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Tifose iraniane al ‘Renzo Barbera’ per Italia-Armenia

TEHRAN, IRAN - OCTOBER 10: Iranian Women's fans cheer during the FIFA World Cup Qualifier match between Iran and Cambodia at Azadi Stadium on October 10, 2019 in Tehran, Iran. (Photo by Amin M. Jamali/Getty Images)

L’iniziativa, accolta dalla Figc, è dell’associazione Mete Onlus, in collaborazione con l'Associazione dei Giuristi Siciliani-AGIUS e col sostegno del sindaco di Palermo

Davide Capano

L’accesso allo stadio in Iran fino a pochi mesi era vietato a tutte le donne per tutte le competizioni maschili, solo dopo l’ultimatum da parte della Fifa all’Iran affinché venisse garantita la parità di genere negli stadi e dopo il suicidio di Sahar Khodayar la ragazza morta dopo essersi data fuoco perché condannata a sei anni di carcere per essere entrata allo stadio, le autorità iraniane hanno consentito l’accesso allo stadio alle donne ma per ora solo per le partite internazionali.

“Questa notizia – spiega la consulente tematica della campagna, l’antropologa e giornalista Tiziana Ciavardiniseppur considerato un piccolo grande passo per l’emancipazione femminile, continua a discriminare in maniera dispotica la figura della donna nella società iraniana. C’è urgente bisogno che tutte le società sportive rivedano quale condotta adottare nei confronti di quei paesi come l’Iran che ancora impongono divieti e restrizioni nei confronti delle donne”.

Al Renzo Barbera saranno presenti anche altre iraniane che non affiancheranno però la delegazione per paura di essere identificate e condannate nel loro paese. La loro preziosa presenza sarà comunque a sostegno della campagna di Mete Onlus nell’attesa di vedere riconosciuti i propri diritti, con il libero accesso negli stadi anche per le partite del campionato nazionale in Iran. “Non è facile – spiega la presidente Butera – far comprendere la difficoltà relegata a questa azione: paura, oppressione, negazioni. Una fortissima azione di contrasto all'Iran, Paese nel quale è negato l'accesso allo stadio per le donne. Ci siamo riusciti, e per noi è motivo di gratificazione nell'ambito delle buone pratiche per ciò che concerne i diritti umani internazionali”.

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