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Unità di crisi serba, Darija Tepavcevic “salva” il derby di Belgrado: “Non è stato un evento ad alto rischio per il virus”

Darija Kisic Tepavcevic e il derby di Belgrado

Non ci si infetta solo in uno stadio, la tesi del medico serbo che fa parte del Comitato di crisi serbo contro il virus

Redazione DDD

La dott.ssa Darija Kisić Tepavčević è andata contro corrente e ha spiegato perché il derby di Belgrado delle scorse settimane, in coppa di Servua, vinto 1-0 dal Partizan sulla Stella Rossa, non è stato un evento ad alto rischio. In questo senso, dopo tante critiche ricevute dalle due squadre per aver consentito gli assembramenti dei tifosi, le visioni a questo punto sono diametralmente opposte. Pochi giorni fa, il dottor Predrag Kon e il dottor Branislav Tiodorović avevano affermato chiaramente e nettamente che giocare il derby di fronte a oltre 15.000 persone era stato molto rischioso e che allo stadio non dovevano esserci più di 5.000 spettatori.

In una delle ssua ultime apparizioni televisive, invece, la dottoressa Darija Kisić Tepavčević, membro dello Staff di crisi della Serbia, ha sostenuto che tutto andava bene perché i biglietti erano stati  venduti online: £ vedo che molti hanno condannato il derby, ma i tifosi non hanno in fondo dato vita ad un comportamento ad alto rischio. Poi si è parlato delle misure che dovevano essere applicate, ma anche dei tifosi che venivano dall'estero per il derby: "Il fatto che non siano state applicate misure più rigide dovrebbe contestato agli organizzatori della partita. Ma quelle persone che sono venute dall'estero, che erano state infettate e secondo loro a causa del derby, non passavano direttamente dai loro confini nazionali allo stadio, prima di arrivare al dergby hanno avuto altri incontri e contatti prima e dopo la partita. Dovremo sicuramente imparare a convivere con questo virus e ad accettare un certo rischio se andiamo a una determinata manifestazione. È più facile per tutti noi avere qualcun altro da incolpar. Continuiamo a dire che il virus è lì, hai la possibilità di andare, ma valuti anche il tuo rischio e ti consigliamo vivamente di comportarti bene se ci vai, e se non segui nessuno di questi consigli, allora non è colpa di qualcun altro se ti infetti", ha concluso Darija Kisić Tepavčević.

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