Atalanta-Napoli

Teppismo, scontri e acrimonia: la storia della rivalità tra Atalanta e Napoli

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Sabato 18 alle 20.45 andrà in scena Atalanta-Napoli al Gewiss Stadium, per la ventesima giornata di serie A; fra le due tifoserie non corre buon sangue, e la reciproca competitività in massima serie accende ancora di più l'acrimonia fra i due...
Michele Bellame Redattore 

Sabato 18 gennaio alle 20.45 scendono in campo Atalanta NapoliAtalanta-Napoli varrà per la 21esima giornata del campionato. L'ultimo precedente fra le due squadre risale allo scorso novembre quando, al Maradona, la compagine di Gasperini è stata corsara vincendo per 0-3.

In totale, ci sono state 123 partite fra i due club, ed il bilancio pende a favore del Napoli: questi ultimi hanno vinto 53 volte. Le due squadre si sono incrociate 123 volte fra serie A, serie B e Coppa Italia. Il primo incontro risale al 21 novembre 1937: in quell'occasione, a Bergamo, l'Atalanta vinse 2-0. Ad oggi, Atalanta-Napoli, vale un pezzo di scudetto, visto lo scontro al vertice fra le due squadre. Il Napoli è al primo posto a 47 punti, reduce dalla vittoria contro il Verona. L'Atalanta, invece, dista 43 punti, ed ha pareggiato l'ultima contro la Juventus.

Teppismo e acrimonia: la rivalità territoriale di Atalanta-Napoli

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I dissapori tra le due tifoserie si accendono durante la stagione 1986/87, quando un gruppo di teppisti distrugge il pullman degli atalantini, frantumando tutti i vetri. Pochi anni dopo, nel campionato 1991/92, si verificano nuovi scontri a Bergamo: il bilancio fu di cinque feriti, tra cui un vigile del fuoco, ed un tifoso atalantino di 19 anni. Ancora incidenti si verificano nel 1996/97, quando, prima della partita, un gruppo di napoletani aggredisce un’auto di tifosi atalantini.

Nel campionato 1998/99, i disordini continuano a Bergamo, con un tifoso atalantino di 25 anni, già diffidato, che si costituisce al commissariato dopo gli scontri tra le due tifoserie. Anche nel 2007 si registrano incidenti, quando un gruppo di napoletani, residenti al nord, riesce ad accedere allo stadio nonostante il divieto di trasferta e la chiusura del settore ospiti. Verso la fine della partita, si verificano lanci di oggetti all'interno di uno dei settori dello stadio.

La storia, in breve, del tifo atalantino

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Secondo un sondaggio di StageUp e Ipsos, l'Atalanta risulta essere la decima squadra più tifata d'Italia, con circa 327mila tifosi. La maggior parte dei tifosi dell'Atalanta, proviene dalla città di Bergamo e dalla sua provincia. Il numero di tifosi è in crescita, anche grazie alle ottime prestazioni della squadra da quando si è stabilizzata in massima serie nella seconda metà degli anni 2010. Dal 2002, si svolge la "Festa della Dea", in cui i gruppi organizzati promuovono diverse attività, tra cui alcune raccolte fondi come quella per il terremoto della città di L'Aquila nel 2009, quella per l'ospedale pediatrico di Santa Maria di Rilima in Rwanda, nel 2012, e quella nel 2013 a favore degli alluvionati di Rocchetta di Vara. L'evento, organizzato in estate, è incentrato sulla località bergamasca: dalla musica, alla cucina, senza però distrarsi dal club.

Il Gewiss Stadium ha una percentuale di riempimento del 97,16% nelle partite casalinghe, una delle più alte in Italia nella stagione 2023-2024. La media più alta di pubblico si è registrata nel 1984-1985, con 33.647 spettatori per partita. Il record assoluto di spettatori fu di 45.792 nel 2020, per la partita Atalanta-Valencia in Champions League, giocata allo Stadio Meazza di Milano. Questo incontro segnò anche il record di incasso per il club, con 2.618.951 euro.

La storia, in breve, del tifo napoletano

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Napoli è una delle poche grandi città mediterranee con una sola squadra di calcio. Il sentimento identitario è molto forte, e coinvolge tutte le classi sociali della città: il tifo per l'unica squadra della metropoli campana, unisce e compatta genti diversissime, dai quartieri più ricchi a quelli più popolari. Il tifo e la passione sono accomunati ad una vera fede indiscutibile, che prescinde dalla categoria e da chi veste la maglia azzurra. E' talmente imponente la vicinanza emotiva dei supporters napoletani, che nei gol più sentiti, le urla dei tifosi sono state registrate come dei terremoti dai sismografi della Federico II.

Le origini del tifo organizzato a Napoli risalgono agli anni '60, ma è negli anni '70 e '80, tra l'epidemia di colera del 1973 e il terremoto dell'Irpinia del 1980, che il movimento ultrà prende piede. Un gruppo di giovani tifosi, abituali alle partite in casa, decide di formare un gruppo per rappresentare la città e supportare la squadra. Così nasce il tifo ultrà partenopeo. Pur mantenendo una posizione apolitica, i tifosi napoletani esprimono un forte orgoglio meridionale, come dimostra l'esposizione di una bandiera duosiciliana durante la Champions League 2011-2012, simbolo di un passato di resistenza e indipendenza.

A livello nazionale, secondo il sondaggio "Sponsor Value" del 2024, il Napoli è la quarta squadra di Serie A più tifata, con circa 2,9 milioni di sostenitori. Questo numero è in crescita rispetto agli anni precedenti, dove nel 2023 si erano registrati 3,2 milioni di tifosi. Inoltre, secondo l'indagine di "Demos & Pi", il Napoli ha mantenuto la quarta posizione come squadra più sostenuta in Italia, con una percentuale media di tifosi intorno al 10%. A livello internazionale, si stima che il Napoli abbia circa 45 milioni di tifosi nel mondo, con 200 milioni di simpatizzanti.

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