di Simone Balocco -
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derby anti grigi pablo gonzalez grande ex caccia gol rivincita
di Simone Balocco – Sabato 13 aprile il Novara ospiterà l’Alessandria in quello che sarà l’ultimo derby di campionato per la squadra di Sannino. Al “Piola” arriveranno i grigi di mister Alberto Colombo. Gli azzurri sono...
Sabato 13 aprile il Novara ospiterà l'Alessandria in quello che sarà l'ultimo derby di campionato per la squadra di Sannino. Al “Piola” arriveranno i grigi di mister Alberto Colombo. Gli azzurri sono noni in classifica, i mandrogni undicesimi. Se il campionato finisse oggi, gli azzurri sarebbero ai play off mentre l'Alessandria ne sarebbe escluso. Il match si disputerà di sera come gli ultimi derby disputati tra le due squadre, sia in viale Kennedy sia al “Moccagatta”. Ed essendo un derby storico, giusto che si giochi la sera.
Fra le due squadre ci sarà un solo ex, e che ex: Pablo Andrés Gonzalez.
Il numero 17 azzurro ha giocato nell'Alessandria le ultime due stagioni, lasciando i grigi la scorsa estate con un'amara rescissione. Dallo scorso 14 dicembre, l'attaccante di Tandil è approdato al Novara per la terza volta. Gonzalez è un attaccante che non necessita di presentazioni: classe 1985, è ad oggi il calciatore straniero più prolifico nella storia ultracentenaria del Novara, con cui ha vinto due campionati di Lega Pro, due Supercoppe di Lega Pro e i play off di Serie B.
Nell'estate 2016 il giocatore si trasferì all'Alessandria, in Serie C: il “cartero” lasciava il Novara e la Serie B per scendere di categoria. Motivo? Il presidente dell'Alessandria, di Masi, aveva investito moltissimo nella squadra acquistando giocatori di categoria superiore per tentare la promozione in serie cadetta che dalle rive del Tanaro mancava (e manca tuttora) dalla stagione 1974/1975. I tifosi azzurri si erano divisi sulla decisione della squadra di privarsi di una bandiera come González, un giocatore che, partito dalla gavetta, aveva contribuito a far sognare una piazza per oltre trent'anni ai margini del grande calcio, facendola divertire.
L'Alessandria aveva invece fatto un grande colpo di mercato: accaparrasi un giocatore al top della condizione fisica e mentale che in Serie C avrebbe fatto sicuramente la differenza. Pablo Gonzalez era il fiore all'occhiello di una campagna acquisti importante: l'argentino avrebbe fatto coppia in attacco con Riccardo Bocalon, un tandem d'attacco degno della Serie B e non della terza serie nazionale. Ergo, l'Alessandria aveva dato un segnale alle avversarie: nel girone A, si giocherà solo per il secondo posto.
E per un Novara che sentì sin da subito in attacco la mancanza del suo “cartero”, ad Alessandria il girone di andata si era chiuso con i grigi campioni d'inverno con ben 12 punti di vantaggio sulla Cremonese. Gonzalez, numero 18 sulla schiena, fin lì era stato determinante: 14 gol e cinque assist. Dalle parti del “Moccagatta”, parlare di B non era più un tabù. L'argentino in maglia grigia non aveva perso...le abitudini: corse sfrenate, gol di sinistro dalla sua “mattonella” e sempre al servizio della squadra.
Nella prima stagione grigia segnò 22 reti e servì 13 assist: neanche a Novara ebbe un impatto così devastante. E i tifosi lo adoravano, tanto quanto a Novara. E per un Novara che, tra alti e bassi, si classificava a fine stagione nono in Serie B, ecco un' Alessandria perdere la finale play off contro il Parma. Eh sì, perché nel girone di ritorno i mandrogni si “suicidarono” sportivamente facendosi raggiungere in vetta dalla Cremonese all'ultima giornata ed in virtù degli scontri diretti, i lombardi andarono in B mentre Gonzalez e compagni dovettero passare per le forche caudine dei play off che persero all'ultimo atto.
Gonzalez ci rimase molto male, segno che nonostante i gol e le giocate...alla Gonzalez, non aveva contribuito alla tanto agognata promozione. Si sentiva colpevole forse più degli altri anche se non ne aveva ragione (capocannoniere del girone insieme al compagno Bocalon), ma lui era stato preso per portare la squadra in B e non andandoci, aveva fallito. Ma aveva davanti una nuova stagione per tentare la scalata. Gonzalez disputò il successivo campionato per nulla avvincente, chiudendo con tredici reti segnate e otto assist. L'Alessandria chiuse sesta e fu sconfitta subito negli ottavi in casa dalla Feralpi Salò. La squadra grigia aveva però vinto, dopo quarantacinque stagioni, la Coppa Italia di Serie C: un trofeo importante per la bacheca e per il fatto che aveva permesso alla squadra di partire alla fase nazionale dei play off, ma in B l'Alessandria non ci andò lo stesso.
