Il caso

Juventus-Fiorentina, Vlahovic in cerca della prima gioia contro una “Viola” a rilento

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Juventus in cerca di conferme, la Fiorentina per rialzarsi. Saranno decisivi gli ex della partita?
Lorenzo Maria Napolitano
Lorenzo Maria Napolitano

Juventus-Fiorentina non è una sfida come le altre. Oltre a tatticismi, tecnica da mettere in campo e un pizzico di fortuna che non guasta mai, questo è un match di grande temperamento. Sopratutto quando si disputa al Franchi, tana dei tifosi viola che - per le ragioni spiegate qui - coltivano forti inimicizie verso i bianconeri. Domenica alle 18:00, tra l'altro, in palio non c'è soltanto l'orgoglio ma mai come nelle ultime stagioni ci sono anche punti che valgono doppio, dato che Fiorentina e Juventus sono ferme a 31 punti sullo stesso blocco, ossia il quinto posto.

Merito della "Viola" che con Palladino sta sorprendendo l'Italia insieme alla Lazio, e probabilmente un po' di demerito della Juventus che, nonostante sia ancora imbattuta, ha perso qualche punto per strada, ritrovandosi a combattere a metà campionato per un pass per la Champions League.

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Fiorentina-Juventus, l'analisi del match

Fiorentina

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La squadra di Palladino ha ottenuto nove vittorie quest'anno, collezionando quattro pareggi e perdendo tre partite. Un risultato ottimo, che in pochi si sarebbero aspettati: soprattuto dopo un mercato come quello condotto quest'anno, a tratti veramente molto rischioso. La Fiorentina ha infatti puntato sullo svicolato De Gea, su Yacine Adli che aveva mostrato poco fino a quel momento, a causa della discontinuità con cui veniva schierato. Ha vinto, inoltre, la scommessa chiamata Robin Gosens, che dopo parentesi poco fortunate ha ritrovato fiducia. Soprattuto, la "Viola" aveva bisogno di un centravanti e ha puntato tutte le sue fiches su Moise Kean, che sta facendo vedere la miglior versione di sé, e non era scontato.

L'attaccante italiano è a quota 10 gol in Serie A quest'anno. Il suo apporto alla squadra è visibile non solo attraverso i meri dati statistici ma è tangibile anche guardandolo in campo: Kean, infatti, oltre ad essere molto presente sotto porta si preoccupa anche di sbrigare altre pratiche. Per i compagni è un appoggio costante, e non perde occasione per sacrificarsi nei momenti più delicati della partita, anche in fase difensiva.

Firenze non avrà l'appeal di Parigi o di Torino, anche per quanto concerne la partecipazioni alle competizioni europee, ma in maglia viola l'ex Juventus è tornato a ballare. D'altronde Kean ha "solo" 24 anni, e l'esperienza maturata nei diversi club per cui ha giocato è un ottimo bagaglio per costruirsi una carriera luminosa, come tutti s'aspettavano quando diventò il primo ragazzo del 2000 a segnare un gol in Serie A.

Kean

Il bianconero per Kean potrà essere anche casa, ma il miglior periodo della sua carriera sotto un punto di vista professionale e realizzativo lo sta vivendo a Firenze. E, probabilmente, ha più di una motivazione per mettere a segno l'undicesimo centro stagionale proprio contro la squadra della sua vita; quella in cui è cresciuto, maturato, dove ha vinto tanto ma non ha ricevuto sufficiente spazio per esplodere.

Per quanto riguarda più nello specifico il lavoro svolto dalla Fiorentina in questi primi mesi, si può senz'altro dire che Palladino ha perfezionato quanto fatto da Italiano, non stravolgendo la mente dei giocatori con indottrinamenti nuovi. Ciò che l'allenatore napoletano ha modificato di più è l'atteggiamento in fase difensiva: la "Viola" aggredisce in modo meno diretto, non è così tanto frenetica nel pressing, come se fosse più prudente. Ciò contribuisce a rendere la Fiorentina una squadra più difficile da sorprendere rispetto alle passate stagioni, il che può permettere un lieve innalzamento dell'asticella degli obiettivi. Dopo anni in Conference League, la Fiorentina può - finalmente - puntare ad un posto nella Coppa dalle Grandi Orecchie.

Juventus

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Per fronteggiare la squadra di Palladino Thiago Motta dovrà preparare al meglio questa partita. Firenze d'altronde sogna di sgambettare i bianconeri, che fin qui sono ancora paradossalmente imbattuti. Ciò sorprende perché la Juventus in questa prima fase di stagione è sembrata tutto tranne che invulnerabile. Grazie ad una difesa solida, però, i torinesi sono sempre riusciti a portare a casa punti.

Se la formazione dell'ex Monza Palladino è in una fase di perfezionamento rispetto alla scorsa stagione, la squadra di Motta è per certi versi ancora un cantiere aperto. Da lui ci si aspettava una rivoluzione, e questa frazione di campionato non è di certo sufficiente affinché si completi. A dire il vero, il decantato gioco offensivo dell'italo-brasiliano in questo momento sembra in una fase di stasi. La difesa è pronta, ma da lì in poi c'è tutto da costruire, anche perché la Juventus quest'anno sta guardando molto al futuro in cerca di un'identità riconoscibile.

Thiago Motta, allenatore della Juventus

I problemi che affronta la Juventus sono nella porzione avanzata del campo, dove non riesce a trovare la giusta continuità Dusan Vlahovic. L'ex Fiorentina quest'anno ha segnato 7 gol in 15 partite, un bottino non entusiasmante ma che, affiancato ai dati registrati in Champions League, è molto più ricco. Nella massima competizione europea infatti il serbo ha messo a segno 4 reti in 5 match. Nel campionato italiano l'ultimo centro è arrivato contro il Venezia, ma andando a ritroso bisogna arrivare alla sfida contro l'Inter, datata 27 ottobre, per leggere il suo nome nuovamente sul tabellino dei marcatori.

Sotto un punto di vista di forma, non c'è dubbio che la Fiorentina approcci meglio a questa sentitissima sfida. La Juventus, dal canto suo, gode di quella qualità in più che, se sprigionata, regala entusiasmo e meraviglie ai tifosi. Come Willy Wonka, fabbrica gioia da mal di pancia - per gli avversari. I palloni più importanti passeranno per i piedi di Yildiz, dimostratosi sempre presente anche quando il termometro delle difficoltà inizia ad essere bollente, nonostante i 19 anni. Sarà anche la sfida di Nico Gonzàlez, altro ex della partita particolarmente ispirato nelle ultime sfide della Juventus.

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Pronostico

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La Fiorentina è più pronta, soprattuto a lungo termine, ma ha raccolto poco recentemente. È infatti reduce da due sconfitte contro Udinese e Bologna, ma l'aria di un Franchi gremito potrebbe spingere la "Viola" verso una serata indimenticabile. Palladino conterà sul dente avvelenato di Moise Kean, fresco di gol segnato contro i friulani. I bianconeri invece cavalcano le onde dell'entusiasmo dopo convincenti vittorie contro Monza e Cagliari. La partita dei ragazzi di Motta dipenderà anche dallo stato di forma di Vlahovic, che nei big match quest'anno ha quasi sempre faticato, ad eccezione della sfida contro i nerazzurri.

Sarà una sfida che, a nostro parere, sarà decisa dai centravanti; d'altronde, il destino incrociato delle due punte (Kean e Vlahovic) difficilmente non sarà il filo conduttore dell'ennesimo capitolo del romanzo avvelenato tra Fiorentina e Juventus. Lasciamo, comunque, l'ultima parola al campo.

 

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