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Napoli-Juventus: “La madre di tutte le partite”, rivalità senza tempo

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Napoli-Juventus sarà l'anticipo della settimana di serie A, e si disputerà al Maradona di Napoli sabato 25 alle ore 18; il Napoli è capolista del campionato a 50 punti, mentre i bianconeri di Thiago Motta distano 13 lunghezze
Michele Bellame Redattore 

È una partita che ha fatto scrivere i libri, ha fatto sognare i tifosi, magari da bambini che vedevano due squadre completamente diverse: una che collezionava trofei, e magari l'altra che navigava in cattive acque, addirittura in serie B. È stata una partita che ha fatto stampare maglie, che ha fatto commuovere, che ha fatto rendere orgogliosi i napoletani emigrati. È da sempre una partita che contrappone due modi diversi di essere italiani, e di seguire il pallone, sport nazionale.

Napoli-Juventus, non è una partita comune, non è una partita come le altre, e guai a chi dice che la rivalità si sente solo per chi tiene alla maglia azzurra. Nell’ultimo decennio, entrambe le squadre si sono contese i primi posti in classifica, e in più di un’occasione, addirittura il primato in classifica. Dall’inaugurazione dello Stadio San Paolo, già Stadio Del Sole, oggi Stadio Maradona, Napoli-Juventus ha attratto tanta attenzione, e tanto tifo. Anche in stagioni buie, o in semplici tornei amichevoli, questa partita è sempre stata sulle prime pagine dei giornali. Stasera, tra le due squadre distano 13 punti: il Napoli di Antonio Conte, bandiera juventina, è in capo alla classifica di serie A, con 50 punti. La Juventus di Thiago Motta invece, seppur imbattuta, è a 37 punti: vero sì in Champions, ma troppo lontano dalla vetta per una squadra con quel Palmarès.

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Molto simile a LeClassique, il match tra Parigi e Marsiglia, Napoli-Juventus vede contrapposte non solo le città di Napoli e Torino, ma vede contrapposte le vecchie nostalgie di un’Italia prima della unificazione garibaldina. Il potere borbonico, contro il regno sabaudo, omm se nasce e brigante se more, direbbe una vecchia canzone popolare. Napoli-Juventus è vista come una semplificazione storica, che si gioca sul campo di calcio. Il potere nordico e settentrionale, contro l’arretratezza suddista e meridionale. Ma mai suddita.

Napoli-Juventus: i doppi ex

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Fra le due squadre ci sono stati tantissimi giocatori che hanno vestito entrambe le maglie: da Leandro Rinaudo a Omar Sivori, passando per Fabio Quagliarella e Gonzalo Higuaín, e Jose Altafini. Anche due bandiere napoletane come Ciro Ferrara e Fabio Cannavaro. Fra gli ex giocatori vanno annoverati Raffaele Ametrano, Fabio Pecchia, Ivano Trotta, Massimo Carrera, Nicola Amoruso, Daniel Fonseca, Salvatore Aronica, Manuele Blasi, Marcelo Zalayeta,. Ma non solo giocatori: nel 2019, approda sulla panchina della Juventus, Maurizio Sarri, che a Napoli è stato tre anni, ed ha sfiorato uno scudetto, producendo con il Napoli un gioco arioso e spettacolare. Un anno prima, sulla panchina del Napoli c’era Carlo Ancelotti, che è stato alla Juventus come allenatore alla fine degli anni 90, senza lasciare particolari ricordi. Sicuramente l’ex più importante siede sulla panchina del Napoli, Antonio Conte, che alla Juventus è arrivato nel 1991, ha giocato fino al 2004, per poi allenarla tra il 2011 ed il 2014.

Napoli-Juventus, tutto inizia da Omar Sivori, poi Maradona riscattò gli azzurri

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La rivalità calcistica tra Juventus e Napoli è una delle più accese e storiche in Italia, che coinvolge due delle squadre più popolari del paese. Da un lato c'è la Juventus, club torinese con un seguito vasto e diffuso in tutta Italia, e dall'altro il Napoli, rappresentante della più grande città del Sud, che è anche l'unica squadra di questa zona ad aver partecipato in maniera stabile alla Serie A. Sebbene i primi incontri tra le due squadre risalgano alla stagione 1926-1927, è negli anni '60 che la rivalità ha preso piede, soprattutto dopo il trasferimento di Omar Sívori dal club bianconero al Napoli nel 1966.

Il Napoli, che era stato appena promosso in Serie A, si rinforzò con l'arrivo di Sívori e José Altafini, e iniziò a competere ai vertici del campionato. L'incontro del 1º dicembre 1968, vinto 2-1 dal Napoli al San Paolo, divenne celebre per la rissa scatenata da una marcatura dura su Sívori da parte di Erminio Favalli, che portò l'argentino ad essere squalificato per sei turni. Pochi giorni dopo, Sívori annunciò il suo ritiro dal calcio.

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Nel 1972, la rivalità subì un nuovo capitolo quando il Napoli, in difficoltà finanziaria, cedette Dino Zoff e Altafini alla Juventus. La stagione 1974-1975 fu particolarmente intensa: la Juventus travolse il Napoli 6-2 al San Paolo, ma nella gara di ritorno, Altafini segnò il gol decisivo per il 2-1 che regalò il titolo ai bianconeri, guadagnandosi l'appellativo di "core 'ngrato" dai tifosi partenopei.

