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La bussola del centrocampo del Liverpool: Alexis Mac Allister

Mac Allister
Alexis Mac Allister è la bussola del centrocampo del Liverpool, una longa manus di Arne Slot nella zona nevralgica del campo.
Lorenzo Maria Napolitano
Lorenzo Maria Napolitano

Suo fratello si chiama Kevin in onore del protagonista di "Mamma ho perso l'aereo", ha origini italo-scozzesi ma le bilancia con un istinto puramente latino; come scrive l'Ultimo Uomo, ha anche un nome che starebbe bene in una serie degli anni '80. Ma è anche uno dei calciatori che sta silenziosamente facendo girare a meraviglia la corazzata di Arne Slot: lui, è Alexis Mac Allister.

Nato da padre "operaio" del gioco (era un discreto difensore), l'argentino è stato portato in Europa da Tony Bloom, proprietario di maggioranza e presidente del Brighton. Oltre ad essere conosciuto per rivestire tale carica e disporre di un patrimonio decisamente importante, Bloom è noto per essere un grande scommettitore: un high roller, ossia uno che investe cifre parecchio elevate. E, con Alexis Mac Allister, ci ha visto decisamente lungo. Ha acquistato il suo cartellino quando giocava ancora per l'Argentinos Juniors, squadra in cui ha mosso i primi passi da calciatore, pagandolo 10 milioni di euro. E, soltanto nel giro di tre anni, lo ha rivenduto al quadruplo.

Mac Allister è dunque stato l'ennesima puntata vincente di Bloom, che si è confermato essere un presidente parecchio lungimirante. Dal canto suo l'argentino oltre a farsi valere con la maglia del Brighton, soprattutto sotto la guida di Roberto De Zerbi, è riuscito a prendersi le luci dei riflettori anche nella Coppa del Mondo in Qatar. Sono infatti passati soltanto 6 mesi dalla vittoria contro la Francia alla grande offerta da parte del Liverpool, che nel 2023 ha seriamente posto le basi per un nuovo ciclo vincente, acquistando, insieme a Mac Allister, Dominik Szoboszlai e Ryan Gravenberch.

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Il leader del centrocampo del Liverpool

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Salah è decisamente il calciatore più determinante dei Reds, almeno per quanto riguarda la fase offensiva. L'egiziano è infatti il secondo capocannoniere della Premier League, alle spalle soltanto di Haaland, che al momento conta una rete in più. Nella zona nevralgica del campo, però, opera Alexis, che potremmo definire il barometro della squadra di Slot. Non si fa notare per dribbling spettacolari o gol da cineteca. In realtà pare non abbia mai guardato video-skill di altri calciatori: il suo modo di giocare è straordinariamente naturale e ordinato. È un interprete silenzioso, ma essenziale in ogni spartito tattico. Potremmo anche dire che non è un calciatore da highlights di fine partita, ma il gol del vantaggio contro il Real Madrid mercoledì è una forte argomentazione in senso contrario.

 

 

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Mac Allister è il calciatore che ogni allenatore vorrebbe, una sorta di longa manus del tecnico in campo. Lui incorpora perfettamente le idee di Slot, trasformando il Liverpool da difensivo a offensivo in un batter d'occhio. Non è molto alto, a stento raggiunge il metro e settantacinque, ma ciò non gli impedisce di giganteggiare sul terreno di gioco di Anfield Road, proprio com'è successo contro la squadra di Carlo Ancelotti pochi giorni fa. Lo si nota spesso sulla sinistra, molto largo e soprattutto avanzato, ma è quando s'inverte con Szboszlai, che generalmente si trova sulla destra, che il Liverpool diventa illeggibile.

Ed è proprio questa una delle principali qualità di Mac Allister: gioca ovunque, largo, stretto, a destra, a sinistra. E senza mai compiere più di tre-quattro tocchi. Questa versatilità non è solo un valore aggiunto per la squadra, ma è la chiave per disorientare gli avversari. Per certi versi, è un calciatore atipico da vedere in Inghilterra. Suoi "simili", infatti, non hanno trovato fortuna nella terra di Albione. Ma il destino, evidentemente, ha in servo cose ben diverse per lui, dato che i Reds oltre ad avere (quasi) già in mano la Premier League, stanno presentando ufficialmente la loro candidatura come squadra favorita per la vittoria della Champions League.

Mac Allister

D'altronde è un calciatore latino e sinuoso, tecnico e con gambe corte e rapide, che gli permettono di esibirsi in movimenti imprevedibili ed incontenibili. Ad oggi non ha registrato numeri clamorosi, anzi, tutt'altro: in Premier non ha confezionato alcun assist e realizzato alcuna rete, e in Champions ha segnato soltanto due gol. Ma, come diceva spesso El Flaco Menotti, ci sono cose più importanti dei titoli (o, in questo caso, dei gol): il riconoscimento e il rispetto. Sicuramente Mac Allister gode di entrambi, e non solo in Inghilterra. Se il futuro Mac Allister scriverà altre memorabili pagine di questo sport lo scopriremo, ma al momento il suo modo di giocare ricorda che il calcio, prima di tutto, è un'arte capace di raccontare l'anima di chi lo gioca. E a 25 anni, non è di certo poco.

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