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Salute e prevenzione

Varane rimprovera: “I colpi di testa fanno male ai bambini, ma non ci sono cambiamenti”

Carmine Panarella
Carmine Panarella
Il difensore ex Real Madrid e Manchester United apre un delicato dibattito sulla salute dei bambini e degli atleti in generale, chiedendo maggiori tutele e più sensibilizzazione
01:57 min

Calcio e salute vanno spesso di pari passo quando si intavola una discussione. Raphael Varane, ex difensore ritiratosi lo scorso settembre 2024, ha deciso di intervenire sulla tutela degli atleti: nello specifico, il centrale ex Real Madrid ha aperto un dibattito riguardante il calcio giovanile, con un occhio di riguardo relativo alle conseguenze dovute al gioco di testa. Intervistato a RMC 5/7 Morning Varane ha spiegato come, nonostante le numerose raccomandazioni dei medici e il suo impegno sociale, si stenti ancora a introdurre norme di sicurezza in Francia: “Non ci sono stati cambiamenti, nessuna nuova regola per proteggere i bambini. È frustrante vedere quanto poco si stia facendo”.

Varane in difesa dei più giovani

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L'ex calciatore ha spiegato come abbia eseguito circa 25.000 colpi di testa in carriera e questi ripetuti impatti abbiano avuto conseguenze sulla sua salute. Per tutelare i più giovani il consiglio di Varane è quello di limitare i colpi di testa negli allenamenti, o direttamente di vietarli ai bambini perché il loro cervello è ancora in fase di sviluppo. Questo tipo di precauzione è stata ad esempio adottata in Gran Bretagna, dove il gioco di testa è vietato ai minori di 12 anni. In Belgio, invece, il divieto scende ai 10 anni di età. In Francia alcuni club in Normandia e in Alsazia hanno preso singolarmente questa iniziativa fissando un divieto fino ai 14 anni.

Traumi cranici e malattie neurodegenerative: lo studio

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Diversi studi confermano che la preoccupazione di Varanesia più che fondata: secondo l'Università di Glasgow, gli ex calciatori che hanno eseguito per anni molteplici colpi di testa hanno 3,5 volte più possibilità di sviluppare malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson. Nello specifico, traumi cranici ripetuti sono associati a un aumento del rischio demenze a causa della formazione di varianti anomale della proteina Tau che propagandosi nel cervello può causare seri problemi. Per queste motivazioni è importante continuare a sensibilizzare più persone possibili circa la prevenzione e la tutela di grandi e piccini.