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"Una volta avevo uno stipendio milionario, oggi vivo con 500 euro al mese". Non si fa nessuno sconto Eike Immel, ex stella del Manchester City, quando racconta al documentario Armes Deutschland (Povera Germania) la sua nuova vita. L'ex portiere, che in carriera ha calcato i campi più prestigiosi d'Europa, oggi vive in una casa popolare nella sua città natale, Stadtallendorf, dove allena gratis le giovanili. In agosto, un tribunale tedesco lo ha condannato a ventisei mesi di carcere per 107 casi di frode, relativi a 35 mila euro di debiti.
Quella di Immel è una delle tante brutte storie di ascesa e caduta che costellano il mondo dello sport. Acquistato dallo Stoccarda per 2 milioni di marchi, una cifra che all'epoca sembrava impensabile per un portiere, partecipò con gli Svevi a cinque tornei importanti e riuscì persino ad aggiudicarsi il titolo di Bundesliga nel 1992. Da lì, volò in Premier League, dove trascorse due stagioni al City, arrivando a guadagnare quasi un milione e mezzo l'anno. "Quei soldi sarebbero potuti bastare per il resto della mia vita", ammette oggi, "Ma poi ho divorziato, e i miei figli meritavano un mantenimento adeguato, e da lì in avanti parte del mio stipendio è stato speso così. Ho anche fatto investimenti sbagliati, e regalato molti soldi. Non ho mai risparmiato su nulla".
Per l'estremo difensore tedesco, che nel suo curriculum vanta anche 19 presenze con la maglia della Germania Ovest, i guai sono iniziati ad arrivare dopo aver lasciato la Premier League ed essersi ritirato nel 1997. "Prima, mi riservavano i tavoli migliori nei ristoranti, e i concessionari facevano a gara per offrirmi sconti sulle auto più belle. Ovunque andassi, avevo qualche vantaggio", ricorda Immel, "Le mie bollette telefoniche potevano arrivare anche a 10.000 euro al mese. Un Natale ho speso quasi 30 mila euro in vestiti per la mia nuova fidanzata dell'epoca".
Una volta venuto a mancare lo stipendio milionario, però, l'ex calciatore non ha cambiato stile di vita. Fino a che, nel 2008, la sua gestione finanziaria troppo disinvolta lo ha portato alla bancarotta. Da quel momento, per sopravvivere, avrebbe dovuto farsi bastare un sussidio statale di mille euro al mese, così ha finito per chiedere numerosi prestiti ad amici ed ex compagni di squadra, senza tuttavia poterli ripagare. I creditori, tra cui c'è anche la compagna di Andy Brehme, a cui deve ben 18 mila euro, lo avrebbero quindi portato davanti al giudice.
"Secondo l'ufficio imposte, ho un debito di 910 mila euro, che non sono in grado di pagare", conclude Immel, che non ha ancora scontato la sua pena e attende la sentenza definitiva. "Non ho pensato al futuro. E gestire i soldi non è mai stato il mio forte".
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