Intervista

ESCLUSIVA Inter, Medo: “Sucic destinato ad essere titolare. Vi dico a chi somiglia”

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Il centrocampista pronto per l'avventura in nerazzurro dopo una crescita fulminea alla Dinamo Zagabria. Il giornalista Ivica Medo racconta la sua storia e il significato di questo trasferimento per il calcio croato.
Stefano Sorce
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Ci sono storie nel calcio che sanno di favola. Non tanto per la gloria immediata o per i riflettori, ma per la forza silenziosa di un talento che cresce lontano dai grandi palcoscenici, guidato solo dalla passione e da un sogno. Petar Sucic è uno di quei ragazzi che sembrano usciti da una sceneggiatura perfetta: nato in Bosnia-Erzegovina, cresciuto calcisticamente tra i campi di Bugojno e Mostar, è riuscito a conquistare, passo dopo passo, il cuore della Dinamo Zagabria. E oggi, il suo viaggio lo porta nel tempio del calcio italiano: l’Inter.

Un salto che sa di destino, un investimento importante per il club nerazzurro e un motivo d’orgoglio per tutto il popolo croato, da sempre terra fertile di grandi campioni.

Per raccontarci meglio chi è davvero Sucic, cosa rappresenta per la Croazia e quanto il suo trasferimento all’Inter sia stato vissuto nel Paese, abbiamo chiesto un'opinione autorevole a Iveca Medo, giornalista e firma storica del portale croato Gol.hr, profondo conoscitore del calcio balcanico e dei suoi talenti più puri.

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Da Bugojno a San Siro: il viaggio di un sogno chiamato Petar Sucic

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Come descriveresti Petar Sucic a chi non l'ha ancora visto giocare? Quali sono i suoi principali punti di forza?

"Per me è una versione di Marcelo Brozović, anche migliore. Altrettanto resistente nella corsa, più abile tecnicamente e nel tiro. È molto mobile, gioca da un'area all'altra. Ha un'eccellente visione di gioco e un ottimo tiro di destro. È un giocatore di grande talento, mentalmente forte, modesto. Ha un potenziale inimmaginabile. Ha solo bisogno di un po' più di esperienza ai massimi livelli. Se rimane in salute, potrebbe avere una grande carriera."

È corretto paragonarlo a Luka Modrić, come hanno fatto alcuni media? In cosa è simile o diverso?

"Ci sono delle similitudini, in termini di visione di gioco e visione d'insieme. Luka è più agile perché ha un baricentro più basso, tecnicamente un po' più forte, ma Petar è più veloce e forse più versatile. Ha una migliore realizzazione e un tiro migliore, è più un giocatore box-to-box. I paragoni con Modrić in questo momento sembrano esagerati, la carriera di Modrić è molto difficile da ripetere, quasi impossibile, ma penso che Petar Sucic abbia il potenziale per avvicinarsi a lui. Certo, ci vuole molta fortuna, salute e tanti altri fattori. Ma Petar, in termini qualitativi, ha queste possibilità. Ne sono convinto. Per me, nella scorsa stagione, fino al suo infortunio, è stato chiaramente il miglior giocatore della Dinamo, e si è dimostrato valido anche nella nazionale croata".

Oltre alle doti tecniche, che tipo di personalità ha dentro e fuori dal campo?

"Ha eccellenti qualità umane. È molto modesto, è stato cresciuto molto bene, proviene da una famiglia onesta e laboriosa. Conosco suo padre indirettamente e lo so molto bene. Non è amante del lusso e di uno stile di vita elevato. Il calcio è tutto per lui, vuole aiutare la sua famiglia. Un giovane modesto e tranquillo, ma coraggioso e audace. Si vede che ha molto talento, ma è anche molto laborioso, gli piace allenarsi molto. Ha tutto per fare una grande carriera".

Com'è stata la sua carriera giovanile e quanto è stato importante il lavoro della Dinamo Zagabria nel formarlo?

"Petar Sucic, croato nato in Bosnia-Erzegovina, ha iniziato a muovere i primi passi nel calcio nell’Iskra Bugojno, prima di mettersi in luce con lo Zrinjski Mostar. Proprio durante il periodo trascorso a Mostar, fu notato da alcuni osservatori legati alla Dinamo Zagabria. Secondo diverse fonti, il ruolo decisivo nel suo trasferimento al club croato lo avrebbe avuto Zoran Mamić, ex allenatore e direttore sportivo della Dinamo, figura controversa del calcio balcanico. Insieme al fratello Zdravko, infatti, è stato protagonista di una delle vicende giudiziarie più discusse del calcio europeo: entrambi sono stati condannati per corruzione in Croazia e, per sfuggire alla giustizia, si sono rifugiati in Bosnia-Erzegovina".

"Inizialmente Sucic è rimasto in prestito allo Zrinjski, dove ha impressionato positivamente sotto la guida dell’allenatore Sergej Jakirović. Proprio Jakirović, che in seguito avrebbe allenato anche la Dinamo Zagabria, è stato determinante nella crescita del centrocampista. L’estate successiva, Sučić è stato aggregato alla prima squadra della Dinamo. In Croazia era ancora poco conosciuto, tanto che si pensava potesse essere nuovamente girato in prestito. Tuttavia, l’allora tecnico Igor Bišćan ne intuì le potenzialità e decise di tenerlo con sé".

