derbyderbyderby calcio estero La Norvegia oltre Haaland: la generazione che ha riacceso (e avverato) il sogno Mondiale

L'analisi

La Norvegia oltre Haaland: la generazione che ha riacceso (e avverato) il sogno Mondiale

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Dietro la rinascita della Nazionale norvegese, nascosta in piena vista, c'è una generazione di giocatori meno noti rispetto alle sue stelle, ma non per questo meno fondamentali.
Ruggero Gambino
Ruggero Gambino Redattore 

Se la Norvegia è virtualmente già ai prossimi Mondiali, non lo deve solamente ad Erling Braut Haaland. Certo, la stella del Manchester City è senz'ombra di dubbio il giocatore più decisivo della sua selezione. Lo dimostrano ampiamente i 14 gol (uno ogni 44 minuti) e 2 assist messi a referto in appena 7 partite in queste gare delle qualificazioni. Ma dietro al gigante con la numero 9, nascosta in piena vista, c'è una generazione di grandi talenti che, dopo quasi tre decenni di delusioni, hanno contribuito significativamente a riportare la propria Nazionale sui palcoscenici che contano davvero.

Il lungo digiuno della Norvegia: 28 anni lontani dai riflettori, nonostante Haaland

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Solo un'improbabile sconfitta con 9 reti di scarto contro l'Italia impedirebbe alla Norvegia di centrare il tanto atteso ritorno ai Mondiali, in quella che sarebbe la sua quarta partecipazione. 1938, 1994, 1998 e infine 2026, con il preciso obiettivo di andare oltre gli ottavi di finale raggiunti a Francia '98, ad oggi miglior piazzamento nella loro storia. Ma intanto, quel che conta sarebbe esserci, per lasciarsi alle spalle gli ultimi 28 anni in cui i vichinghi norvegesi hanno saltato l'appuntamento non solo mondiale ma anche europeo, dove mancano addirittura da Euro 2000.

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Dati che già di per sé confermano come la recente rinascita non porti la firma del solo Haaland. Del resto, a dispetto di ogni pronostico, nemmeno i suoi gol erano bastati nelle occasioni precedenti. Nel percorso verso Qatar 2022, la Norvegia terminò al 3° posto dietro la Turchia, senza accedere neppure ai playoff. Copione ripetutosi nelle qualificazioni ad Euro 2024, chiuse ancora una volta al 3° posto, alle spalle della meno quotata Scozia.

Norvegia, le co-star di Haaland: Sorloth e Odegaard

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In quella stessa rosa, rientravano le altre due stelle più note di provenienza norvegese, Alexander Sorloth e Martin Odegaard, anche loro più che decisivi nella più recente impresa. Per esempio, al di là delle 6 reti complessive siglate in queste qualificazioni, il centravanti dell'Atletico Madrid si è reso protagonista soprattutto in un momento delicatissimo dell'ultima gara contro l'Estonia.

Con il risultato ancora inchiodato sullo 0-0 al rientro dall'intervallo, è stato lui ad aprire le marcature con una doppietta in appena due minuti e, di conseguenza, indirizzare i suoi verso la cruciale vittoria che ha posto fine alle speranze dell'Italia di qualificazione diretta.

Secondo i dati riportati da Sofascore, il centrocampista dell'Arsenal è invece per distacco il giocatore con la valutazione media maggiore, superiore persino a quella di Haaland (8.76 contro l'8.16 della punta), frutto di 1 gol e 7 assist in 5 partite. Inoltre, l'ex Real Madrid è il secondo giocatore per grandi occasioni create (7), passaggi riusciti a partita (71.4, l'89% di quelli tentati) e dribbling riusciti a partita (2.8, il 485 di quelli tentati).

Ed è proprio grazie a queste particolari statistiche che veniamo a conoscenza delle reali hidden gem che hanno contribuito alla rinascita del movimento calcistico norvegese.

Le 5 hidden gem che hanno cambiato la Norvegia

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In primis, come non citare Antonio Nusa, baby talento classe 2005 del Lipsia, nonché oggetto dei desideri della Roma già dalla scorsa estate. Con 1 gol e 3 assist in 5 partite, l'esterno sinistro completa sin qui il podio della rosa norvegese quanto a valutazione media con 8.12 (dati Sofascore) e supera Odegaard in materia di dribbling (4.4 riusciti a partita, il 73% di quelli tentati).

Invece, è stato Julian Nyerson del Borussia Dortmund a creare più grandi occasioni da rete in assoluto (8). Il terzino classe '97 rientra inoltre nel particolare club degli insostituibili del CT Stale Solbakken. In 7 match disputati finora, è sempre partito titolare e non è mai stato cambiato a gara in corso.

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Stesso discorso valevole per Sander Berge, centrocampista del Fulham che, oltre ad aver collezionato tutti i minuti disponibili nelle suddette gare, primeggia per passaggi riusciti a partita (93.3, addirittura il 95%). Numeri che lo rendono di fatto il vero metronomo della Norvegia, a cui i compagni si affidano maggiormente per impostare il gioco.

Infine, a completare il quadro c'è il tandem di difesa composto da Kristoffer Ajer del Brentford e da Torbjorn Heggem del Bologna. Riprendendo un iconico cartellone pubblicitario della Nike degli anni Novanta, questo sorprendente duo ha reso particolarmente facile il lavoro del portiere della Norvegia. L'esperto Orjan Nyland ha infatti portato a casa sin qui ben 4 clean sheet, suggellati da una media di sole 2 parate totali a partita.

La Norvegia si avvicina al "test" di San Siro, con i Mondiali all'orizzonte

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A questo punto, non resta che vedere fin dove riuscirà a spingersi questa Norvegia. Già un'altra vittoria contro l'Italia nel "test" di San Siro potrebbe certificare la continua crescita di questo gruppo, ma il vero orizzonte resta quello della Coppa del Mondo del 2026. Sarà il primo, vero banco di prova per una squadra che sembra aver finalmente trovato la propria identità. Dalle sue stelle più brillanti ai nomi meno blasonati, ma altrettanto determinanti.