Javier Pastore è stato come un figlio per Walter Sabatini: il direttore sportivo racconta la sua scoperta, l'arrivo a Palermo e poi a Roma.
Javier Pastore era un giocatore magico. Lo definisce così Walter Sabatini nel corso della lunga intervista rilasciata a NetBetNews, parlando della sua avventura al Palermo e ricordando i suoi grandi colpi di mercato. Il direttore sportivo convinse Zamparini a puntarci, ed era vero che sull’argentino c’erano anche gli occhi dei top club. Per strappare il sì fu necessario e decisivo un viaggio in Argentina per incontrare, più che il calciatore, la madre.
Walter Sabatini racconta El Flaco Pastore
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Javier Pastore sbarca in Italia nel 2009, quando il Palermo lo preleva dall’Huracan per 6,5 milioni di euro. Bastava osservarlo, vedere il modo in cui accarezzava il pallone e lasciarsi trasportare dal modo in cui ondeggiava in mezzo al campo per capire di trovarsi di fronte ad un gran giocatore: “La scoperta penso che non sia neanche troppo da raccontare perché era impossibile non scoprirlo: Pastore era un giocatore magico. E io su di lui ho un grande rammarico: è venuto a giocare alla Roma quando ormai il suo fisico era tormentato, aveva un’anca devastata, e quindi ha giocato poco e neanche troppo bene. Ma era un sogno, un giocatore che in campo si smaterializzava e ricompariva oltre gli avversari. Ricordo tantissime cose di Javi”.
In una recente intervista, Pastore ha dichiarato di aver scelto Palermo nonostante su di lui ci fossero anche altri club più prestigiosi. Sabatini svela come ha convinto El Flaco a sposare i rosanero: “Era vero che lo volevano tante squadre, ma in realtà a scegliere Palermo è stata la mamma di Javi. Era una donna straordinaria, su una sedia a rotelle perché aveva avuto un incidente, ma era una figura che determinava tutto l’andamento familiare. Quando andai a Buenos Aires, ebbi la giustissima idea di far viaggiare la mamma con il padre da Cordoba per incontrarli. Le spiegai che prendere Javi a Palermo per me significava prendere un altro figlio, e per me lo è stato davvero. Mi spiace che a Roma non se lo siano goduti. Era un giocatore magico”.