Se volete pianificare un viaggio a tema calcio, Madrid è la meta che fa per voi. La capitale della Spagna è ricca di cultura, ci si può divertire, si possono fare lunghe e piacevoli passeggiate, ma soprattutto Madrid è una città che vibra per la passione verso il pallone, anche a causa delle diverse squadre che la animano. Non c'è turismo che tenga: bellissimo il Prado, Plaza Mayor, la Puerta del Sol, ma non si può dire di aver vissuto a pieno la città se non si è entrati in contatto con la sua realtà calcistica.
L'altro derby
Bordalás e Simeone: anime ardenti in una Madrid che respira calcio
Madrid, nonostante non sia la capitale più estesa d'Europa, mette insieme ben sette squadre tra la prima e la seconda divisione del calcio spagnolo: non tutte appartengono alla città, ma fanno comunque parte della sua area metropolitana. C'è il Real Madrid, squadra più titolata d'Europa e re di Champions League, che probabilmente ha fatto conoscere prima sé stesso e poi la sua città. Poi l'Atletico, che erroneamente viene definito squadra del popolo, ed è comunemente riconosciuto come seconda forza cittadina e terza di Spagna. Questi due team sono colossi del calcio iberico, ma ci sono anche tante altre piccole realtà come quella del Rayo Vallecano, vera squadra popolare il cui cuore pulsante risiede nel quartiere di Vallecas, a sud-est di Madrid.
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Da non dimenticare è il Leganès che, promosso la scorsa stagione, è nuovamente in massima serie, dopo cinque anni di fila in cadetteria. Realtà meno conosciute, ma non per questo meno affascinanti, sono l'Alcorcón e il Fuenlabrada, squadre che non hanno mai raggiunto La Liga nella loro storia. Infine, c'è il Getafe, club relativamente giovane, che oltre ad essersi confermato come team di prim'ordine ha una storia (recente) molto particolare, legata indissolubilmente al suo allenatore, José Bordalás.
E, in occasione dell'altro derby di Madrid, ossia la sfida che mette difronte la squadra di Simeone e quella di Bordalás, vogliamo raccontarvi questo binomio unico, che mette difronte due allenatori molto simili in una stracittadina atipica.
Oltre lo sfavillante Real-Atletico
—Ci sono innumerevoli partite che potrebbero essere raccontate sotto il nome di "derby di Madrid", considerando le diverse squadre della capitale. In Liga, domenica, si affronteranno Getafe e Atlético Madrid, match che per i più sarà insignificante, ma che invece ha molto da raccontare. Questa stracittadina mette di fronte due realtà molto simili: entrambi i club, infatti, hanno trovato la loro essenza nei volti e nelle voci dei loro allenatori, che hanno trasformato il terreno di gioco in un'arena. Diego Simeone da un lato, José Bordalás dall'altro, con carisma e dedizione hanno scolpito un'identità che supera i confini locali, rendendo queste due squadre simboli di lotta e passione per il calcio.
Calcisticamente parlando i colchoneros hanno un curriculum vitae che non necessita integrazioni, ma qualche anno fa il Getafe ha ufficialmente presentato la sua candidatura come seconda squadra di Madrid. Beninteso, non per aver raggiunto chissà quali traguardi, dato che non è andato oltre un ottavo di Europa League, ma per aver ottenuto qualcosa che, secondo Luís Menotti, è più importante dei titoli: "Il riconoscimento ed il rispetto".
Quest'ultimo entrambe le squadre lo hanno guadagnato attraverso una proposta di gioco da molti definita anti-calcio, ma che fa arrabbiare e non poco i due tecnici; Bordalás, ad esempio, ha risposto a queste accuse affermando, negli anni, che il Getafe è un modello, perché riesce a sopravvivere in uno dei campionati migliori del mondo con un budget molto, molto basso. L'etichetta "anti-calcio", non è neanche chissà quanto ad hoc: le due squadre quando si sono affrontate hanno sempre dato vita ad uno spettacolo, con partite ricche di gol. Nella scorsa stagione in due match sono stati realizzati ben nove gol, tra cui un pirotecnico 3-3 il 19 dicembre.
