Il debutto della nuova Inter al Mondiale per Club, nella notte italiana tra il 17 e il 18 giugno, potrebbe coincidere con l’entrata in scena dei due ultimi arrivati: Petar Sucic e Luis Henrique. Mister Cristian Chivu sembra intenzionato a costruire l’Inter del futuro partendo proprio da loro.
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Prove generali per l’Inter del futuro: Sucic e Luis Henrique pronti al debutto

PASADENA, CALIFORNIA - 16 GIUGNO: Luis Henrique dell'FC Internazionale in azione durante la sessione di allenamento in vista della partita del Gruppo E della Coppa del Mondo per Club FIFA 2025 tra Monterrey e Inter allo stadio UCLA il 16 giugno 2025 a Los Angeles, California. (Foto di Mattia Ozbot - Inter/Inter tramite Getty Images)

Petar Sucic: il gioiellino croato dell'Inter

L’assenza di Calhanoglu contro il Monterrey libera subito un posto a centrocampo. E Petar Sucic sembra il candidato perfetto per riempirlo: il giovane arrivato dalla Dinamo Zagabria ha già superato Asllani nelle gerarchie e punta deciso a una maglia da titolare, accanto a Barella e Mkhitaryan.
Nato a Livno, in Bosnia-Erzegovina, il 25 ottobre 2003, e cresciuto a Kandija – minuscolo villaggio di 300 anime – Sucic ha cominciato a tirare calci su un campo in terra battuta. Da lì, un passo alla volta: NK Sport Prevent, poi Iskra, quindi Zrinjski Mostar, dove ha alzato campionato e coppa. Il grande salto è arrivato con la Dinamo Zagabria, con cui ha vinto tutto: campionato, coppa nazionale, Supercoppa, e ha anche timbrato il cartellino in Champions League.
A gennaio l’Inter ha scommesso su di lui: operazione da 14 milioni più 2 di bonus, contratto blindato fino al 2030. Un investimento importante, che dice molto sulle aspettative della squadra.

Al ritiro di UCLA, Sucic sta vivendo i suoi primi passi da nerazzurro. Deve ancora ambientarsi, imparare schemi e dinamiche di gruppo, ma lo staff – con Chivu in prima fila – lo osserva con interesse. La pressione è alta, anche perché oltre all’Inter lo corteggiava da tempo la Juventus. E le prime impressioni sono tutte positive: buona gamba, personalità, tocchi eleganti, anche sui campi non perfetti del Wallis Annenberg Stadium.
Mezzala moderna per natura, Sucic è uno di quei giocatori che coprono tanto campo e sanno cosa farne del pallone. Ma a colpire davvero è la sua versatilità: qualcuno inizia già a immaginarlo come regista, sulle orme di Calhanoglu. È ancora un diamante grezzo, certo, ma Chivu ha già dimostrato di saperci fare con i giovani. E questa potrebbe essere la sua nuova sfida.
Al Mondiale per Club ci arriva con il morale alto: lo scorso ottobre ha segnato il primo gol alla Polonia con la maglia della sua nazionale, giocando al fianco di Luka Modrić e guadagnandosi i complimenti di Brozović. Il talento è di famiglia: il cugino Luka gioca titolare nella Real Sociedad. E con l’Inter, Petar diventa l’ottavo croato della storia nerazzurra. Ora che le gerarchie dell’era Inzaghi sembrano meno rigide, c’è spazio per chi ha fame e qualità. E Sucic ha entrambe. Prima missione: prendersi il centrocampo. Partendo dall’America.
Luis Henrique: rampa di lancio verso la titolarità all'Inter

Luis Henrique Tomaz de Lima è il 36° brasiliano della storia dell’Inter. Arriva a Milano dopo una stagione brillante al Marsiglia: 9 gol, 10 assist e un ruolo da protagonista nel reparto offensivo. Ma i numeri, per quanto importanti, raccontano solo una parte della sua storia. Il resto si trova molto più indietro, sulle strade polverose di Solânea, nel cuore della Paraíba, dove è cresciuto giocando a pallone sotto lo sguardo attento del padre, allenatore e anima di una scuola calcio locale. Luis ha toccato il suo primo pallone a tre anni, insieme ai bambini del quartiere, su un campo di terra battuta.
Oggi è un esterno offensivo capace di giocare su entrambe le fasce. Per le sue caratteristiche, potrebbe essere un buon vice-Dumfries, ma Chivu potrebbe schierarlo anche a sinistra, soprattutto se Dimarco non sarà al meglio. La sua duttilità è un’arma in più, così come l’impatto immediato che ha avuto in spogliatoio: Carlos Augusto lo ha coinvolto subito nel rito d’iniziazione, costringendolo a cantare davanti alla squadra e accogliendolo con un caloroso “Welcome, brother”. E se Chivu in conferenza stampa rivela che il brasiliano è un po' più indietro di forma rispetto a Sucic, Maicon, dal canto suo, ha già alzato l’asticella: “È fortissimo, ma deve dimostrarlo in campo”.

Luis Henrique non si tira indietro. Si definisce “rapido, intelligente e tecnico”, con un modello che dice tutto: Ronaldo il Fenomeno. In campo porta energia e fantasia, fuori trasmette ritmo e allegria. È cresciuto ascoltando forró, il genere musicale tipico della sua terra, e lo accompagna spesso con qualche passo di danza. Prima di ogni partita chiama la mamma: sentirla è il suo rito scaramantico, tanto quanto indossare le cuffiette. E tra i suoi ricordi preferiti c’è un gol in particolare: quello segnato in Marsiglia-Nizza, che lui stesso definisce “un momento speciale”. Ora però il presente si chiama Inter. E il Mondiale per Club può essere il palco perfetto per iniziare a lasciare il segno.
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