Raffaele Auriemma sulla crisi del Napoli: “Insigne è il più criticato perché è un figlio di Napoli ed i napoletani non sono mai teneri con i lori simili e pretendono da loro sempre di più”

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Napoli, il cantore Raffaele Auriemma: “Crisi? Tutti hanno colpa, soprattutto Ancelotti”
Aria turbolenta in casa Napoli dopo l'inasprirsi del rapporto tra il presidente De Laurentiis e Carlo Ancelotti, il rifiuto dei giocatori di andare in ritiro e una situazione di classifica non certo esaltante
Raffaele, ha chiesto Football News 24, se qualcuno avesse perso le ultime due settimane del Napoli come potrebbe riassumergliele? “Il caos si è impadronito di quello che era un mondo fantastico. Il Napoli dei 91 punti resterà nella storia del calcio italiano, perché difficilmente un’altra squadra in futuro non riuscirà a vincere lo scudetto a quella quota altissima della classifica. Nelle ultime due settimane, tutto questo sembrerebbe essere sparito”.
Lei che vive l’ambiente costantemente può dirci se c’era un minimo sentore di tutto questo malessere? “Il sentore c’era, però non mi sarei mai aspettato che esplodesse con una deflagrazione che sembrerebbe non lasciare spazio al recupero delle singole posizioni. Sarà difficile rimettere insieme i cocci, però tutte le parti in causa dovranno comunque provarci”. Questa cosa dell’ammutinamento non poteva essere evitata, alla fine si sarebbe trattato solo di pochi giorni di ritiro? “Sicuramente. Credo che i calciatori abbiano sbagliato pesantemente a non assecondare il desiderio della società. Dovevano andare in ritiro, poi da lì avrebbero potuto percorrere tutte le strade sindacali che conoscono (leggi: Aic) per tutelare le proprie posizioni. Così facendo sono passati dalla parte del torto e la tifoseria non li ha perdonati”.
Squadra, allenatore, società: riesce a indicarmi una percentuale di colpa per ciascuno? “Tutti in parti uguali hanno responsabilità per la confusione che si è creata in seno al Napoli. Però, secondo me ne attribuirei un po’ di più ad Ancelotti. Un allenatore del suo livello avrebbe dovuto capire che le acque da tempo si stavano agitando e avrebbe dovuto andare incontro ai calciatori, magari assecondandoli nel loro desiderio di essere utilizzati lì dove sanno giocare meglio”. Ancelotti con i suoi silenzi non sta peggiorando ancor di più la situazione? “Non parla perché la società ha imposto il silenzio stampa e comunque è forte in me la sensazione che i rapporti con De Laurentiis non siano più ottimali come prima”.
Crede che la società abbia sbagliato ad affrontare questa stagione con molti giocatori in scadenza di contratto? “Certo. Quando hai in rosa elementi di esperienza come Callejon e Mertens ormai prossimi allo svincolo a parametro zero, inconsciamente può succedere che il loro rendimento non possa essere più quello di prima: dovendo trovare un’altra squadra, si potrebbe tendere a risparmiarsi. Ma non credo sia il caso di due elementi simbolo nel Napoli degli ultimi 7 anni”.
Come mai la tifoseria se la prende soprattutto con Lorenzo Insigne? “Perché è un figlio di Napoli ed i napoletani non sono mai tenere con i lori simili e pretendono da loro sempre di più. Per poi pentirsi di averli maltrattati, dopo che sono andati via”. De Laurentiis non è noto per essere una persona che lascia passare. Si parla di cessioni importanti: Insigne, Mertens, Callejon, Koulibaly e Allan. Può una squadra essere deturpata in questo modo in una volta sola? Non sarebbe la fine peggiore per un ciclo che ha entusiasmato Napoli? “Credo che De Laurentiis voglia ricominciare daccapo il prossimo anno, con un gruppo di calciatori ex novo ed un allenatore “di campo”. Ho la sensazione che, dopo le esperienze Benitez e Ancelotti, il patron non voglia più un allenatore-manager”.
In che zona del campo dovrebbe investire maggiormente il Napoli nel prossimo mercato? “A centrocampo. Dopo gli addii di Hamsik, Jorginho e Diawara non si è provveduto a prendere un altro centrocampista di riferimento ed il Napoli sta soffrendo proprio in quella posizione del campo”. Si può recuperare questa situazione? Il Napoli può ancora inseguire un obiettivo importante in questa stagione? “Se tutti decideranno di fare un passo indietro, allora si. Ma credo che in primis dovrà essere il presidente De Laurentiis a comportarsi da buon padre di famiglia, evitando di calcare la mano della punizione che intende richiedere per i calciatori che hanno animato l'insubordinazione".
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