I grandi amori sono da sempre destinati a riconoscersi. Non ci sono dubbi o ripensamenti e quando arrivano ti portano a metterti in discussione costantemente. Parliamo di calcio, di passioni, di una storia d'amore quasi perfetta: quella tra Daniele Portanova e il Bologna Calcio. L'ex difensore rossoblù non ha dimenticato gli anni vissuti nella sua vecchia panchina e così in una breve intervista ha raccontato alcuni dei momenti più belli di quegli anni: "Quella col Bologna non è stata una trattativa facile, perché a Siena stavo bene; mi sono sempre affezionato alle mie squadre. Con i bianconeri ho fatto cinque anni stupendi, l'ultimo soprattutto, quindi non è stato facile. Inizialmente non volevo lasciare Siena, poi mi hanno quasi costretto. Non sono pentito, anzi: a Bologna ho trovato una realtà bellissima. Appena arrivato ho subito trovato una società organizzata; la squadra veniva da un brutto periodo, soprattutto in termini difensivi, loro hanno creduto in me con la speranza di poter migliorare la fase arretrata. Ho sempre vissuto il calcio in modo semplice ed equilibrato, volevo trasmettere ai miei compagni la mia esperienza. Il calcio è uno sport di gruppo: questa è l'aspetto che dovevano capire tutti. Non è come quando giochi a Tennis, che non dipendi da nessuno; qui dipendi da tanta gente, e guai a sbagliare. Conta anche il rispetto, nel calcio: ho sempre cercato di trasmettere tutto questo, con la massima trasparenza. Tante volte, per far capire tutto ciò, ho dovuto usare anche le maniere forti".

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L’ex Portanova non dimentica: “Io innamorato del Bologna, loro hanno creduto in me. Mi rivedo in Chiellini e Acerbi…”

BOLOGNA, ITALY - MARCH 07: Daniele Portanova # 90 of Bologna FC ( L ) competes the ball with Marco Borriello # 23 of Juventus FC ( R ) during the Serie A match between Bologna FC and Juventus FC at Stadio Renato Dall'Ara on March 7, 2012 in Bologna, Italy. (Photo by Mario Carlini / Iguana Press/Getty Images)
Si racconta in una breve intervista l'ex difensore rossoblù: Malesani, Pioli e Colomba gli allenatori che lo hanno forgiato. Chiellini e Acerbi i difensori in cui rispecchiarsi.
L'allenatore che mi ha dato di più? "Ho sempre cercato di prendere il meglio da tutti, sono fatto così. A livello umano, dico Alberto Malesani mentre, a livello tecnico, Stefano Pioli; è un allenatore completo. Poi potrei dirti anche Franco Colomba; a questi sono stato sempre affezionato ma, se dovessi sceglierne uno, ti direi Malesani". Con la tifoseria? "Il Bologna ha una tifoseria straordinaria che vive di calcio, e quando giochi questo aspetto lo senti. Mi innamorai subito dei tifosi rossoblu quando capii che loro ci sarebbero sempre stati, anche nei momenti scuri. Si stringono sempre intorno alla squadra e a noi è successo. Troppo facile osannare la squadra nei momenti di gloria, loro cercavano l'unità quando erano le difficoltà ad avere la meglio sulla normalità"
Il difensore in cui mi rivedo di più? "Il calcio di oggi è cambiato, non so se in peggio o in meglio. Penso che ogni generazione deve sempre difendersi. Negli ultimi anni sono cambiate qualità e tecnica dei calciatori, ai miei tempi era altissima. Basta citare qualche attaccante, da Totti a Di Natale, da Toni a Gilardino; di conseguenza, il livello dei difensori si alzava. Eravamo famosi in tutto il mondo per la fase difensiva, grazie a quest'ultima abbiamo vinto un Mondiale. Ti dico comunque due nomi: Chiellini, che è della mia generazione, e Acerbi. Mi piace molto". Sinisa Mihajlovic? " Non ho mai avuto la fortuna di averlo. Lo avrei voluto come mister perché caratterialmente mi somiglia molto. Ha tanta grinta e una testa incredibile. E lo dimostra sempre, nel calcio e nella vita. Un allenatore come lui e un calciatore come me: sarebbe stato un grande connubio. Siniša è genuino, vero; qualità che oggi, nel mondo del calcio, non si trovano ovunque".
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