"Con l’arrivo in panchina proprio di Jakirović, il tecnico che già lo conosceva bene, Sucic ha fatto il definitivo salto di qualità. È diventato rapidamente uno dei giocatori più brillanti della Dinamo, fino alla chiamata in Nazionale maggiore da parte del CT Zlatko Dalić. In meno di due anni è passato dallo Zrinjski all’Inter, scrivendo una vera e propria storia da film".

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Medo: "Grande entusiasmo in patria per Sucic all'Inter"

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Il suo legame familiare con Luka Sucic ha avuto un'influenza significativa sulla sua visibilità mediatica?

"Beh, non molto, finché Petar Sucic non è entrato nella prima squadra della Dinamo Zagabria. Fino ad allora, non era così importante perché Petar era completamente sconosciuto al grande pubblico croato. Sono parenti stretti, cugini, ma la loro influenza reciproca sulle loro carriere non è particolarmente marcata. Luka è cresciuto giocando a calcio in Austria, e Petar in Bosnia-Erzegovina e Croazia".

Come è stato accolto il suo passaggio all'Inter in Croazia? È considerato un passo positivo per la sua crescita?

"Il trasferimento di Petar Sucic all’Interha suscitato grande sorpresa e orgoglio in Croazia. In soli due anni è passato dall’essere un giovane sconosciuto a diventare una delle stelle emergenti del calcio croato, attirando l'interesse dei top club europei. Sebbene ci si aspettasse un trasferimento importante, pochi immaginavano un salto così rapido in una realtà di primissimo livello come quella nerazzurra".

"In patria, il suo approdo all’Inter è stato accolto con entusiasmo. Sucic è visto come un ragazzo talentuoso, umile e meritevole, qualità che lo hanno reso uno dei beniamini del pubblico. Per lui si tratta di un salto enorme, nonostante la Dinamo sia una realtà importante: l’Inter rappresenta un altro mondo, una vetrina di caratura internazionale che potrebbe accelerarne ulteriormente la crescita".

Secondo te, Petar è pronto a lasciare il segno in Serie A o un prestito sarebbe stato più vantaggioso?

"Ha dimostrato nelle sue partite in Champions League e con la nazionale croata di potersi affermare subito sul palcoscenico internazionale. Non ha senso aspettare, può diventare rapidamente uno dei migliori giocatori dell'Inter e del campionato italiano".

Il prezzo del trasferimento (14 milioni + bonus) riflette il suo attuale valore di mercato?

"Il prezzo del trasferimento di Petar Sucic all’Inter, 14 milioni di euro più bonus, è oggetto di valutazioni diverse. In Croazia si ritiene che il valore rispecchi il mercato attuale, ma anche che sarebbe stato ben più alto se il giocatore fosse stato italiano, tedesco, inglese o spagnolo. Il sistema mediatico e commerciale tende infatti a gonfiare i prezzi dei talenti provenienti dai principali campionati europei".

"Basti pensare che persino Luka Modrić, oggi leggenda del calcio mondiale, lasciò la Dinamo Zagabria per una cifra non molto superiore. È un destino ricorrente per i calciatori croati: devono dimostrare il triplo per ottenere lo stesso riconoscimento economico dei coetanei stranieri. Eppure, nonostante un bacino di appena 4 milioni di abitanti, la Croazia continua a sfornare talenti e a ottenere risultati straordinari, come dimostrano l’argento e il bronzo conquistati nei recenti Mondiali, a fronte dell’assenza dell’Italia. In questo contesto, l’Inter è considerata in Croazia come una società che ha fatto un ottimo affare: l’investimento su Sucic è visto come lungimirante e destinato a dare ottimi frutti, sportivi ed economici".

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Croazia terra di talenti, Medo: "Occhio a questi nomi per il futuro..."

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Pensi che abbia il potenziale per diventare titolare in un top club come l'Inter?

"Non mi aspetto che Petar Sucic sia solo un titolare, ma anche uno dei migliori giocatori dell'Inter".

Potrebbe presto diventare un punto fermo della nazionale maggiore croata?

"È già un giocatore molto importante per la nostra nazionale e in futuro sarà uno dei giocatori chiave della Croazia".

Ci sono altri giovani giocatori croati che ritieni abbiano un potenziale simile o addirittura superiore a quello di Sucic al momento?

"In Croazia, nuovi talenti continuano a emergere con sorprendente regolarità, spesso dal nulla, proprio come nel caso di Petar Sucic. Al momento, l’attenzione è puntata su Martin Baturina, considerato uno dei prospetti più brillanti del calcio croato. Accanto a lui spicca Franjo Ivanović, attaccante dell’Union Saint-Gilloise, club campione del Belgio, e già nel giro della nazionale: per lui si prevede a breve un trasferimento in una grande squadra europea".

"Alla Dinamo Zagabria brilla anche Luka Stojković, altro talento di primo piano, mentre Toni Fruk ha trascinato il Rijeka alla conquista del titolo nazionale, guadagnandosi la convocazione in nazionale e suscitando grande interesse per il futuro. Tra i giovani promettenti spicca anche Dominik Prpić dell’Hajduk Spalato, che potrebbe ritagliarsi una carriera importante".

"Accanto ai nomi più noti, ci sono molti altri giovani croati che crescono nei club del campionato nazionale e in tutta Europa. La presenza storica di comunità croate in paesi come Germania e Austria favorisce lo sviluppo di nuovi talenti nei vivai di grandi club, incluso il Bayern Monaco. Per questo motivo, c’è la convinzione diffusa che la Croazia continuerà a essere una fonte inesauribile di talento per il calcio mondiale, com'è stato per decenni".