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Adrian Ricchiuti a cuore aperto: “Montella? Non capisco perché viene sempre esonerato”

Redazione DDD

A tutto Ricchiuti, senza freni e senza veli...

di Consuelo Motta -

Ha 42 anni, ma non si ferma. Adrian Ricchiuti aveva deciso di lasciare il calcio giocato nel 2017, ma ci ha ripensato, e al momento milita nella squadra sammarinese Virtus Acquaviva. Il centrocampista argentino ha rilasciato una lunga intervista a lebombedivlad.it nella quale parla della sua carriera, di allenatori, compagni e infine del momento critico causato dal Covid-19.

Una carriera variegata: dal Lanus, dove giocava a calcetto ed è “stato preso dalla Ternana per venti palloni” fino al Genoa, continuando con Pistoiese e Rimini, con il quale ha raggiunto la serie B. “Dopo la partita contro la Fermana, in cui segnai, litigai con gli ultras. A fine partita mi vennero a contestare. A casa mi chiamò il DS dicendomi che dovevo andare via. L’unica cosa bella è che ho conosciuto Igor Protti e ci vediamo spesso, essendo lui di Rimini”, ricorda Ricchiuti. “Così andai ad Arezzo dove incontrai Cabrini. Lui è la persona più umile di tutte”.

Mentre del periodo genoano parla del compagno Nappi, ma non solo. “Marco è stato un calciatore forte e ha giocato con tanti campioni, mi faceva sorridere quando andava a pressare il portiere ed incitava la tribuna. Mi ricordo che giocavamo contro il Foggia: si nascose dietro il portiere e non appena lui mise la palla a terra ne approfittò. Molti di questi calciatori non vengono ricordati come meriterebbero. Quando parlano della punizione ‘alla Pirlo’ mi viene rabbia, perché c’era un calciatore come Bortolazzi che calciava da fermo come lui”, ricorda l’argentino.

Poi il Catania, dove esordì in Serie A a 31 anni. “Il mister Atzori è una grandissima persona ed ebbe la capacità di mettere tutti sullo stesso piano.  Aveva Morimoto che faceva tanto movimento ma non era una punta pura. Con l’arrivo di Maxi Lopez e Mihajlovic le cose vanno meglio.Lo Monaco? Pescava dei grandi calciatori e dei grandi uomini. Era un padre padrone, però posso dire che ci ha fatto fare una grande Serie A”, continua Ricchiuti. “Poi Montella. Ha trovato una squadra già rodata, basata sul 4-3-3. Con lui ho fatto 23 presenze, ma la società iniziava a puntare su altri calciatori. Adesso negli ultimi tempi non ho capito perché è stato sempre esonerato. Non si capisce se si è rotto qualcosa in lui o non ha trovato ancora l’ambiente giusto”.

Nel giugno del 2013 Ricchiuti lascerà il Catania da svincolato. Un’esperienza di livello, con 93 presenze e 4 gol. Poi una breve esperienza all’Entella e il ritorno a Rimini. In questo particolare momento, Ricchiuti parla dell’Italia non affetto. “Spero nella ripresa del Paese, che è molto importante per tutti. Io credo che gli italiani nel 99% dei casi siano stati talmente bravi che anche con un’apertura non andrebbero a rischiare la salute”, dice. “La ripresa del calcio? Anche noi stiamo aspettando. E’ un grosso problema perché non bisogna pensare al calcio. Dobbiamo pensare alle famiglie che vivono grazie al calcio. Il problema non è il Ronaldo della situazione, che può vivere senza calcio, ma sono tutti gli altri lavoratori dell’indotto e tutti i calciatori delle serie minori. Mi dispiace per le persone che non stanno lavorando o che hanno i negozi chiusi”.