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GIovanni Udovicich per il Novara è il giocatore più amato e quello con più presenze in azzurro. Un amore durato in campo 18 anni e che dura, e durerà, nel tempo. Nato a Fiume, emigrò con i genitori a Novara nel 1946 e debuttò in azzurro a 18 anni per ritirarsi a trentasei. E’ un esempio di “giocatore-bandiera”.

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di Simone Balocco Nel calcio si parla di “calciatore-bandiera” per definire un giocatore che milita per tantissimi anni (se non tutta la carriera) in una sola squadra, diventandone l’icona ed il giocatore più rappresentativo. Il calcio...

di Simone Balocco

"Nel calcio si parla di “calciatore-bandiera” per definire un giocatore che milita per tantissimi anni (se non tutta la carriera) in una sola squadra, diventandone l'icona ed il giocatore più rappresentativo. Il calcio ne ha avuti a bizzeffe di calciatori bandiera che dal campo sono passati a ricoprire ruoli dirigenziali o ad allenare le squadre per cui erano state delle bandiere. L'elenco è infinito e la paura è che questo tipo di calciatore sparirà pian piano con l'andare nel tempo.

"Il Novara Calcio, nella sua centenaria storia, ne ha avuti di giocatori iconici che hanno scritto grandi pagine di calcio cittadino noti anche al di fuori della città e della provincia. Il principale è stato, senza ombra di dubbio, Giovanni Udovicich. Di ruolo (allora) stopper, “il Nini” ha militato nel Novara per diciotto stagioni consecutive (1958-1976) per un totale di 516 presenze e dieci reti.

"Figlio di esuli fiumani, a sei anni lui e la sua famiglia dovettero lasciare la loro terra natale perché cacciati dagli jugoslavi titini che non volevano italiani nel territorio che da pochi mesi era diventato la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Gli Udovicich e tanti loro “colleghi” trovarono riparo a Novara e si insediarono in una nuova zona della città dove risiedevano tutti i profughi da quelle terre, il Villaggio Dalmazia.

"Loro, come tutti gli esuli, non furono ben visti dal resto della popolazione e ci volle tempo prima che si integrassero. Giovanni nel frattempo aveva deciso il suo destino: diventare un calciatore. Grazie al Torneo dei ragazzi di don Aldo Mercoli, Udovicich nel 1954, a 14 anni, entrò nel settore giovanile del Novara e da lì nacque una storia d'amore che durò fino al 1976. Sarà stato un caso o forse il destino, ma per un Udovicich che iniziava la sua storia con la maglia azzurra, ecco un Silvio Piola che lasciava la maglia azzurra. Una sorta di passaggio di consegne tra il futuro recordman di presenze ed il primatista di reti azzurre in Serie A.

"Se Udovicich giocasse ora sarebbe il classico difensore roccioso, mentre allora il suo ruolo era quello di stopper, ma debuttò come...attaccante: era il 9 febbraio 1958 e a Bari, nell'allora Stadio della Vittoria, il Novara perse 3-0 e lui debuttò come peggio non si poteva. Del resto, mister Evaristo Barrera non aveva altri elementi da schierare e optò per l'alto e magro giocatore da poco maggiorenne. La sua prima partita da “stopper” invece è datata 18 maggio 1958 e a partire dalla stagione 1960/1961 Udovicich divenne titolare inamovibile divenendo poi capitano della squadra.

"Erede di quel numero 5 appartenuto ad un altro mostro sacro della storia del Novara (Edmondo Mornese), Udovicich divenne un idolo di tutta la tifoseria azzurra che si innamorò di lui subito per via della sua semplicità e del suo carisma e anche perché rifiutò le lusinghe delle squadre di Serie A pur di rimanere a Novara. Eh sì, perché Nini Udovicich ebbe offerte da Roma e Atalanta, ma lui volle rimanere fedele alla causa azzurra ed è per questo motivo che oggi il nome “Giovanni Udovicich”, sopratutto per i tifosi azzurri over 50, è un esempio di lealtà e fedeltà alla maglia.

