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Intervistato in una diretta Instagram da Sottoporta, Matteo Materazzi, agente sportivo e fratello di Marco, ha svelato dettagli sul suo lavoro, retroscena e ricordi mondiali.
“Giocavo a calcio, facevo l’attaccante ma segnavo poco – rivela –, ho smesso a 24 anni e ho cominciato a lavorare. La nomina del mio lavoro negli anni è cambiata: agente, procuratore sportivo, agente Fifa, non si capisce molto. Ma adesso, da un anno, siamo tornati a essere quello che eravamo prima, agenti sportivi e intermediari che fanno operazioni nel mondo del calcio in modo ufficiale. Prima c’era una baraonda ed eravamo poco tutelati perché chiunque poteva farlo”.
Poi racconta: “Tanti anni fa mio papà (Giuseppe, ndr) era andato ad allenare lo Sporting Lisbona. Quando poi andò via, il nuovo allenatore decise di puntare sui giovani. De Lucia, l’allenatore in seconda che c’era con mio padre, rimase lì e mi chiamò dicendomi che in rosa ci poteva essere ‘un nuovo Paolo Di Canio’. Arrivo a Lisbona e c’era un ragazzetto sulla fascia che andava a 200 all’ora. Era Cristiano Ronaldo”.
“Oltre a lui – racconta Materazzi –c’erano Quaresma e Hugo Viana, e parlo con lui perché era il più grande. Mi dirotta da Jorge Mendes, che era il procuratore di tutti e tre, e mi invita a cena. Stava per nascere qualcosa, potevamo lavorare insieme ma, per correttezza verso altre persone, non si è fatto niente. Con Jorge però sono rimasto in ottimi rapporti”.
Infine un ricordo sui Mondiali di Germania: “Il 9 luglio 2006 ero in tribuna a Berlino. Quando segnò mio fratello esultai insieme a uno svizzero con le bandierine del suo paese sulle guance. Dopo che ci siamo abbracciati, mi domandai il perché di questo. La testata di Zidane non si era vista, i francesi fischiavano Marco, ma quando fecero vedere il video ci fu un boato assurdo. Se Marco ha commesso una scenata, ha fatto pure bene; lui si è portato a casa la coppa, Zidane una figuraccia”.
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