Pandemia, dura polemica su Neymar: ha organizzato una mega festa nella sua villa in Brasile?

Che ne penserà il suo nuovo allenatore Pochettino? Neymar, sempre lui, la star del Paris Saint-Germain ha ricevuto forti critiche in Brasile per aver promosso una presunta festa privata con 500 ospiti nel mezzo della pandemia. In un Paese in cui il coronavirus ha provocato più di 190mila morti e oltre 7,5 milioni i contagiati. Nelle ultime ore, il quotidiano O Globo ha riferito dell'evento, che sarebbe iniziato questo venerdì nella villa che il giocatore ha a Mangaratiba, a Rio de Janeiro, e che si protrarrà fino alla fine dell'anno. Inoltre, viene riferito che Neymar ha anche assunto una band per intrattenere gli ospiti durante i festeggiamenti. Inoltre, per non disturbare e non attirare l'attenzione dei vicini, ha costruito una discoteca sotterranea con protezione acustica su una proprietà situata a pochi metri dalla sua villa di 10.000 metri quadrati.

La casa dispone di tutti i comfort: una piscina riscaldata, una esterna, un eliporto, sei camere, una sauna, una sala spa e jacuzzi, un tavolo da ping pong, un campo da tennis e una palestra attrezzata. La stampa locale ha rivelato un altro dettaglio curioso: l'unica regola imposta dal calciatore brasiliano, che si sta riprendendo da un infortunio, è stata il divieto totale di utilizzo dei cellulari. Inoltre, gli ospiti non potranno registrare storie, video o pubblicare immagini sui social media. Sebbene l'idea fosse di mantenere il segreto più totale, le informazioni sono trapelate e hanno scatenato uno scandalo. Diversi media brasiliani hanno fatto eco alla notizia e Neymar, noto per le sue feste e celebrazioni, è diventato Trend Topic su Twitter tra un'ondata di rimproveri dovuti al fatto che la curva della pandemia è risalita in Brasile e una seconda ondata di contagi. La rapida escalation di casi e decessi nelle ultime settimane ha portato vari stati e comuni brasiliani a rafforzare ancora una volta le misure di distanziamento sociale per questa fine dell'anno, sia a San Paolo che a Rio de Janeiro.