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JUVE E PIRLO: PAROLA A BIRINDELLI

Alessandro Birindelli: “Juve favorita per lo Scudetto – Il progetto Pirlo sta crescendo”

13 Feb 2000:  Alessandro Birindelli of Juventus in action during the Italian Serie A game between Juventus and Lecce at the Stadio Delle Alpi in Turin, Italy. The game ended 1-0 to Juventus.  Mandatory Credit: Clive Brunskill /Allsport

Birindelli ha collezionato, inoltre, più di 300 presenze con la maglia della Juventus tra il 1997 e il 2008. Con il club bianconero ha vinto quattro Scudetti, tre Supercoppe italiane e un campionato di Serie B

Redazione DDD

Alessandro Birindelli è cresciuto calcisticamente nell’Empoli, dove sotto la guida di Luciano Spalletti ha ottenuto due promozioni consecutive dalla Serie C alla Serie A tra il 1995 e il 1997. Birindelli ha collezionato, inoltre, più di 300 presenze con la maglia della Juventus tra il 1997 e il 2008. Con il club bianconero ha vinto quattro Scudetti, tre Supercoppe italiane e un campionato di Serie B. Durante l’esperienza a Torino ha vissuto momenti magici, come il pomeriggio del 5 maggio 2002, e periodi bui per la storia del club, come la retrocessione post Calciopoli. Alessandro Birindelli conta anche 6 presenze in Nazionale maggiore. Insieme a lui abbiamo ripercorso le tappe più importanti della sua lunga carriera. Sei cresciuto calcisticamente nell’Empoli, squadra nella quale disputi ben cinque campionati, maturando grande esperienza tra Serie C e Serie B. La prima domanda di SuperNews: quanto è stata importante per te la gavetta e che ricordi hai di quegli anni? “Ho avuto la fortuna di crescere nel settore giovanile dell’Empoli, che già all’epoca era tra i più importanti e prestigiosi in Italia. Tanti calciatori importanti sono cresciuti lì calcisticamente, da Montella a Di Natale, passando per Galante e Di Francesco. Ad Empoli mi sono formato soprattutto come persona, attraverso i valori fondamentali dello sport, come la disciplina, il rispetto per i compagni e per le regole. A volte davano maggiore importanza al percorso scolastico rispetto ai risultati raggiunti in campo. Probabilmente bisognerebbe tornare a quei tempi. Dopo il percorso nelle giovanili, ho esordito in prima squadra, con mister Walter Nicoletti, giocando per tre stagioni in Serie C e per una stagione in Serie B”.

(Photo by Martin Rose/Bongarts/Getty Images)

(Photo by Martin Rose/Bongarts/Getty Images)

Sotto la guida di Luciano Spalletti, alle prime armi in panchina, hai ottenuto con l’Empoli due promozioni consecutive, passando dalla Serie C1 alla Serie A. Che importanza ha avuto l’allenatore toscano nella tua crescita umana e professionale? “Avevo già avuto Spalletti come compagno di squadra, ritrovarlo da allenatore è stata una vera e propria fortuna. Da calciatore lui era al suo ultimo anno e io ero agli inizi, mi prese subito sotto la sua ala protettrice. Spesso mangiavo anche a casa sua. Mi ha dato una grossa mano nella fase iniziale della carriera: mi ha sempre difeso e mi ha fatto voler bene dal gruppo squadra. Ritrovarlo da allenatore è stato fondamentale, sotto la sua guida sono maturato tantissimo a livello calcistico e umano. All’Empoli con Spalletti in panchina abbiamo vinto il campionato di Serie C e la Coppa Italia di categoria e l’anno successivo abbiamo ottenuto la promozione in Serie A, è stata una cavalcata trionfale che ricordo con grande piacere e gioia”. Nell’estate del 1997 passi dall’Empoli alla Juventus. Come nasce il tuo trasferimento in bianconero? Quali sono state le emozioni che hai provato nell’indossare una maglia tanto prestigiosa? “Quell’estate avevo già un accordo di massima con la Fiorentina per cinque anni, poi il mio procuratore mi informò dell’interesse della Juventus. Da tifoso bianconero il cuore andava a mille, l’emozione è stata fortissima. Nonostante fosse, con ogni probabilità, la scelta più azzardata per la mia crescita professionale, decisi comunque di trasferirmi a Torino. Sicuramente ci furono anche discussioni sul mio conto tra Spalletti e Lippi, i due mister si conoscevano benissimo. La Juventus, tuttavia, mi seguiva già da diversi anni e la società pescava tantissimo nelle serie inferiori, basti pensare a Iuliano, Ametrano e Torricelli. Passare dalla Serie B alla Juventus è stato un sogno, integrarsi subito era difficile ma ci sono riuscito”. Alla Juventus vinci quattro Scudetti e tre Supercoppe italiane, collezionando oltre 300 presenze. La gioia più grande, probabilmente, è stata quella del 5 Maggio 2002, con la vittoria del campionato al fotofinish. Che ricordi hai di quel giorno? “Quel giorno è stato un susseguirsi di emozioni positive. Tra radioline in campo, passaggi di notizie, gol e quant’altro è stata una gioia indescrivibile. Il pensiero è corso subito a due anni prima, alla partita di Perugia, quando ci è stato tolto uno Scudetto che meritavamo assolutamente di vincere. Per noi fu una vera e propria rivincita. La dimostrazione che nella vita la tenacia di credere in quello che si fa premia sempre”.

Hai vissuto il periodo più buio della storia della Juventus, quello legato a Calciopoli, con la retrocessione del club in Serie B. Sei stato tra i senatori che non hanno lasciato la squadra, riportandola, da protagonista, nel grande calcio. Come hai vissuto quel periodo e cosa ti ha spinto a restare in bianconero? “Restare alla Juventus è stata una cosa naturale per me. La società mi ha sempre protetto, rispettato e non mi ha fatto mancare mai nulla, volevo in qualche modo contraccambiare il club per quello che aveva fatto per me negli anni precedenti. La rabbia da parte di tutti è stata immensa, sia per gli Scudetti revocati sia per la retrocessione. Riacciuffare la Serie A non era semplice, viste le tante insidie del campionato cadetto. Fortunatamente ci siamo riusciti subito”. Andrea Pirlo è alla sua prima esperienza da allenatore. Come valuti il suo operato alla Juventus finora? “Come tutti i nuovi progetti e i nuovi percorsi anche la Juventus di Pirlo ha avuto un momento iniziale di studio e adattamento, ma è normale che sia così. Nell’ultimo mese, mese e mezzo è tutto un crescendo, non tanto sul piano del gioco, quanto nell’atteggiamento e nella voglia di raggiungere i risultati. L’obiettivo è sicuramente continuare quel percorso di vittorie e successi intrapreso dal club dieci anni fa”. Qual è, a tuo parere, la squadra favorita per la vittoria dello Scudetto? “La favorita per lo Scudetto è la squadra che l’ha vinto negli ultimi nove anni. Anche quest’anno, a mio parere, la Juventus è la squadra da battere. Il gap ancora dev’essere colmato dalle altre squadre, nonostante siano comunque fortissime. I bianconeri hanno la vittoria nel DNA e sono superiori per qualità, trascorsi, rosa e strutture. La Juventus sarà sicuramente protagonista fino alla fine, come dice il famoso motto”.

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