È il crepuscolo di stagione, ma sulle panchine del Gewiss Stadium, per Atalanta-Roma si siederanno due albe. Due uomini che non si sono mai limitati a vivere il calcio: lo hanno modellato, stravolto, ridefinito. Gian Piero Gasperini e Claudio Ranieri non sono solo allenatori: sono scuole di pensiero, incarnazioni di cosa significhi vincere senza snaturarsi. Oggi, lunedì 12 maggio alle 20:45, Bergamo è epicentro di un’idea precisa di sport: là dove il rigore della struttura incontra la bellezza del caos.
IL CONFRONTO
Atalanta-Roma è Ranieri vs Gasperini: visioni a confronto, destino in comune?

Sessantasette anni per il costruttore della Dea, settantatré per il custode dell’anima romanista. Ma nessuna conservazione: entrambi hanno sfidato l’anagrafe. Gasperini ha scolpito in nove anni un’Atalanta d’avanguardia, riscrivendo i limiti di una piazza storicamente laterale. Il suo 3-4-3 è identità pura: attacca in branco, confonde le linee, trasforma ogni partita in un’azione continua. Oggi la Dea è terza in classifica, con 5 punti di vantaggio sulla Roma.
Ranieri è il viaggiatore consapevole. Diciannove panchine, milioni di chilometri con l’umiltà del marinaio e la lucidità del pensatore. A dicembre ha raccolto una squadra disorientata e sfiduciata, e l’ha riportata a galla: da allora, 50 punti conquistati, 7 in più dell’Atalanta nello stesso arco di tempo. Diciannove risultati utili consecutivi, una stagione ribaltata. Ora, a tre giornate dalla fine, si gioca tutto: una vittoria oggi significa quarto posto in solitaria, per la prima volta in stagione.
Il suo calcio è l’opposto di quello gasperiniano. Essenziale, efficace, chirurgico. Gli ultimi otto match sono una sintesi perfetta: sei vittorie per 1-0, due pareggi per 1-1. Difesa compatta, ripartenze taglienti, equilibrio come principio cardinale. Ne è prova Svilar, il portiere con più clean sheet del campionato (15). Ranieri ha costruito un blocco granitico, privo di orpelli, capace di resistere e colpire.
E la storia? Pende leggermente dalla parte del Sir. Nei 13 precedenti, Ranieri guida con 7 vittorie, contro le 5 del rivale, un solo pareggio. L’ultimo incrocio: 2 dicembre all’Olimpico, Roma battuta 2-0 da un’Atalanta dominante. L’ultima gioia romanista a Bergamo risale al 18 dicembre 2021: 1-4 con firme di Abraham (doppietta), Zaniolo e Cristante. Una dimostrazione di forza, la più netta dell’era Mourinho, sul campo dell’uomo che oggi potrebbe prenderne il posto.
Sì, perché non è solo una sfida tattica: c’è il mercato, il futuro, le manovre. “Io alla Roma? C’è già Ranieri, che è un grande allenatore”, disse Gasperini a marzo. E Ranieri, sul futuro allenatore giallorosso, gelò: “Non sarà Gasperini”. Parole che hanno acceso il toto-panchina: simbolismi, sottintesi, mosse da decifrare. Perché se Ranieri rappresenta la romanità gentile, Gasperini è il tecnico che a Roma manca da molto: spregiudicato, verticale, feroce.
Le filosofie sono diverse, ma si sfiorano. Gasperini pretende duttilità estrema: calciatori trasformisti, capaci di tutto. Ranieri è il Tinkerman per antonomasia: sperimenta, adatta, legge il contesto. Il suo calcio è pragmatismo allo stato puro. E stasera tra Atalanta-Roma non si gioca solo un piazzamento. Si gioca un’idea. E quando due maestri si sfidano, il campo diventa scuola. Qualunque sia il risultato, sarà una lezione.
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