Rivali dal 1986

Derby dell’Arno: Fiorentina ed Empoli, da amici a rivali per colpa di Ekström

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C'è chi non lo considera neanche un derby, per i tifosi della Fiorentina la rivalità più accesa è quella col Pisa. Inizialmente le due fazioni andavano d'amore e d'accordo, tutto cambiò nella stagione 1986-1987, la prima in Serie A...
Vincenzo Bellino
Vincenzo Bellino Redattore 

Un derby che racconta due anime della Toscana, l'orgoglio fiorentino e la resilienza empolese. Il Derby dell'Arno deve il suo nome al fiume che attraversa entrambe le città, un elemento geografico che simboleggia la vicinanza ma anche la separazione tra Firenze ed Empoli. La rivalità calcistica inizia a prendere forma negli anni '80, quando l'Empoli comincia a farsi spazio tra le grandi del calcio italiano. La storica promozione in Serie A della squadra azzurra nella stagione 1986-1987 segna uno spartiacque, portando per la prima volta il piccolo club toscano a sfidare i giganti viola.

A differenza delle rivalità cittadine, come quella tra Roma e Lazio, il derby tra Fiorentina ed Empoli è un confronto più “regionale”. I tifosi fiorentini, abituati a sfidare club di maggiore blasone, guardano talvolta con sufficienza i cugini empolesi, considerati i "piccoli del quartiere". Dall'altra parte, gli empolesi vivono ogni sfida contro la Fiorentina come un'occasione per dimostrare che anche Davide può sfidare Golia, con orgoglio e determinazione.

Ekström, il pomo della discordia

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A rovinare l'idillio tra le due tifoserie fu Johnny Ekström, attaccante che l'Empoli nella stagione 1986-1987, la prima in massima serie, acquistò nella sessione di mercato estiva dal Goteborg. Il centravanti svedese realizzò il primo gol in massima serie proprio contro la Fiorentina, una rete che non solo decise il primo storico confronto al Castellani tra la formazione azzurra e quella Viola, ma divenne presto il simbolo di un derby che da lì in poi sarebbe stato vissuto con passione e tensione crescente.

Fiorentina-Empoli, una sfida tipicamente toscana

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La rivalità tra Fiorentina ed Empoli è stata da sempre arricchita da una sana dose di ironia, che ha dato un tocco di brio a una competizione storica, mai priva di goliardia. Le due città, fortemente legate alla passione per il calcio, hanno spesso utilizzato il sottile sarcasmo come forma di sfottò. Dalle battute sui carciofi (simbolo della cucina empolese) alla parodia sulla bistecca fiorentina, non sono mai mancati i riferimenti ai piatti tipici per stemperare la tensione. Ma la vera "sfida nella sfida" è quella degli striscioni, che negli anni hanno alimentato il trash-talking calcistico.

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Tra i più noti, quello dei fiorentini che, durante un derby ad Empoli, hanno ironizzato sulla struttura dello stadio dei rivali con la domanda: "Ma lo stadio che l'avete preso all'Ikea?", un chiaro rimando alle tribune del Castellani. A questo, gli empolesi hanno risposto con l'ironica e pungente: "Ci corre più punti che chilometri"; durante il periodo di Calciopoli la Fiorentina ricevette diversi punti di penalizzazione, superiori alla distanza chilometri tra le due città (Empoli e Firenze). Una distanza minima che, però, non ha mai impedito che la rivalità si mantenesse sempre accesa.

Un altro striscione rimasto nella memoria collettiva è quello che ricordava l'episodio storico di Farinata degli Uberti, il nobile ghibellino che si oppose alla distruzione di Firenze. "Farinata, che cazzata". Anche in questo caso la risposta non si fece attendere: "Empoli: senza storia senza targa", l'ennesima sottolineatura della differenza tra capoluogo e provincia da parte dei fiorentini.

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