Serie A

Lazio-Juventus, guerra anche di stile: le maglie più iconiche dei due club

Lazio-Juventus, guerra anche di stile: le maglie più iconiche dei due club - immagine 1
Dall'aquila stilizzata alla maglia d'oro della Juventus nel 2008-09: Lazio - Juventus è una storia scritta anche sulle proprie divise
Mattia Celio

Lazio - Juventus infuoca il sabato di Serie A. Sfida da Champions League. A tre giornate dalla fine i due club si trovano appaiati in classifica con 63 punti, insieme alla Roma. Una sfida per l'Europa accesa come non si vedeva da anni. Chi perde vedrà quasi svanire la possibilità di giocare il prossimo anno nel massimo torneo europeo. Lazio e Juventus hanno sempre onorato la loro storia centenaria con tante iniziative ma, per i tifosi di calcio, nessuna può essere più emozionante della storia "indossata" sulle proprie divise. Ecco le maglie più iconiche della storia dei due club.

Lazio: la maglia del centenario qualcosa di iconico, ma l'aquila stilizzata è storia

—  

In generale si dice "L'abito non fa il monaco", ma quando si indossa la maglia della propria squadra del cuore il discorso cambia. Ogni maglia rappresenta un'emozione, un ricordo, l'appartenenza a quella squadra che ti porta a vivere momenti di gioia ma anche di disperazione. Di vittorie e di sconfitte. Ma indossare la maglia significa continuare a scrivere la storia di quella squadra. E' quello che la Lazio fa da anni. Nella sua storia il club romano ha lanciato centinaia di divise, ma alcune sono rimaste nel cuore del popolo biancoceleste, non solo per i trofei vinti ma anche per qualcosa di molto più profondo.

Lazio-Juventus, guerra anche di stile: le maglie più iconiche dei due club- immagine 2

Le maglie del dominio in Europa: dall'ultima Coppa delle Coppe al debutto in Champions League

—  

In 125 anni di storia, la Lazio non ha mai conosciuto una squadra più forte di quella dell'era Cragnotti. Con in panchina "lo svedese dagli occhi di ghiaccio" Sven Goran Erikson, i biancocelesti hanno dominato in Italia e in Europa. Tutto è cominciato nella stagione 1998-99 quando i biancocelesti alzarono il loro primo trofeo europeo nella finale di Coppa della Coppe (ultima edizione) a Birmingham contro il Mallorca grazie alle reti di Christian Vieri e Pavel Nedved.

Per l'occasione, la squadra di Erikson scese in campo con una maglia che, nonostante fu di buon auspicio, generò qualche polemica. La divisa, infatti, era completamente gialla con delle fasce nere sul petto e sulle spalle. Ma a far storcere la bocca ai tifosi biancocelesti era la presenza dello sponsor “Del Monte” sul petto, un pomodoro rosso fuoco che accoppiato al giallo non risultò molto gradito.

Lazio-Juventus, guerra anche di stile: le maglie più iconiche dei due club- immagine 3

Marcelo Salas con la cosiddetta maglia argentina

Discorso completamente diverso fu per la divisa indossata nella finale di Supercoppa Europea contro gli "Invincibili" del Manchester United, decisa da una rete di Marcelo Salas. E poi in occasione del debutto biancoceleste in Champions League. In quell'anno venne deciso di omaggiare una delle Lazio più belle degli albori della sua storia negli anni 30. Una maglia che paradossalmente richiamava la divisa della nazionale argentina, a strisce bianche e celesti verticali con bordature su collo e polsini dorati.

Lazio-Juventus, guerra anche di stile: le maglie più iconiche dei due club- immagine 4

L'indimenticabile "maglia del centenario"

—  

A simboleggiare quella che per tutti rimane la Lazio più forte di sempre è stata, certamente, la storica maglia del Centenario. La divisa fece il suo debutto il 9 gennaio del 2000, in vista dei 100 anni della società biancoceleste. In un Olimpico infuocato, in vista della sfida contro il Bologna, i giocatori scesero in campo con una maglia home disegnata appositamente per il grande evento.

Lo sponsor tecnico dell’epoca pensò a una maglia diversa dal classico celeste. La divisa, infatti, era completamente bianca con un motivo sempre celeste che correva frontalmente da una spalla altra, oltre a un piccolo bordino dorato che ne seguiva il profilo. Numeri e stemma ridisegnati per l’occasione con un 100 a sorreggere il classico scudetto e la scritta 1900-2000 dorata. La squadra di Erikson non trovò modo migliore di onorare i 100 anni di storia con la conquista del secondo scudetto all'ultima giornata ai danni, guarda caso, proprio della Juventus.

Giuliano Fiorini festeggia la rete contro il Vicenza che porta alla Lazio del -9 allo spareggio salvezza

L'aquila stilizzata: la maglia che ha scritto la storia

—  

"Chi vuole resti. Chi vuole può andare via". Sono le semplici ma storiche parole dette da Eugenio Fascetti ai giocatori durante un ritiro della Lazio dopo che la squadra venne a sapere della retrocessione in Serie C per calcioscommesse. Alla fine "rimanemmo tutti". La maglia che la Lazio indossò per la stagione 1986-87 è descritta come la più bella della storia biancoceleste. Non tanto per la struttura quanto per quello che successe in quell'annata. Dopo la prima sentenza che condannò il club romano alla retrocessione in serie cadetta, la seconda ammorbidisce la condanna con la retrocessione in Serie B ma con ben 9 punti di penalizzazione. Una montagna quasi impossibile da scalare, dato che all'epoca la vittoria valeva solo 2 punti.

