LAZIO IN E MILAN QUASI OUT

Gruviera e champagne

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Qui Borussia Dortmund: della squadra di Terzic hanno impressionato Hummels (34 anni) ed è piaciuto Emre Can.
Redazione Derby Derby Derby

analisi Facebook di Roberto Beccantini -

A San Siro, sotto la zazzera rossa di Sinner, un povero Diavolo, povero di giocatori e di gioco, si arrende al calcio libero e semplice del Borussia Dortmund: 1-3. Un Milan che Pioli non riesce a scuotere, tradito com’è dai califfi. In ordine: Giroud. Si fa parare da Kobel il rigore-lampo del possibile 1-0 (mani-comio di Schlotter-beck) e scompare, letteralmente. Theo Hernandez: lui, ecco, non compare mai. Maignan: sul tiro di Adeyemi, il tiro della sentenza, non proprio il massimo della reattività.

Milan quasi fuori, Lazio agli ottavi. C’est la Champions

Da penalty a penalty, questi impostori: non sbaglia, Reus (pedatina di Calabria, un disastro). Le bollicine e i dribbling di Chukwueze propiziano la riscossa del pari. Ma Pulisic là dove c’era l’erba di Leao non è la stessa cosa. Non poteva giungere da Adli, Loftus-Cheek (il più grigio), Reijnders la svolta, anche se magari qualcuno ci contava. Sull’1-1 si è infortunato persino Thiaw (il ventiseiesimo della lista, seguirà inchiesta): con Krunic stopper d’emergenza la difesa, barcollante a ogni contropiede e tenuta su di peso da Tomori, ha ceduto di schianto. Splendida l’azione che ha stappato il raddoppio di Jamie Bynoe Gittens, già protagonista del rigore: classe 2004, come Chaka Traoré, entrato agli sgoccioli. Fate un po’ voi. Per la cronaca, ma solo per quella, palo di Jovic e traversa di Fullkrug.

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Lazio-Celtic 2-0. La doppietta di Immobile, panchinaro doc, agiterà il solito, barboso tormentone: ha azzeccato i cambi, Sarri, o sbagliato gli «starting eleven»? Sto con il risultato. Ciro: segna solo lui, ormai. In entrambi i casi, su iniziative di Isaksen, medaglia d’argento dopo l’oro del capitano. Non una Lazio in smoking, ma neppure in bermuda come a Salerno. Di lotta, a caccia della polpa. Di scozzese, l’orientaleggiante Celtic di Rodgers ha conservato poco: palla avanti e ricamare, un paio di occasioni, ma un punto in cinque gare. Ultimo al traguardo. C’era una volta la saga di Jock Stein. Altri tempi, altro secolo.

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