di questa stagione, sono arrivati il Campione del Mondo Julian Álvarez, Conor Gallagher ed il meno roboante acquisto dei tre, ma non per questo meno utile alla causa, Alexander Sorloth. Ed è stato proprio il norvegese, tra l'altro, ad essere decisivo nell'ultimo match contro il Getafe.
Simeone ha ripulito il campo dai rami secchi, decidendo di epurare Felix, Lodi, Cunha, Kondogbia, per far spazio a uomini che respirassero la sua stessa area di battaglia ogni domenica, trovando così un congegno perfetto che vibra allo stesso ritmo della sua passione. Oggi l'Atlético è una squadra plasmata dall'unità, dove ogni giocatore è parte di un organismo compatto e impenetrabile: la cattiveria agonistica di De Paul s'intreccia con il talento luminoso di Giuliano Simeone, Griezmann e Julián Álvarez, che sta cominciando a far conoscere la letalità della sua morsa.
Un mix di garra sudamericana e disciplina europea rende quindi l'Atlético Madrid una squadra difficilissima da battere, anche per squadre sulla carta più attrezzate come Barça e Merengues. Si pensi, a titolo d'esempio, ai gol incassati quest'anno dalla squadra del Cholo in campionato: soltanto 11. Solo la sorprendente Real Sociedad riesce a tenere numeri così bassi in questa voce. La formazione di Flick, ad esempio, ne ha incassati 20 - e segnati 50! -, mentre la corazzata di Ancelotti 16.
Conclusione e pronostico
—Ci troviamo difronte a due squadre che saranno protagoniste in Spagna e in Europa, alla luce della loro straordinaria potenza. Il Barcellona, però, parte probabilmente svantaggiato rispetto all'Atlético Madrid, nonostante la gara sia sulle colline di Montjuïc e non al Civitas Metropolitano. La formazione di Simeone, infatti, con i brillanti risultati che sta ottenendo e il vento dell'entusiasmo che lo sospinge, potrebbe strappare i tre punti a quella di Flick.
Non ci resta che aspettare il weekend e, come sempre, rimettiamo al campo l'ardua sentenza.
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