Nella lunga intervista rilasciata a NetBet news, Sebastian Frey ha parlato anche dei suoi compagni di squadra. L'ex estremo difensore della Fiorentina ha avuto la possibilità di giocare con diversi campioni nel corso della sua carriera tra cui Roberto Baggio e Adriano "l'Imperatore". Sono stati proprio loro protagonisti di alcuni episodi ricordati da Frey.
Le dichiarazioni
I racconti di Frey: “Adriano era un gigante buono. Baggio? Gli sono molto grato”
Le parole di Frey
Su Adriano
—"Adriano lo definirei gigante buono", ha detto in prima battuta il francese. "Il brasiliano è una forza della natura con la testa di un bambino, ma un bambino buono. Io ho avuto la possibilità di vivere la sua storia, mi fa tanta tenerezza. In campo lui era l'Imperatore, ma in Italia viveva con padre e zio; il padre era un punto di riferimento per lui e quando è venuto a mancare ha perso tutto. Il suo equilibrio glielo dava proprio suo padre, e si è ritrovato purtroppo solo, fuori di casa, a 25 anni. Adriano adesso vive in favela e vedo un uomo triste. Abbiamo passato tanti momenti insieme: è un ragazzo d'oro, mi dispiace molto per lui".
Su Baggio e il buddismo
—Sebastian Frey è stato uno dei migliori portieri d'Europa nella prima decade del nuovo millennio e ha fatto dell'esplosività la sua arma migliore. Con le sue acconciature stravaganti, poi, ha ispirato una generazione. Ma Frey è stato anche un portiere che ha fatto i conti con momenti di difficoltà, in cui s'è sentito anche molto fragile: "Dopo il Mondiale ho ripreso la preparazione ma mi sentivo psicologicamente turbato, sono entrato in un loop di paranoie. Da portiere però tu devi farti vedere invulnerabile, ma avvertivo che i miei compagni non mi consideravano così.
Le mie qualità erano l'istinto, l'esplosività, e senza questo diventavo normale. Così un giorno parlai con Baggio, dicendogli che avevo bisogno di parlare con lui: mi rispose che s'aspettava una telefonata da parte mia. Mi racconta il suo percorso di vita, quello spirituale per convivere con le difficoltà, dicendomi che questa cosa (il buddismo, ndr) gli ha cambiato la vita. Mi disse di provare, ma sarebbe dovuto partire da me. La partita della svolta è stata una in cui intervengo con un piede, compiendo una parata importante. Da lì la mia stagione è cambiata. Da quel momento inizia il mio percorso e sono molto grato a Roby per questo. Lui da ogni giorno insegnamenti a tutti, devo cercare di comportarmi così".
La top XI di Frey
—Frey ha giocato con diversi campioni, ma quando gli è stato chiesto di schierare la sua formazione ideale ha risposto senza pensarci troppo: "In porta, se non volessi mettere me stesso, direi Gianluca Pagliuca. Persona straordinaria, mi ha aiutato tanto ed è stato molto corretto con me. In una difesa a tre, invece, giocherei con Cannavaro, Iván Córdoba, grande compagno di squadra, e infine il guerriero Tomáš Ujfaluši.
A centrocampo gioco con Zanetti, Juan Manuel Vargas dall'altro lato, e dietro le punte mi viene da dire Totti e Del Piero con Zidane falso nove. Infine, Ronaldo il Fenomeno. Mi sembra una squadra discreta (ride, ndr)".
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