"Delle 517 presenze totali, ben 386 furono in serie cadetta, categoria nella quale chiuse la carriera il 30 maggio 1976 contro la Ternana: usci al 71' per infortunio e non entrò più in campo. L'anno dopo senza di lui, il Novara retrocesse in Serie C e tornò in cadetteria solo nel campionato 2010/2011. Udovicich guida la classifica dei giocatori del Novara con più presenze davanti ad Ambrogio Baira (496 presenze totali) e Fausto Lena (352): è riuscito a giocare in squadra con entrambi. In diciotto anni, Udovicich vinse due tornei di Serie B (stagione 1964/1965, 1969/1970) agli ordini di Peppino Molina e Carlo Parola, due tra i tecnici più importanti della storia del club nato il 22 dicembre 1908.

"Udovicich ne ha disputati diversi di derby regionali (Torino, Alessandria, Biellese, Ivrea, Casale, Asti, Derthona e Verbania), oltre ad alcuni “derby del Ticino” contro la Pro Patria. Ma se quello che stiamo vivendo è un calcio “2.0” e “mordi e fuggi”, molti sui social network e blogger hanno creato pagine e contenuti dedicati al calcio del passato ed ogni volta che appare la “figu” o un'immagine di Udovicich, anche i tifosi di altre squadre di altre zone d'Italia scrivono il suo nome, ricordando di quanto era famoso ai tempi. Tempi di un calcio diverso, di provincia. Tempi nostalgici che sono ricordati ancora oggi non solo dai meno giovani, ma anche dalle nuove generazioni cresciute (calcisticamente) all'ombra di nonni e padri che li hanno cresciuti ricordando il bel calcio di provincia di una volta.

"E la figurina di Udovicich, a Novara come nel resto d'Italia, era davvero contesa. Udovicich oggi è un pensionato di 79 anni che quando può segue al “Piola” le performance del Novara e quando la squadra azzurra ha giocato l'ultima volta in Serie A (stagione 2011/2012), in molti, tra il serio ed il faceto, avevano fatto un appello affinché Udovicich venisse tesserato anche solo per una partita e farlo debuttare in maglia azzurra in massima serie anche solo pochi secondi nella serie dove non giocò mai giusto per dire che “Nini” Udovicich aveva giocato in Serie A con la maglia della “sua” squadra.

"Che tempi quel Novara con la coppia difensiva Udovicich-Vivian. Che grinta nel rettangolo di gioco dell'"Alcarotti", che grinta sugli spalti del vecchio impianto sportivo novarese. Oggi se si scrive su un motore di ricerca “Giovanni Udovicich”, appaiono pagine e pagine di articoli dedicati al mitico e roccioso difensore di Fiume, novarese d'adozione con la maglia azzurra indosso, la fascia di capitano al braccio e le braccia conserte.

"Capitano come tanti altri immortali della storia ultracentenaria del club: da Edmondo Mornese ad Ambrogio Baira, da Silvio Piola a Raffaele Rubino, da Antonio Veschetti a Carlalberto Ludi. Gente che ha fatto la storia del club. Udovicich significa non solo avere il magone per i tempi che furono, ma pensare anche ad un calcio più bello e passionale. Non a caso in Curva Nord, il feudo del tifo del Novara al “Piola”, da tre stagioni sventola un bandierone con l'immagine stilizzata di Giovanni Udovicich in maglia azzurra su sfondo bianco ed un'altra con stilizzata la cupola di San Gaudenzio e la scritta “Nuares” (traduzione Novaresi) che girano per gli stadi d'Italia a mostrare i due simboli della città: il profano ed il sacro.

"Perché se i millennials non conoscono (o sanno poco) di questo difensore elegante e ruvido alla stesso tempo, quelli più agés se lo ricordano eccome perché Giovanni Udovicich è stato un simbolo di un calcio d'altri tempi che poco ha da spartire con questo attuale. Anche se per i tifosi del Novara i tempi “azzurri”, a prescindere, sono sempre belli.