Ad ogni modo, su Simeone avrete sicuramente tanto, negli anni sono stati infatti impiegati fiumi di parole per raccontare lui ed il suo Atletico; lo stesso non si può dire del Getafe di Bordalás, ed è per questo che vogliamo presentarvi un allenatore che in Spagna è stato perfino odiato dai suoi colleghi.
Il sorprendente Getafe del triennio 2017-2019
—La squadra di Madrid si ripresenta in Liga nella stagione 2017/2018, dopo un solo anno in Segunda División, e conquista subito l'ottava posizione della classifica. Con Bordalás gli Azulones hanno dato vinta al miglior ciclo della loro storia, raggiungendo, l'anno dopo, la quinta posizione ne La Liga, abbracciando il sogno europeo finalmente diventato realtà. Il percorso in Europa League non è stato semplice ed è terminato solo agli ottavi, per mano dell'Inter che poi arriverà in finale contro il Siviglia.
In quel periodo d'oro Bordalás s'è reso protagonista di una serie di dichiarazioni che ben fanno intendere la sua concezione di calcio: "Ci sono varie strade per vincere, non per forza bisogna fare possesso palla forsennato. Basta avere idee chiare - ha continuato - e gli strumenti per metterle in pratica: per questo preferisco Klopp e Guardiola. Il Liverpool non ha bisogno di venti passaggi per arrivare in porta, ma recupera palla rapidamente e toccandola più volte".
E con un modo di giocare più contenitivo rispetto a tutte le altre squadre di Liga che fanno del controllo della sfera la loro arma principale, il Getafe è riuscito a togliersi diverse soddisfazioni, ponendosi al di sopra di team più attrezzati e con grande tradizione calcistica. Eppure, l'idolo calcistico del tecnico del Getafe era Johan Cruyff, ma il suo sogno di emulare le sue gesta s'è spento quando resosi conto che la sua carriera difficilmente sarebbe decollata.
Questi straordinari risultati, prodotti dal suo modo di fare calcio, sono venuti meno quando le strade tra Bordalás ed il Getafe si sono separate. L'allenatore di Alicante s'è accasato, anche se per un solo anno, al Valencia, che nelle ultime stagioni fa parecchia difficoltà a riconquistare il suo splendore. E neanche il suo apporto è stato utile in tal senso. Los Azulones hanno provato a rimpiazzarlo con José Miguel, durato scarsi due mesi, e Quique Sánchez Flores, giramondo riuscito a strappare la salvezza in Liga agli sgoccioli per due stagioni (2021/2022 e 2022/2023).
Il nuovo Getafe di Bordalás
—Da quando l'uomo dei miracoli è tornato al timone della barca azzurra, qualche segno di miglioramento c'è stato. Almeno nella scorsa stagione, quando il Getafe s'è piazzato a metà classifica, ottenendo una salvezza molto più sicura rispetto ai precedenti allenatori. Quest'anno però la magia sembra essersi esaurita, ed infatti la squadra di Madrid occupa la diciassettesima posizione, ma ha a conti fatti gli stessi punti dell'Espanyol, diciottesimo. Sono soltanto due le vittorie raccolte quest'anno e ciò che più preoccupa i tifosi del Getafe sono i numeri inerenti alla produzione offensiva.
Il lavoro nella propria metà campo continua, infatti, ad essere eccellente: sono soltanto 13 i gol incassati quest'anno, gli stessi subiti dal Real Madrid, solo due in più rispetto all'Atletico e addirittura sei in meno del Barcellona, al momento capolista. A questo dato vanno però affiancate le reti realizzate, soltanto 10. Ciò fa del Getafe la squadra con il peggior attacco de La Liga.
Sconfiggere l'Atletico sarà un'impresa ardua, soprattutto alla luce delle vittorie inanellate recentemente. Sarà una sfida di temperamento, garra e tanta determinazione; infine, sarà una battaglia di nervi, dove la dea della vittoria sorriderà non alla squadra più talentosa, ma a quella che saprà trasformare la sua anima in forza. Sul campo, come sempre, a vincere sarà chi lo vorrà di più.
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