Pericolo scampato
Visualizza questo post su Instagram
Come si può vedere anche da queste immagini (riprese dal canale ufficiale della società), lo stemma degli 'Spartani' è stato scucito dalle magliette, lasciando sotto il segno della rimozione, dopo le polemiche contro Alexander Granko Arteaga, capo della direzione di controspionaggio militare (Dgcim), accusato di "atti di tortura e crimini contro l'umanità" da vari organismi internazionali legati all'Onu, nonché patron dell'Ucv.
"Il figlio di Granko Arteaga, Alexander Granko, indossa la maglia numero 47 ed è titolare dell'Ucv in Coppa Libertadores, portando sul petto la detenzione arbitraria di oltre 2.000 prigionieri politici e l'omicidio di più di 25 persone dal 28 luglio 2024", aveva denunciato Realtà Helicoide. Ma contro il Corinthians la scelta saggia di rimuovere dal petto lo scudetto con la figura di un combattente spartano, il simbolo del gruppo terrorista venezuelano.
E alla fine, anche il campo ha eliminato gli 'Spartani'
—
"È come se una squadra argentina durante la dittatura avesse giocato con l'emblema dell'Esma", avevano sottolineato anche Voci della Memoria. L'ultimo rapporto della Missione speciale dell'Onu afferma che "tra il 2017 e il 2022, Granko Arteaga ha ordinato, supervisionato e partecipato direttamente ad arresti, detenzioni arbitrarie, sparizioni forzate, torture, inclusa la violenza sessuale, e altri trattamenti o pene crudeli, disumane e degradanti". Per fortuna, però, questa volta si è scelta la via della ragione, provvedendo a scucire quel disgustoso logo dalle magliette degli ospiti che - per la cronaca - sono stati eliminati dalla competizione, cadendo per 3-2 a San Paolo. 4-3 il computo finale fra andata e ritorno, dopo l'1-1 maturato in Venezuela, anche se molti brasiliani sono rimasti delusi della mancata impresa sfiorata dal club di Granko Arteaga.