- Notizie Calcio
- Calciomercato
- Calcio Italiano
- Streaming
- Editoriali
- Calcio Estero
- DDD X EVENTS
- Redazione
calcio italiano
Durante il programma "Taca La Marca" in onda su Radio Musica Television è intervenuto, Filippo Maniero, ex attaccante di Padova e Venezia tra le tante, il quale si è soffermato sulla situazione del calcio attuale e su tanti altri temi, ecco quanto emerso:
La ripartenza: "Penso che in questo momento per quanto voglia bene al calcio si debba guardare al problema che purtroppo persiste. È inutile nascondersi, il sistema deve ripartire quando tutto tornerà alla normalità, già vedere gli stadi vuoti non è normale, se si pensa inoltre alla causa, ciò fa stare ancora più male. Ripartire ora sarebbe irrispettoso per tutte quelle persone che soffrono".
Decurtazioni: "Questo è un aspetto delicato, tenendo in considerazione le disparità economiche tra i top club di A e il resto del calcio italiano. Decurtare lo stipendio ai calciatori delle serie minori mi sembra una cosa difficile".
Futuro: "Sto allenando in promozione e cerco di dare consigli ai giovani, mi sto divertendo. Nel calcio poi non si può mai sapere, tra qualche anno potrei allenare in Serie D o C. Ora mi godo la famiglia da cui sono stato un pò più lontano durante il mio periodo da calciatore".
Gol da ricordare: "Il gol che ricordo con maggiore piacere, che è risultato determinante per la mia prima stagione a Venezia, è stato di tacco contro l'Empoli, eravamo sotto due a zero e in dieci uomini fummo capaci di rimontare e vincere 3-2.".
Recoba e Kluivert: "Kluivert aveva grandi qualità sia fisiche che tecniche, probabilmente quando arrivò in Italia era molto giovane e voleva fare qualcosa in più rispetto a quello che poteva. Sia in allenamento che in partita provava il gesto più difficile per impressionare e mostrare le sue capacità, ma a lungo andare questo è stato un suo difetto. Recoba invece aveva un solo problema, che non gli ha permesso di decollare, era molto pigro durante gli allenamenti settimanali, non li sopportava, specialmente quelli fisici, li faceva al 20% delle sue possibilità. Invece quando gli davi il pallone si esprimeva al meglio e mostrava tutte le sue qualità. Dal punto di vista tecnico è uno dei migliori con cui ho giocato. Ovviamente tali mancanze nelle grandi squadre le paghi".
Le vittorie con Padova e Venezia: "A Padova era il primo anno di Serie A dopo 32 anni, partimmo abbastanza male ma riuscimmo a salvarci nello spareggio con il Genoa, fu un grande anno. Da padovano, arrivare a giocare nella massima serie con la maglia della propria città è stato un qualcosa di speciale. Venezia è la parentesi migliore della mia carriera. Ho fatto quasi 60 gol in 4 anni e ricordo il periodo con Recoba, inanellammo una serie positiva che ci portò dalla zona salvezza alle zone alte di classifica".
Maldini e Boban con il Milan: "Maldini è una persona consapevole di ciò che vuole, bisogna capire quali sono le sue direttive e se gli sta bene il ruolo che ricopre. È logico che giocare è una cosa mentre fare il dirigente è completamente diverso. Stessa discorso vale per Boban, un ragazzo eccezionale, ce ne vorrebbero tanti come lui nel mondo del calcio, ma quando ti ritrovi in altri scenari è difficile la convivenza, bisogna trovare il bandolo della matassa e che tutti vadano d'accordo".
Milik e Icardi: "Milik mi piace come calciatore, è un attaccante moderno che sa giocare in ogni modo, non è il classico 9, mentre Icardi è più uomo d'area che non perdona le difese avversarie. Per prolificità è meglio l'argentino, non so se il polacco possa essere utile alla Juventus, dipende molto da Ronaldo e dal suo ruolo in campo, che determina la scelta della sua spalla ideale. Vedendo come è andata con Higuain, ci vuole un attaccante di supporto".
Chiesa-Juve: "Federico somiglia moltissimo al padre, la progressione in campo aperto è la stessa, le prime volte che lo vidi giocare pensavo fosse Enrico, perché sono anche esteticamente molto simili. Spetterà sicuramente a Federico e alla Fiorentina di valutare il futuro. La Juventus in questo periodo fa gola un pò a tutti i giocatori. Se andarci o meno è un altro discorso, un altro anno a Firenze lo farebbe maturare di più, considerato che giocherebbe con continuità, si tratta di una situazione simile a quella di Bernardeschi di qualche anno fa."
© RIPRODUZIONE RISERVATA