Bologna, è la tua sera. Come direbbe il compianto Lucio Dalla una “sera così dolce che si potrebbe bere, da passare in centomila in uno stadio”. Non solo, è la notte di Vincenzo Italiano, finalmente libero da un’etichetta di perdente che non si meritava. È la notte di Dan Ndoye, autore del gol decisivo e definitivamente consacrato. Infine è notte fonda, una di quelle in cui piove a dirotto e tira vento, per il Milan: per i rossoneri è buio pesto dopo la sconfitta con il Bologna.
Coppa Italia
Bologna, la sera dei miracoli è arrivata. Per il Milan la stagione è fallimentare

ROME, ITALY - MAY 14: Lewis Ferguson, Lorenzo De Silvestri and Riccardo Orsolini of Bologna lift the Coppa Italia trophy as their team mates celebrate after the team's victory in the Coppa Italia Final match between AC Milan and Bologna at Stadio Olimpico on May 14, 2025 in Rome, Italy. (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

Dal 1974 al 2025: Bologna fa festa dopo 51 anni
—L’ultima volta che il Bologna ha vinto la Coppa Italia nel nostro paese si discuteva se fosse giusto o meno che il divorzio fosse previsto dalla legge. Negli Stati Uniti Richard Nixon si dimetteva dalla carica di presidente, a Conegliano nasceva il piccolo Alessandro, di cognome Del Piero, e la Germania Ovest di Beckenbauer e Muller diventava per la seconda volta campione del mondo. Era il 1974. Una vita fa… probabilmente una vita intera per i tifosi del Bologna, sognando una notte come questa. Finalmente è arrivata. Nel modo più dolce di tutti, battendo una delle big del nostro paese. Per i rossoblù il giorno della festa è oggi, una festa iniziata ben prima della partita e che, siamo certi, finirà ben dopo. Una festa alla quale non ha voluto mancare nessuno, con i 30.000 al seguito della squadra e la loro spinta incessante. Per loro è la sera più bella vissuta da sostenitori rossoblu, sulle ali di un magico Bologna.

Un successo che arriva da lontano
—Dietro al successo di una squadra e di una città intera c’è il grande lavoro svolto in silenzio in questi anni della proprietà Saputo. Arrivata in Emilia-Romagna nel 2015, dieci anni dopo il Bologna è una delle principali realtà del nostro calcio. Sono stati dieci anni intensi, con la promozione dalla Serie B, le annate nei bassifondi della classifica, la devastante scomparsa di Mihajlovic. Poi, una scelta: per la stagione 2022/23 un nuovo responsabile dell’area tecnica, Giovanni Sartori. Sartori, già capace di rendere grandi Chievo e Atalanta, l’ha fatto di nuovo. Con Thiago Motta prima e Italiano poi ha creato una realtà ambiziosa ma solida, senza mai dimenticarsi di tenere i piedi per terra. Il risultato? Prima la storica qualificazione in Champions League, poi un memorabile successo come quello di stasera.

Ndoye decide Bologna-Milan e diventa grande
—Della partita c’è poco da dire: è stata una finale non bellissima, iniziata forte e finita piano. Il Bologna ha fatto il Bologna, con Italiano che non ha snaturato i suoi saldissimi principi di gioco. Il Milan ha fatto il (solito) Milan: ripartenze, qualche fiammata, nessuna reazione dopo il gol subito. Tutto, tristemente per i tifosi rossoneri, perfettamente in linea con questa stagione, eccezion fatta per i derby e poco altro. L’orgoglio e la voglia di dare una chiusura degna a una stagione tutt’altro che tale sono svaniti, veloci come il vento, dopo il gol di Ndoye. Già, il gol di Ndoye, arrivato a Bologna quasi da promessa a inizio della scorsa stagione, diventato la più grande certezza dei felsinei. La velocità c’è sempre stata, la qualità, la duttilità e lo spirito di sacrificio anche: mancavano i gol. Due l’anno scorso, nove quest’anno, tra cui, stasera, il più importante di tutti. Ora che ci sono anche le reti Ndoye è davvero un gran giocatore.

La rivincita di Vincenzo Italiano
—A Bologna è tempo di soddisfazione anche per Vincenzo Italiano. Un allenatore spesso criticato, cresciuto partita dopo partita in questa stagione con i rossoblù. Dopo le annate positive ma non esaltanti di Firenze, con la sensazione che mancasse sempre qualcosa per alzare una coppa, finalmente Italiano ha potuto togliersi questo sfizio. Lo ha fatto, e questa per lui sarà sicuramente la rivincita più grande, giocando al suo solito, almeno nel primo tempo. Poi, quando il Milan ha cambiato modulo dopo il gol, Italiano ha risposto modificando anche il suo Bologna, con Casale al posto di Orsolini. Una mossa vincente, che ha imbrigliato i rossoneri, consentendo ai rossoblù di condurre in porto la nave.

Milan, la lezione più importante te la dà il Bologna
—Chi, invece, ha fatto naufragio nella burrasca è Conceicao. Non è da solo: con lui c’è tutta la proprietà e la dirigenza del Milan. Una serie di scelte oggettivamente non azzeccate, sul campo e fuori, hanno portato a questa annata fallimentare.

Una stagione che fa venire a galla tutti gli sbagli commessi in questi anni. In primis, quello di credere che una squadra si costruisca a partire da dati, algoritmi e pentagoni. Maldini, autore a sua volta di vari errori, rappresentava esattamente la faccia opposta della medaglia. Un dirigente in grado di comprendere l’umanità dello sport e del calcio in particolare grazie ai suoi trascorsi, capace di ridare al Milan, prima di tutto, un’identità. Una volta estromesso lui la dirigenza attuale, guidata da Furlani e Moncada, ha commesso lo sbaglio più grande possibile: pensare che il calcio sia una scienza matematica. Un errore imperdonabile, frutto dell’inesperienza e del modello di business di Redbird. Per fortuna, lo insegna il Bologna di Saputo, Sartori, Italiano, Ndoye e tutti gli altri, il calcio è molto di più.
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