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Friedkin alla Roma: 11° cambio di proprietà in Serie A in nove anni

Nel 2014 Joey Saputo acquista il Bologna.

La "moda" del cambio di proprietà prosegue in Serie A: da James Pallotta a Dan Friedkin, ma nel mezzo anche Thohir, Saputo e Commisso.

Enrico Vitolo

Spesso si dice che gli allenatori non possono fare miracoli perché non hanno la bacchetta magica, del resto i presidenti possono provare a svuotare le proprie casse per acquistare i giocatori ma certamente non per comprare la tanto desiderata bacchetta magica. Ma dopo un po', specie negli ultimi tempi, per i presidenti arriva poi il momento di chiuderle le casse. Definitivamente. Inevitabilmente. Una scelta che di recente in serie A è diventata quasi una consuetudine. L’addio ormai vicinissimo di James Pallotta, pronto a cedere a Dan Friedkin, è soltanto la punta di un iceberg che è diventato molto grande dal 2011. Tutto ha avuto inizio proprio nella Capitale, sponda Roma, con l’avvento di chi oggi sembra essere davvero pronto a salutare tutti, un arrivo che a quei tempi risultò essere la grande novità in un paese mai abituato ai presidenti stranieri. Al tempo stesso, però, si intuì subito che quello sarebbe stato soltanto l’inizio. Ed infatti, poi, così è stato.

Facile intuire che i continui cambi avvenuti in casa Inter e Milan, lì dove mai nessuno aveva potuto mettere piede per generazioni e generazioni, abbiamo riscritto concretamente la storia del calcio italiano. Da Thohir a Suning nel primo caso, da Yonghong Li ad Elliot nel secondo. Prima e dopo, però, è accaduto comunque molto altro. Tanto altro. Nel 2014 Tommaso Giulini ha rilevato il Cagliari, mentre Joey Saputo il Bologna. Nel 2015 è iniziato il cambiamento a Parma con la recente conclusione che ha visto il Nuovo Inizio detenere la maggior parte delle quote societarie e Pietro Pizzarotti diventare il nuovo presidente. Nel 2017, invece, è ritornato in pista Massimo Cellino, mentre appena pochi mesi fa è iniziata a Firenze l’era Rocco Commisso.

Ma i cambiamenti sono all’ordine del giorno anche nelle altre categorie: la Salernitana è ripartita nel 2011 dalla serie D con a capo del club il duo Claudio Lotito e Marco Mezzaroma, nel 2015 Joe Tacopina ha fatto esattamente lo stesso percorso con il Venezia dopo la brevissima esperienza vissuta a Bologna, nell’estate del 2018 è toccato a Luigi De Laurentiis entrare in scena acquistando il Bari, mentre di recente il Trapani è passato nelle mani di una cordata guidata dal finanziere romano Giorgio Heller. Nuovi presidenti e nuove speranze per i club, ma a quanto pare neppure loro potranno mai comprare la bacchetta magica.

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