di Simone Balocco -
calcio italiano
Rubino esulta dpo il goal del pareggio 1-1durante la partita del campionato di Serie A Novara-Parma allo stadio Silvio Piola di Novara oggi 26 novembre 2011. ANSA/FABIO BOZZANI
di Simone Balocco – Raffaele Rubino è uno che ha scritto la storia del Novara ed in piccola parte anche del calcio italiano. Arrivato in Piemonte nell’estate 2001 dopo diciotto mesi pessimi alla Pro Sesto, Rubino, nato lo stesso...
Raffaele Rubino è uno che ha scritto la storia del Novara ed in piccola parte anche del calcio italiano. Arrivato in Piemonte nell'estate 2001 dopo diciotto mesi pessimi alla Pro Sesto, Rubino, nato lo stesso giorno di Gennaro Gattuso (9 gennaio 1978), non ha mai vinto scudetti, Champions o giocato e vinto un Mondiale, ma è nel cuore dei tifosi azzurri per le tante prestazioni positive e per i suoi tanti gol: 92 in 283 partite giocate, a due lunghezze dal top scorer Marco Romano.
Fino al suo approdo alla Pro Sesto, Rubino era considerato un “samurai”, un giocatore che giocava con impegno e costanza. Volle ripartire dopo un anno amaro e scelse il Novara. Debuttò il 2 settembre 2001 a Firenze nel match esterno con la Rondinella al “Due Strade”, mentre la prima rete la segnò il 16 settembre 2001 a Valenza. Fece coppia quella stagione con un altro attaccante di categoria, Max Palombo. Li hanno chiamati i “Calypso boys” come il duo del Manchester United (Dwight Yorke e Andy Cole): Rubino segnò 16 reti, Palombo 14 ed il Novara arrivò terzo, ma perse la semifinale play off contro la Pro Patria. Rubinò non giocò per infortunio: chissà se avesse giocato, cosa sarebbe successo. Non lo sapremo mai, però.
Sono tanti i momenti alti dell'avventura di Rubino sotto la cupola di San Gaudenzio, due in primis. Due gol diversi in due serie calcistiche diverse: il 4 novembre 2001 e il 26 novembre 2011. Serie C2 da un lato, Serie A dall'altra. Nel primo caso si giocava il “derby delle risaie” contro la Pro Vercelli. Un match che per le tifoserie è una cosa a parte in stagione. Domenica 4 novembre 2001 si giocò al “Piola” vercellese e il Novara vinse 2-3 e chi segnò i gol novaresi? Un solo calciatore, Raffaele Rubino: il primo di destro (grazie ad un errore di un difensore avversario), il secondo di testa, il terzo su rigore. Per la terza volta, un giocatore del Novara aveva segnato tre reti nel derby. Dino Sicuranza, un anno dopo (era il 3 novembre 2002), si era fermato a due e da allora nessun giocatore del Novara, nel derby, aveva segnato più di un gol nel match più atteso tra le due tifoserie.
Per Rubino quella stagione in azzurro fu la rinascita dopo anni di delusioni e di stagioni ai margini del calcio (Bisceglie, Noicattaro, Brescello) tra Dilettanti, C2, una mezza stagione in C1. Nell'estate 2007 convinto dallo stesso direttore sportivo che lo aveva portato a Novara sei anni prima (Sergio Borgo) e da una nuova dirigenza azzurra che sembrava voler fare davvero sul serio, Rubino tornò a Novara per la quarta volta e decise di mettere radici definitivamente. Tra il 2002 ed il 2007 aveva lasciato la squadra quattro volte per tentare fortuna calcistica altrove: Siena, Torino, Salerno, Perugia.
Dalla stagione 2007/2008 alla 2013/2014, Rubino si prese la fascia di capitano e fu tra i protagonisti della storia azzurra: cinquantasette reti ed una voglia di spedire al mittente tutte le critiche ricevute negli anni precedenti accusandolo di essere un mercenario. Anche se non era il capitano “in campo” perché spesso fu relegato in panchina, Rubino è stato il capitano del Novara ogni volta che mister Tesser lo gettava nella mischia o partiva titolare. Anche in Serie B. Ed il gol contro il Crotone in casa il 4 dicembre 2010 fu storico: Rubino aveva segnato un gol in tutte le categorie politiche con la maglia azzurra, mai nessuno c'era riuscito. Mancava solo un gradino: la Serie A. Mai nessuno ci era riuscito in Italia, un'impresa difficile da realizzare ma anche impensabile allora.
