Non è facile scegliere un film che possa ben rappresentare il Clásico Real Madrid-Barcellona, la partita più importante di Spagna. Certo, ce la si potrebbe cavare sempre con dei blockbuster, film di scontri titanici ed eroici con personaggi sovraumani alla Maciste e Godzilla. Ma la storia di questo match ci impone di dare uno sguardo più profondo alle ambizioni e ai desideri oscuri di queste due squadre, perciò nessuno è più adatto dello spagnolo Luis Buñuel a dirigere la regia di questo match.
CINEGOL
Il film di Real Madrid-Barcellona: dal taglio oculare di Xabi Alonso alle associazioni di Flick

Real Madrid-Barcellona, "Il était une fois..."
—Il film selezionato dall'immensa filmografia del regista di Calanda è "Un chien andalou" del 1929. Un cortometraggio in bianco e nero, muto e lungo 16 minuti, che tenta di rappresentare il sottosuolo umano in tutto la sua ambiguità e mistero. Non si può parlare di una trama ma si deve parlare di immagini: una poesia visibile, associazioni di segni inconsci e gesti che si combinano in un linguaggio non codificato imprimendosi nella mente. Per la costruzione del prodotto culturale è stata necessaria la collaborazione col famoso pittore surrealista Salvador Dalì.
Il film comincia con l'incipit più famoso delle fiabe, "C'era una volta", conducendo lo spettatore verso uno spazio sicuro e codificato, come può far male una fiaba? Italo Calvino spiega bene la complessità di questo genere narrativo: la fiaba è la forma primaria della narrazione, un serbatoio inesauribile di rappresentazioni, simboli e pratiche con cui ci orientiamo nell'esistenza. Spesso il racconto fiabesco porta con sè una certa dose di pensiero magico e immaginazione che nasconde in realtà un grande realismo e una concretezza di fondo.

Il taglio oculare di Xabi Alonso
—Tutti sognano un gol al fischio d'inizio, le due squadre, i tifosi e i giornalisti, così anche per Real Madrid-Barcellona. Quello che si chiede è un inizio in medias res proprio come accade nel film spagnolo: dopo la rassicurazione illusoria della narrazione, siamo posti di fronte a un atto brutale, un taglio di un occhio dopo la vista della luna. Mbappè, l'anno scorso, al posto della lametta da barba ha usato il suo destro, un rigore e una cavalcata eccezionale hanno sbloccato ben due Clasico dopo soli 5 minuti. Ma non è solo cronaca dei fatti, questo gesto va oltre la sua concretezza e parla di squarciare brutalmente la visione dello spettatore per mostrargli l'indicibile e l'irrappresentabile. Xabi Alonso vuole portare nella capitale un gioco che non fa parte della storia dei blancos, un sistema considerato all'opposto delle caratteristiche regali madridiste, un concetto che fa paura ai tifosi in quanto novità.
L'ex tecnico del Leverkusen vuole quindi aprire l'occhio del tifoso del Real per mostrargli qualcosa di non ancora visto nei pressi del Bernabeu, un gioco posizionale con sfumature e tendenze moderne. Buñuel vuole imporre alla nostra visione l'irrefrenabile avanguardia surrealista ed è disposto a tutto pur di mettercela sotto gli occhi, così come Xabi Alonso lascia che la squadra naufraghi (il derby contro l'atletico perso per 5-2) e rischi (l'ultima partita contro la Juventus) per esplicitare il suo manifesto innovativo. Il mister spagnolo cerca di portare avanti il suo desiderio e le sue pulsioni in contrasto con l'istituzione morale del Real, anche attraverso scelte di rottura col passato come un impiego non imprescindibile di Vinicius Jr, con Valverde terzino destro e con una costruzione ossessiva e più ordinata dettata dai piedi dei nuovi Huijsen e Carreras.

Le associazioni libere di Flick
—Il movimento surrealista pone le sue fondamenta nella psicanalisi freudiana, è un movimento che scava nella superficie umana e cerca di attivare il potenziale creativo e inesplorato del subconscio. Uno degli strumenti più utilizzati dalla corrente culturale in concomitanza alle idee di Freud, è sicuramente l'associazione libera e l'assemblaggio di immagini. Buñuel usa questi attrezzi psicanalitici con l'obiettivo quindi di costruire e penetrare l'oltre realtà, la sur-realtà. Uno dei pregi più grandi che ha il Barcellona di Hansi Flick è sicuramente quello delle connessioni e associazioni libere e dinamiche fra i suoi attaccanti. Con 175 gol in 6o partite disputate (stagione '24-25) i blaugrana hanno rotto la realtà del calcio moderno e instaurato un'avanguardia creativa anche grazie ai suoi interpreti più importanti. Lamine Yamal, Lewandowski, Raphinha e Pedri formano un attacco dal potenziale illimitato.

La squadra di Flick è strutturata appositamente per permettere ai "Fantastici 4" di sviluppare il gioco nella maniera più libera possibile, in rifinitura la relazionalità è ai suoi livelli più alti. Sono presenti interscambi di posizione, verticalità immediata garantita dalla profondità di Lewa e dell'ala brasiliana, passaggi stretti e dribbling rapidi al fine di disorientare la difesa avversaria con spazi aperti in ampiezza e sovraccarico della zona centrale. Lamine Yamal è sicuramente l'uomo più onirico del calcio, il giovane spagnolo gioca con i sogni e con la sua tecnica porta a galla l'eros calcistico più sommerso e i timori ancestrali non risolti. Dal suo piede e dalla connessione con Pedri, non escono formiche come dalla mano dell'uomo nel film di Buñuel ma fuoriescono tunnel e cambi di direzione che stimolano le pulsioni più animalesche dell'Es, così come in Real Madrid-Barcellona.
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