DDD
I migliori video scelti dal nostro canale

LA DEA DI THOMAS

Thomas Manfredini: “Gasperini valore aggiunto, Bergamo piazza ideale per esprimersi al meglio”

Thomas Manfredini, ex difensore, tra le altre, di Atalanta, Udinese, Bologna, Fiorentina, Genoa e Sassuolo. Ben 14 stagioni di Serie A, l’ex nerazzurro si è espresso sull’attuale Serie A e ha ricordato alcuni momenti della sua lunga carriera.

Redazione DDD

Thomas Manfredini tra il caos SuperLega e il modello Atalanta: "Ormai sono diversi anni che l’Atalanta fa vedere grandi cose e stagione dopo stagione l’asticella si alza sempre di più. La società sta facendo qualcosa di incredibile, anche solo pensando a quando giocavo io in cui si lottava per salvezza. Il vero segreto del successo dell’Atalanta, oltre alla grande programmazione e al fiorente settore giovanile che da sempre caratterizza la Dea, è lo splendido ambiente in cui si lavora. Bergamo è una piazza stupenda: la città vive con grande passione il tifo, ma si riesce a conciliare perfettamente l’attività professionale con quella privata. In questo modo ogni giocatore ha la serenità per poter esprimersi al massimo, cosa che in altre realtà con maggiori pressioni è decisamente più difficile. Senza dimenticare che il 50% del merito di questi successi va a mister Gasperini: da quando è arrivato lui, nel 2016, la mentalità è cambiata e ciò ha consentito di raggiungere grandissimi risultati".

 (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Parlando proprio di Gasperini, al Genoa, per qualche mese, hai avuto modo di essere allenato da lui: come ricordi quel periodo? "Mi sono trovato subito bene con Gasperini - la risposta di Manfredini a SuperNews -, un allenatore che riesce a tirare fuori il massimo da ogni giocatore, non solo dal punto di vista fisico. Ha la capacità di far emergere dal singolo una forza che giova a tutto l’organico e che consente di ottenere sul campo ottimi risultati. Ha un metodo di giocare particolare, e già a quell’epoca l’idea di calcio europeo ed innovativo era ben chiara per lui: pretende molto, fa lavorare tanto, ma alla fine i risultati si vedono. Già al Genoa fece benissimo, arrivando a conquistare anche l’Europa: quando gode della fiducia della società, Gasperini è una sicurezza".

Dalle grandi prestazioni dell’Atalanta, alle difficoltà della Juventus fermata sull’1-1 da un’altra tua ex squadra come la Fiorentina: come vedi i bianconeri in queste ultime 5 giornate? "Dopo tanti anni di dominio, ritrovarsi a dover combattere per un posto Champions non è una cosa semplice, soprattutto perché in questo momento ci sono squadre più in forma della Juventus. I bianconeri, per poter centrare il loro obiettivo, devono vivere le ultime giornate di campionato nel modo più sereno possibile: la rosa ha qualità, i giocatori hanno un grandissimo potenziale e la tranquillità di testa, in questo momento, può giocare un ruolo decisivo. Se i giocatori di maggior carisma e qualità sapranno prendersi sulle spalle la squadra, la Juve può dimostrare sul campo la sua reale forza, vincendole anche tutte da qui alla fine. C’è da dire che in una stagione di cambiamento le difficoltà per i bianconeri potevano essere prevedibili, ma se non riuscissero a centrare la qualificazione in Champions sarebbe un vero fallimento".

Conte è un tecnico che ha saputo plasmare l’Inter sulla sua idea di gioco, diventando un valore aggiunto per la squadra. Tra i vari allenatori che hai avuto, c’è un tecnico che “incideva” in modo così decisivo sulle prestazioni in campo? "Un Conte all’inizio della sua carriera da allenatore l’ho avuto a Bergamo. Sicuramente era un tecnico diverso da oggi e nel corso di questi anni è certamente cambiato, trasformando non solo il suo modo di giocare, ma diventando molto più di un allenatore e riuscendo a costruire un rapporto incredibile con i suoi giocatori. E’ un mister top, che incide molto sulla squadra: tra i mister che ho incontrato nel corso della mia carriera, posso citare per similitudine Spalletti e Gasperini, due tecnici che si sono confermati ad alto livello e sono sempre stati in grado di dare una forte impronta al gioco delle loro squadre, facendo rendere al massimo i giocatori". Hai giocato oltre 200 partite in Serie A: qual è il match che non ti dimenticherai mai? "I match, su tutti, sono due: senza dubbio l’esordio a 19 anni in Serie A con la maglia dell’Udinese nel 1999, probabilmente la partita migliore della mia carriera nonostante fossi davvero giovanissimo. L’altro momento indimenticabile è il mio secondo “esordio” in Serie A, dopo che mi ero un po’ perso e forse nemmeno io mi aspettato di poter tornare ad alti livelli: era il 30 marzo 2008, con l’Atalanta giocavamo a San Siro contro il Milan, mister Del Neri – a cui devo molto – mi ha buttato nella mischia da difensore centrale e da quel momento sono rinato calcisticamente".

tutte le notizie di