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Juventus, Amauri: “Dopo Ranieri mancava un vero progetto”, Amauri, intervenuto in esclusiva ai microfoni di FootballNews24, dopo aver spiegato i problemi della Juventus prima della gestione Agnelli, ha commentato l’attuale andamento della società bianconera, soffermandosi in particolare modo sulla lotta scudetto con Inter e Lazio. Ha trascorso la maggior parte della sua carriera in Italia, vestendo, tra le altre, la maglia di Napoli, Palermo, Juventus e Parma. Dove si è trovato meglio? “Uno dei ricordi più belli che ho è legato a quando arrivai per la prima volta in Italia, non sapevo cosa sarebbe successo, se ce l’avrei fatta o meno. Oggi guardando il passato sono contento per come sia andata, in ogni squadra in cui ho giocato mi sono trovato bene, soprattutto a Palermo.” Proprio riguardo al Palermo, come vede quanto accaduto alla società con la retrocessione in Serie D? “Parlare di queste cose non è mai facile, sicuramente se venissero fatti maggiori controlli le cose potrebbero andare diversamente. Quello del Palermo è solo uno degli ultimi casi, queste cose non fanno bene al calcio italiano.”
Dopo aver vestito la maglia della società siciliana è passato alla Juventus, che significato ha avuto per lei giocare con i bianconeri? “Passare alla Juve è stato qualcosa di fantastico, sono arrivato in Italia da sconosciuto e dopo 8 anni sono riuscito a vestire una delle maglie più importanti d’Italia e del mondo. E’ stata una vittoria personale davvero emozionante, da ragazzino avevo sempre sognato di giocare in una grande squadra.” In quel periodo la Juventus faticava a portare a casa i risultati, mentre ora è una delle squadre più importanti d’Europa. Si sarebbe mai aspettato una crescita tale da parte della società bianconera? “Dopo calciopoli la Juventus si era posta diversi obiettivi che poi raggiunse con successo, il primo era quello di tornare in Serie A, la stagione seguente si qualificò in Champions League, successivamente l’obiettivo era quello di fare una bella figura in Europa e ci riuscimmo. In seguito però, come con tutte le cose, ci fu un momento di difficoltà, manifestato con l’esonero di Claudio Ranieri . Con l’addio del mister sono cambiate tante cose e sono iniziati due anni davvero difficili, era come se fossimo senza società: mancava sia un progetto serio che un’organizzazione. Non c’era niente in quei due anni, eravamo tutti sulla stessa barca. Successivamente è tornata la famiglia Agnelli è la Juventus ha ricominciato a vincere, non è un caso.”
Come vede la Juventus di Maurizio Sarri? “Tutti hanno grandi aspettative verso questa squadra, è per questo che fa sempre scalpore quando non porta a casa i risultati. Si cerca di vedere problemi che non esistono, hanno perso l’andata degli ottavi di Champions ma credo che possano tranquillamente passare, come fatto lo scorso anno contro l’Atletico Madrid, hanno i giocatori per farlo”. Sarri, dopo la sfida con il Lione, ha spiegato come non riesce a far passare i concetti alla squadra. Secondo lei è preoccupante che a Febbraio un mister non riesca a trasmettere quanto vorrebbe alla propria squadra? “Secondo me la Juventus non ha espresso il proprio gioco solamente nel corso dei primi venti minuti, successivamente il Lione ha fatto massimo una o due azioni pericolose. Loro giocavano in casa e dopo il goal del vantaggio si sono chiusi nella loro metà campo, soprattutto nella parte finale della partita. E’ andata così, se Sarri dice così allora è vero, credo serva pazienza altrimenti va tutto in fumo".
La Lazio può lottare fino all’ultimo per questo scudetto? “Spero, così il campionato è più emozionante e vivo. La squadra di Inzaghi, così come Inter e Atalanta , sta facendo un campionato spettacolare, mettendo in campo prestazioni splendide. Mi auguro che reggano fino alla fine.”
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