questioni politiche

Festa per i 40 anni di Diego, il Werder non vuole Özil e Wiese: “Sono di estrema destra”

Lorenzo Ciabattini
Caos in Germania per una partita celebrativa: un club di Bundesliga non invita due storici ex per motivi politici
00:15 min

Così come è stato travagliato il fine carriera, così è anche la sua vita fuori dal campo. Mesut Özil torna a far parlare di sé. E questa volta, le troppe ore passate davanti ai videogiochi, non c'entrano. La questione è di più grave importanza. L'ex Real Madrid, lo scorso febbraio, era stato eletto in Turchia (suo secondo paese d'appartenenza) nel partito del presidente Erdogan, scatenando le polemiche dei più. Adesso, un nuovo "caso".

Özil torna a far parlare di sé

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Sabato, 22 marzo, si celebreranno a Brema, in Germania, i 40 anni di Diego, ex calciatore del Werder, appunto, ma anche di Juventus, Wolfsburg e Atletico Madrid. Fra i tanti giocatori invitati all'evento, non figura una bandiera delle ultime nazionali tedesche: Özil. E il motivo è presto detto. Un portavoce del Werder ha dichiarato alla Bild: "Abbiamo concordato con Diego di non inserire Mesut nella lista degli invitati, poiché di recente ha avuto uno sviluppo che non si adatta ai valori del Werder Brema". Ma a cosa si riferisce precisamente?

 

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Il legame dell'ex Werder con i Lupi Grigi

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La situazione dell'ex Arsenal si è aggravata dopo la pubblicazione di una foto del campione del mondo a torso nudo in cui compare un tatuaggio a forma di lupo. Il logo riguarda i 'Lupi Grigi', un gruppo di estrema destra, razzista e xenofobo, originario della Turchia. È legato al Partito del Movimento Nazionale e rappresenta l'ala giovane e radicale di questo movimento. Fin dalla sua fondazione è stato associato a gravissimi atti di violenza e terrorismo, tra cui il tentato assassinio di Papa Giovanni Paolo II. Özil, che ha vestito la maglia del Werder dal 2008 al 2010, non è stato comunque l'unico a non essere invitato alla festa.

Anche un ex portiere della Nazionale al centro del ciclone

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A causa di altre accuse di vicinanza all'ambiente di destra, i rapporti tra Tim Wiese e il Werder sono tesi da anni. Per gli ultrà verdi, Wiese è "uno straccio rosso", chiarisce la Bild. Il culmine della frattura avvenne durante il processo riguardante il divieto di accesso allo stadio imposto all'ex portiere della nazionale.  "Non abbiamo invitato Tim Wiese alla partita d'addio di Diego, glielo abbiamo comunicato. Inoltre, Tim ha annunciato pubblicamente qualche tempo fa che non voleva più avere niente a che fare con il Werder", ha dichiarato il club di Brema pubblicamente.

 

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"La dirigenza si piega difronte agli ultras"

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Diego ha dunque osservato la posizione del club e ha declinato un invito personale, nonostante Özil e Wiese, in quanto figure influenti dell'era Werder, fossero candidati logici. Ma la grande festa non deve essere rovinata dalle polemiche di sottofondo, riferisce ancora la Bild. Portale a cui Wiese ha affermato: "Per me era chiaro che non sarei stato invitato. Auguro a Diego solo il meglio. Ci siamo divertiti molto e il Werder è la mia squadra preferita. Ma finché l'attuale dirigenza si inchinerà davanti agli ultras, non entrerò più allo stadio".