Anzi, la sconfitta ancora nei play off aveva svuotato e deluso Gonzalez: aveva fallito una seconda volta, forse peggio della precedente, e (calcisticamente) non se lo poteva permettere. Proprio lui, sul quale la società si era imposta l'obiettivo di tornare in cadetteria dopo quarant'anni di vacche (molto) magre. In più la scorsa estate, l'Alessandria aveva ceduto tutti i giocatori arrivati due anni prima e con i soldi incassati (e gli stipendi risparmiati), aveva deciso di ripartire dai giovani: la piazza si è molto ridimensionata tanto da essere oggi nella parte “destra” della classifica di Serie C.
Pablo Gonzalez fu messo, quindi, ai margini del nuovo progetto sportivo. Ma come? Un mostro della categoria, con un ingaggio che molti giocatori in Serie A potevano solo sognare accantonato come uno qualsiasi. Rescissione consensuale voluta dal giocatore il 24 agosto: invece di quattro stagioni, il rapporto Gonzalez-Alessandria durò la metà. Da svincolato, si era parlato di tante squadre che lo volevano (Viterbese, Entella, Monza e Novara), ma alla fine non se ne fece niente.
Ma il cuore di Gonzalez era rimasto a Novara e al Novara: quella squadra lo aveva portato in Italia, quella squadra lo aveva fatto conoscere a tutti e lui aveva contraccambiato portandola prima in Serie B dopo 33 anni e dopo cinquantacinque in Serie A. E anche se non giocò in massima serie con gli azzurri (era passato prima al Palermo e poi in prestito al Siena), lui non aveva dimenticato chi aveva creduto in lui e chi gli voleva bene. Tornò a Novarello nell'estate 2012 e vi rimase fino al luglio 2016. Nel mezzo, la remuntada con Aglietti e la semifinale play off persa contro l'Empoli, l'amara retrocessione in Lega Pro, la pronta risalita in Serie B ed il secondo double campionato-Supercoppa, la pazza serata di Bari tutto condito da cinquantatre reti, trentanove assist in 160 partite giocate. Al giocatore arrivarono offerte da tante piazze importanti. Offerte (ed ingaggi) sempre rifiutati pur di rimanere a Novara.
La favola sembrava non finire mai: il giocatore in città aveva messo radici, si era sposato con la connazionale Veronica diventando padre di tre bambini (Gael, Amedeo e Pia). Eppure il 24 luglio 2016 la notizia: Gonzalez via dal Novara. Ma non dalla città, perché il suo amore fu così forte che non visse ad Alessandria, ma ogni giorno faceva il “pendolare” tra la città di San Gaudenzio e quella di San Baudolino.
L'estate scorsa ci fu un riavvicinamento tra Gonzalez ed il “suo” Novara, complice anche il fatto che l'ex compagno di squadra Carlalberto Ludi era diventato il nuovo direttore sportivo al posto del precedente con cui il “cartero” non andò d'accordo. Solo che prima del gong del calciomercato estivo non si trovò l'accordo e l'argentino rimase senza ingaggio: un attaccante da 118 reti in nove anni ai box! Lui non si perse d'animo e si allenò da solo per centododici giorni seguito da un coach fino alla mattina del 14 dicembre scorso: la firma con il Novara. Una sorta di regalo di Natale in anticipo per i tifosi azzurri.
E la notizia del nuovo ritorno di Gonzalez al Novara ha fatto tornare il bagliore nella vita “calcistica” dei tifosi azzurri: forse con lui in attacco, la stagione non sarebbe stata del tutto compromessa e si poteva fare ancora qualcosa. E quando i supporter hanno visto il “loro” Pablo nuovamente indossare la maglia azzurra, hanno avuto le palpitazioni come quando ebbero la prima cotta. Dopo il suo addio, nessun altro giocatore aveva più corso come lui nel Novara, nessuno aveva più segnato gol bellissimi di sinistro come faceva lui, nessuno aveva più consumato quella “mattonella” di campo dove tirava lui e nessuno ha più esultato facendo l“onda” come faceva lui. Tutto era pronto per un “Pablo ter”.
Dal giorno del suo terzo debutto in azzurro (mezzora lo scorso 21 gennaio a Chiavari contro l'Albissola), Gonzalez non ha ancora segnato nonostante l'impegno profuso e la voglia di tornare al top come due anni fa almeno. Chissà se segnerà Pablo Gonzalez sabato. Chi lo sa. I tifosi del Novara non aspettano altro, ma una cosa è certa: Pablo non esulterà. Perché lui è uno sportivo, il ragazzo acqua e sapone della porta accanto, l'amico con cui confidarsi, la semplicità e l'umiltà fatta persona. E pazienza se le cose non sono poi andate come dovevano andare sul rettangolo di gioco del “Moccagatta”.
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