In quella stagione, la Lazio presenta una maglia del tutto diversa da quelle canoniche. In tanti la ricordano semplicemente come "la maglia del -9": la maglia era divisa in altezza tra il bianco e il celeste da un’aquila stilizzata che avvolgeva il petto del giocatore con i pantaloncini celesti. Al termine della stagione i biancocelesti compirono l'impossibile arrivando ad una salvezza a cui nessuno ci credeva. Il disegno fu talmente inedito da risultare poi iconico per tutti i tifosi, tanto la società la ripropose nel 2015 per i 115 anni e come maglia home nella stagione 2018-19, rivisitata in chiave moderna, ma sempre con lo stesso indimenticabile e soprattutto inconfondibile disegno.

Juventus: "bianco che abbraccia il nero", ma non sempre è così

—  

Non c'è modo migliore per descrivere la storia, a colori, della Juventus. Un "bianco che abbraccia il nero" vuol dire tutto. Da ormai 138 anni la maglia bianconera scrive indimenticabili pagine di storia, due colori che simboleggiano il dominio su Torino. Bianco e nero, ma anche colori diversi per quanto concerne la maglia da trasferta. Nel corso della sua storia la Juventus ha avuto svariati kit di gara memorabili, che ancora qualche tifoso custodisce gelosamente nell'armadio.

Lazio-Juventus, guerra anche di stile: le maglie più iconiche dei due club- immagine 5

2002-2003, la coppia Fastweb - Tamoil brilla in Europa, fino alla notte di Manchester

—  

Per molti tifosi juventini, la maglia più bella della storia del club bianconero è quella indossata nella stagione 2002-03. Una stagione che vede la squadra allenata da Marcello Lippi ripetere il trionfo in campionato dell'anno precedente e tornare a giocare una finale di Champions League dopo 5 anni. Purtroppo, ancora una volta, i bianconeri devono arrendersi. Nella finale tutta italiana contro il Milan giocata a Manchester, le zebre si arrendono alla squadra dell'ex Carlo Ancelotti ai calci di rigori.

Per quell'annata, la Juventus presenta una maglia inserita in un invasivo template che rompe nettamente con la tradizione juventina a causa della presenza di numerosi inserti neri a loro volta delimitati da piping bianchi che, al loro volta, andavano a richiamare il layout dell'allora stemma societario. Inoltre, per la prima volta nella storia del club, lo Scudetto è posizionato su lato destro del petto. La maglia casalinga è abbinata a pantaloncini e calzettoni pure neri. Allora lo sponsor tecnico era Lotto, oltre al main sponsor per le gare europee (Tamoil) con la particolarità che non era l'unico sponsor in quella stagione, infatti per le gare di campionato la Juve aveva anche il marchio Fastweb sulla divisa.

Lazio-Juventus, guerra anche di stile: le maglie più iconiche dei due club- immagine 6

La prima divisa con la seconda stella: 1982-83

—  

Tornando indietro di venti anni, un'altra maglia iconica nella storia della Juventus non può non essere quella indossata nella stagione 1982-83, ovvero la prima storica divisa con la seconda stella e, non meno importante, l'anno dell'arrivo di due leggende: Michel Platini e Zbigniew Boniek che andarono ad arricchire una rosa formata da ben sei campioni del mondo. La stagione fu agrodolce per la squadra allenata Giovanni Trapattoni. Nonostante la vittoria della settima coppa Italia, i bianconeri dovettero cedere lo scettro alla Roma e, soprattutto, vennero clamorosamente sconfitti dall'Amburgo nella finale di Champions League giocata ad Atene.

La "maglia della seconda stella" ricalcò quella portata al debutto della stagione precedente, segnalandosi nella versione utilizzata in campionato unicamente per l'invenzione della «scatolina» sul lato sinistro del petto, abbinata allo scudetto, con lo scopo di contenere le due stelle. Al centro lo sponsor Ariston. Un fatto curioso è che quella maglia venne usata solo in campionato mentre per le Coppe Europee la società bianconera impiegò una differente versione della maglia, talvolta priva della suddetta «scatolina», e soprattutto caratterizzata dal palo centrale nero anziché bianco.

Lazio-Juventus, guerra anche di stile: le maglie più iconiche dei due club- immagine 7

Maglie away: dalla prima "maglia d'oro" alla stella rosa

—  

Come vale per la prima maglia, anche le divise da trasferta possono trovare spazio nel cuore della tifoseria bianconera, soprattutto se viene realizzata di un colore che nessuno si aspetta. E' il casa della cosiddetta "maglia d'oro" usata nella stagione 2008-09. Mai la Juventus aveva optato per un colore del genere. La divisa si presentava, appunta, di un colore dorato come anche per i calzettoni, mentre i pantaloncini rimasero d'un più tradizionale nero.

Ma se si vuole tornare ancora più indietro nel tempo, una posizione importante la occupa anche la maglia rossa della stagione 2005-06. Una divisa commemorativa del primo scudetto del club abbellita con i colori della bandiera italiana. Proprio con addosso quella divisa, la squadra di Fabio Capello solleverà il suo 29°scudetto, conquistato al San Nicola di Bari. Titolo poi revocato per il caso Calciopoli.

Lazio-Juventus, guerra anche di stile: le maglie più iconiche dei due club- immagine 8

Andrea Pirlo nel 2011 (Photo by Giuseppe Bellini/Getty Images)

Non si può dimenticare neanche la maglia rosa della stagione 2011-12, ovvero l'annata dello scudetto dopo un digiuno di 8 anni. Il primo dei 9 consecutivi. In quell'annata la società, come maglia da trasferta, optò per una divisa che rielaborava lo stile delle prime casacche della squadra torinese, caratterizzata da un colore rosa vivo contraddistinta da una grande stella bordata di nero sul busto, con calzoncini e calzettoni anch'essi neri.