Henrikh Mkhitaryannon è solo uno dei pilastri dell’Inter ma anche un uomo dalle idee chiare, capace di parlare con sincerità e senza filtri. In un'intervista a La Repubblica, l’armeno classe '89 ha fatto il punto sulla sua carriera, sul futuro e sulle emozioni che ancora gli regala il calcio, a pochi giorni dalla sfida agli ottavi del Mondiale per Club.
L'intervista
Mkhitaryan: “Ancora Inter poi mi fermo. Trauma Champions? Devo ringraziare mamma”


Mkhitaryan, futuro già scritto: “Dopo l’Inter mi fermo”
—A 36 anni, Mkhitaryan guarda oltre. “Questa è la stagione più faticosa della mia vita, con tre competizioni. Ho ancora voglia di scendere in campo, ma dopo l’Inter mi fermerò. Non voglio abbassare il livello, né tornare in Armenia o accettare offerte arabe. Rispetto tutti, ma io amo il calcio per il gioco, non per i soldi. “Dico sempre quello che penso, senza cercare di piacere a nessuno. Se parlo, è per il bene del gruppo”, sottolinea con il tono di chi si è guadagnato rispetto sul campo e fuori. Sulle sue prospettive post-ritiro resta cauto: “Oggi dico che vorrei uscire dal calcio, ma mai dire mai. Voglio stare con la mia famiglia e capire con calma cosa fare”.
Dal trauma di Monaco a l’addio a Inzaghi
—L'armeno ha parlato anche della transizione da Inzaghi a Chivu: “Con Simone ci siamo salutati in privato. Nessun post social, ho preferito così. Ora con Chivu è un altro capitolo. Idee nuove, filosofia diversa, ma già si vede la sua mano. È serio e simpatico, ci aiuta nella testa e nella tattica”. La pesante sconfitta contro il PSG in finale di Champions League (0-5) brucia ancora. “Non dimenticheremo mai il percorso, ma quella cicatrice resterà. Ci rialzeremo. Il Mondiale per Club è una chance per ripartire”.Mkhitaryan ha ammesso anche il peso emotivo di quel ko: “Non sono andato da uno psicologo ma ho parlato con mia madre e con gli amici. Il tempo era poco, siamo ripartiti subito. La mia parola guida resta ‘positività’”.

Giovani, letture e ironia: il lato umano di Mkhitaryan
—Molto toccante il passaggio sui giovani e sul ruolo di guida: “Ai ragazzi come Carbonied Esposito diciamo che si riparte ogni giorno. Oggi segni, domani devi dimostrare tutto di nuovo. Il calcio non aspetta”. Nel tempo libero legge biografie (Musk e Zidane) e gioca a scacchi online con de Vrij. E si concede qualche sorriso: “Dicono che somiglio a Pippo Franco, ma non capisco. Siamo diversi. Mi fanno ridere i comici armeni. Le altre lingue? Al massimo sorrido”.
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— Inter ⭐⭐ (@Inter) June 23, 2025
Il commovente ricordo del padre
—Infine, un pensiero toccante: “Se potessi tornare indietro, vorrei passare più tempo con mio padre. È morto quando avevo sette anni. Anche lui era un calciatore. Mi piace pensare che mi abbia visto crescere e che sia orgoglioso di me”.
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