Johan Cruijff, l’uomo che rivoluzionò il gioco del calcio
Dutch footballer Johan Cruyff of FC Barcelona, UK, March 1974. (Photo by Robert Stiggins/Express/Hulton Archive/Getty Images)
Ripercorriamo insieme la carriera nel mondo del calcio di uno dei giocatori più forti di tutti i tempi che, con la sua filosofia di gioco, rivoluzionò lo sport.
Jacopo del Monaco
Oggi Johan Cruijff, il cui soprannome era il Profeta del gol, avrebbe compiuto 78 anni. Inventore di un gesto tecnico che porta il suo nome, è considerato una leggenda del calcio. Fu il simbolo di un sistema di gioco che ha rivoluzionato il pallone: il totalvoetbal, cioè il calcio totale. Soprannominato da Gianni Brera il Pelé bianco, giocava come trequartista o centravanti, si occupava di impostare il gioco ed aveva diverse doti come la finalizzazione, visione di gioco, velocità e dribbling. Il giornalista Federico Buffa, nella prefazione dell'autobiografia postuma dell'olandese La mia rivoluzione, scrisse: "Ha fatto la rivoluzione due volte, coi piedi e con la testa".
Gli inizi ed i successi all'Ajax
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Nato ad Amsterdam nel 1947, crebbe nel quartiere di Betondorp, vicino al De Meer, vecchio stadio dell'Ajax. I suoi genitori possedevano un negozio di frutta e verdura ed il padre, venuto a mancare quando lui aveva 12 anni, non saltava mai una partita dei lancieri. A 10 anni, Cruijff entrò a far parte del settore giovanile dell'Ajax. Nel 1964, Vic Buckingham lo fece esordire il prima squadra contro il Groningen e, una settimana dopo, segnò il suo primo gol contro il PSV. L'anno seguente, con l'arrivo di Michels, inizò l'era del calcio totale: arrivarono diversi titoli nazionali e, nel 1969, gli olandesi persero la finale di Coppa dei Campioni contro il Milan. Il '66 fu l'anno del suo esordio, con gol, in Nazionale contro l'Ungheria. Dal 1970, Johan iniziò ad indossare il suo iconico numero, il 14. Nel 1971, arrivò la prima Coppa dei Campioni dopo aver battuto il Panathinaikos in finale e Cruijff vinse il suo primo Pallone D'Oro. La stagione successiva, con Kovacs in panchina, fu quella del triplete: campionato, coppa nazionale e coppa continentale vinta contro l'Inter. Divenuto capitano dell'Ajax, vinse ancora una volta Eredivisie e Coppa dei Campioni contro la Juventus.
Nell'estate del 1973, anno del secondo Pallone D'Oro, dopo una lunga trattativa, Johan Cruijff passò la Barcellona. Lì ritrovò Michels ed esordì in Spagna il 28 ottobre, segnando due gol contro il Granada. Grazie al lavoro dei due olandesi, il Barça vinse la Liga. Nel 1974 si tenne il Mondiale in Germania Ovest. In quell'edizione, Cruijff era il capitano dell'Olanda e la maglia che indossava, sponsorizzata Adidas, aveva solo due strisce, visto che lui aveva un contratto con Puma. Quella Nazionale, che applicò il calcio totale, divenne famosa col nome di Arancia Meccanica, arrivò in finale ma perse contro i padroni di casa. Quell'anno, il Profeta del Gol vinse il suo terzo Pallone D'Oro. Il '78 fu l'anno in cui lui e la sua famiglia subirono un sequestro. Per questo motivo, scelse di non partecipare al Mondiale di quell'anno e si ritirò a 31 anni. Sotto suo consiglio, il Barça creò nel 1979La Masia, sistema giovanile in vigore ancora oggi.
Gli ultimi anni da calciatore
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L'anno dopo, Cruijff tornò sui suoi passi andando a giocare nel Stati Uniti. Vestì due maglie: Los Angeles Aztecs e Washington Diplomats. Nel 1981, tornò in Europa con la maglia del Levante dopo il mancato passaggio al Leicester City. In quell'estate, il Milan, neopromosso in Serie A, provò a prendere l'olandese e lo mise alla prova in un torneo amichevole. La sua scarsa forma fisica, però, fecero saltare la firma. A fine anno, tornò all'Ajax, dove giocò insieme a due giovani Rijkaard e van Basten, il quale esordì nel 1982 sostituendo proprio il Pelè bianco. In quegli anni, vinse altri due campionati ed una coppa nazionale. Giocò la sua ultima stagione (83/84) da calciatore col Feyenoord, dove vinse due titoli nazionali, per poi ritirarsi dall'attività agonistica.
La carriera da allenatore
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Nel mese di giugno del 1985, Johan Cruijff divenne allenatore dell'Ajax. Sulla panchina della squadra di Amsterdam, vinse due Coppe olandesi e la Coppa delle Coppe nel 1987 contro il Lokomotive Lipsia grazie al gol di van Basten. Nella sua autobiografia, Cruijff considera se stesso ed il Cigno di Utrecht"i giocatori olandesi più forti della storia del calcio: io sono un giocatore di movimento, lui un giocatore d'area". Nel 1988, il classe 1947 tornò al Barcellona come allenatore e ricostruì la squadra. Tra cessioni, acquisti come quelli di Ronald Koeman e Michael Laudrup e l'esordio di canterani come Pep Guardiola, i Blaugrana vinsero ben 11 trofei in 7 stagioni. Spicca, in particolar modo, la Champions League del 1992 vinta contro la Sampdoria di Boskov. Due anni dopo, tornò in finale di Champions contro il Milan, che giocò senza Baresi e Costacurta. Alla fine, i rossoneri vinsero 4-0. L'avventura sulla panchina Blaugrana terminò con un esonero nel 1996.
Problemi di salute ed impegno sociale
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Negli anni '90, Johan Cruijff ebbe diversi infarti che lo portarono ad interrompere la carriera da allenatore. Nel 1991, divenne testimonial di uno spot contro il fumo. Il motto era: "Nella mia vita, ho avuto solo due vizi: il calcio, che mi ha dato tutto, ed il fumo, che stava per togliermelo". Ad un certo punto della sua vita, l'olandese sostituì le sigarette coi lecca-lecca. In seguito, diede vita alla Cruijff Foundation, grazie alla quale sono state costruite diverse scuole calcio. L'olandese morì il 24 marzo 2016 a causa di un tumore ai polmoni, che gli fu diagnosticato pochi mesi prima.