Invece il Novara a fine stagione vinse i play off e volò in Serie A dopo 55 anni. Nonostante partisse come quinta punta, Rubino rimase a Novara perché voleva scrivere la storia, anche a Novara. Fino alla gara del 26 novembre, Rubino aveva giocato una sola partita. Il menu offriva l'anticipo tardo pomeridiano del 12° turno e al “Piola” arrivò il Parma di Giovinco. Il Novara non vinceva una partita dal colpaccio casalingo contro l'Inter del 20 settembre precedente e da allora aveva più perso che pareggiato. E anche contro i ducali il canovaccio fu uguale: vantaggio ospite con autogol azzurro dopo ventinove minuti.
Il Novara ci provò, ma la difesa parmense e Mirante non subirono scossoni. Se non che al 70 minuto, Rigoni prese palla sulla sinistra. Il numero 10 novarese arrivò fino in fondo e crossò in area. La palla si alzò e su di lei si avventò di testa Rubino che prese il tempo su Mirante. Gol e pareggio azzurro. Ma quello non fu solo un gol ed il pareggio azzurro, quello fu il gol della storia: Rubino era diventato il primo calciatore a segnare con la stessa maglia in tutte le categorie professionistiche nazionali. “Lele” ce l'aveva fatta. Lo stadio esplose, Rubino cadde in ginocchio e scoppiò in lacrime sovrastato dai compagni. Il massaggiatore gli diede una t-shirt bianca con la scritta “Record” in pennarello nero.
Rubino si era tolto la soddisfazione più grande della sua carriera. Il Novara a fine campionato retrocesse, ma Rubino rimase a Novara fino alla fine del suo contratto, che scadeva il 30 giugno 2014. Due stagioni diverse: play off promozione persi, play out retrocessione persi. L'unica nota positiva per Rubino fu l'aver prima eguagliato (il 10 febbraio 2014 contro il Brescia) e poi superato (il 15 marzo 2014) Piola al secondo post nei marcatori di sempre del Novara nei campionati, coppe escluse. Se non riuscì Totti a superare Piola, ci riuscì Rubino. Record diversi, ma sempre record. “Lele” lasciò la città e la maglia e si accasò al Prato, dove chiuse la carriera. Sarà un caso, ma con i toscani segnò otto reti: se fosse rimasto in azzurro e avesse segnato lo stesso numero di gol, ora Rubino sarebbe il miglior marcatore della storia azzurra in campionato. Ma con i se e con i ma non si racconta il calcio.
Ora Rubino è il ds del Trapani, in Serie C, dopo aver lavorato con Bari e Parma. Da giocatore il 15 dicembre 2012 quando entrò al San Nicola della sua Bari, lo stadio gli dedicò un applauso e una standing ovation. Proprio nello stadio della squadra della sua città dove non fu mai Nemo propheta in patria nonostante avesse vinto, nel 1994, il titolo Nazionale “Allievi”. Il record di Rubino è stato poi migliorato da Lorenzo Pasciuti ed Alessandro Lucarelli con le maglie di Carpi e Parma. In particolare, Pasciuti divenne il primo a segnare con la stessa maglia dalla Serie D alla Serie A e quel gol lo fece in un giorno particolare: il 9 gennaio 2016, giorno del 38° compleanno di Rubino.
Novara e Rubino, Rubino e Novara: una love story nata per caso e caratterizzata da tenacia, costanza, fede e gol. Tanti gol. Perché ci sono giocatori che vanno e che vengono, ma sono in pochi quelli che rimangono nel cuore e nelle menti dei tifosi. Sia perché segni tre gol in un derby o perché segni un gol storico che ti elegge a re della provincia (calcistica) e diventi un'istituzione.
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