Negli anni '80 la rivalità si fece più intensa, con il Napoli che, grazie all'arrivo di Diego Maradona, iniziò a competere regolarmente per lo scudetto. Nel 1985-1986, nonostante la Juventus di Platini vincesse il campionato, il Napoli, con Maradona, riuscì a fermare la corsa dei bianconeri, e la stagione successiva conquistò il primo scudetto della sua storia, con una vittoria per 3-1 al Comunale di Torino che segnò simbolicamente il passaggio di consegne ai vertici del calcio italiano. Negli anni successivi, la rivalità si arricchì di altri episodi memorabili, come i quarti di finale della Coppa UEFA 1988-1989, in cui il Napoli ribaltò una sconfitta all'andata e raggiunse la semifinale, vincendo 3-0 al San Paolo.

L'abisso e la rinascita: dalla C, poi la B, e gli scontri scudetto

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Nei primi anni '90, il Napoli, dopo la fine dell'era Maradona, visse un periodo di crisi, con la retrocessione in Serie B nel 1998 e la ripartenza dalla Serie C1 nel 2004, mentre la Juventus rimase ai vertici. La rivalità riprese slancio nel 2006, quando entrambe le squadre si trovavano in Serie B a causa della retrocessione della Juventus per lo scandalo Calciopoli. Tuttavia, entrambe tornarono rapidamente in Serie A, con la Juventus che tornò a dominare il campionato.

Nel decennio successivo, la rivalità si intensificò ulteriormente. La Juventus, tornata forte, iniziò a sfidare il Napoli per il titolo, che sotto la guida di allenatori come Maurizio Sarri, divenne una delle principali contendenti. Nel 2012, il Napoli vinse la Coppa Italia contro la Juventus, mentre nel 2015-2016 e 2017-2018 i due club lottarono fino all'ultima giornata per lo scudetto, con la Juventus che si imponeva sempre nel finale. Durante questo periodo, il Napoli conquistò anche altre coppe nazionali, vincendo la Coppa Italia nel 2020, mentre la Juventus dominava la Serie A con un record di nove scudetti consecutivi.

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Le frizioni tra le due tifoserie aumentarono anche per questioni extra-calcistiche. Il passaggio di Gonzalo Higuaín dalla Juventus al Napoli nel 2016, con un trasferimento record, e l'arrivo di Maurizio Sarri sulla panchina bianconera nel 2019, alimentò ulteriormente la rivalità. La Supercoppa italiana 2012 fu segnata dalla protesta del Napoli, che disertò la cerimonia di premiazione per contestare l'arbitraggio.

Negli anni successivi, la rivalità si arricchì di altri episodi clamorosi, come la vittoria del Napoli nella finale di Coppa Italia 2020 contro la Juventus di Sarri. Il decennio si concluse con il terzo scudetto del Napoli nella stagione 2022-2023, quando gli azzurri batterono la Juventus sia all'andata che al ritorno, conquistando il titolo dopo 33 anni.

La storia, in breve, del tifo napoletano

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Napoli è una delle poche grandi città mediterranee con una sola squadra di calcio. Il sentimento identitario è molto forte, e coinvolge tutte le classi sociali della città: il tifo per l'unica squadra della metropoli campana, unisce e compatta genti diversissime, dai quartieri più ricchi a quelli più popolari. Il tifo e la passione sono accomunati ad una vera fede indiscutibile, che prescinde dalla categoria e da chi veste la maglia azzurra. E' talmente imponente la vicinanza emotiva dei supporters napoletani, che nei gol più sentiti, le urla dei tifosi sono state registrate come dei terremoti dai sismografi della Federico II.

Le origini del tifo organizzato a Napoli risalgono agli anni '60, ma è negli anni '70 e '80, tra l'epidemia di colera del 1973 e il terremoto dell'Irpinia del 1980, che il movimento ultrà prende piede. Un gruppo di giovani tifosi, abituali alle partite in casa, decide di formare un gruppo per rappresentare la città e supportare la squadra. Così nasce il tifo ultrà partenopeo. Pur mantenendo una posizione apolitica, i tifosi napoletani esprimono un forte orgoglio meridionale, come dimostra l'esposizione di una bandiera duosiciliana durante la Champions League 2011-2012, simbolo di un passato di resistenza e indipendenza.

A livello nazionale, secondo il sondaggio "Sponsor Value" del 2024, il Napoli è la quarta squadra di Serie A più tifata, con circa 2,9 milioni di sostenitori. Questo numero è in crescita rispetto agli anni precedenti, dove nel 2023 si erano registrati 3,2 milioni di tifosi. Inoltre, secondo l'indagine di "Demos & Pi", il Napoli ha mantenuto la quarta posizione come squadra più sostenuta in Italia, con una percentuale media di tifosi intorno al 10%. A livello internazionale, si stima che il Napoli abbia circa 45 milioni di tifosi nel mondo, con 200 milioni di simpatizzanti.

La storia, in breve, del tifo juventino

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La tifoseria della Juventus ha svolto un ruolo cruciale nella costruzione dell'identità del club, fin dai suoi inizi alla fine del XIX secolo. Originariamente composta da borghesi e industriali torinesi, la base di tifosi si è estesa in Italia e all'estero, grazie alla crescita del club e al suo successo. Durante il periodo fra le due guerre mondiali, la Juventus ha attirato nuovi tifosi, soprattutto dal Mezzogiorno, grazie all'espansione migratoria e ai successi sportivi degli anni '30. La diffusione dei mezzi di comunicazione e di informazione, come la radio, ha contribuito a rendere la Juventus la squadra con il maggior numero di tifosi in Italia.

Dopo la seconda guerra mondiale, la tifoseria juventina ha avuto una nuova espansione: a cavallo fra gli anni '50 e '60, in seguito ai tanti emigranti meridionali che avrebbero trovato lavoro alla FIAT. La Juventus, in quegli anni, ha avuto il ruolo di integratore sociale. Proprio in quegli anni, si formò il tifo organizzato, e successivamente le rivalità e gli scontri con altre tifoserie, culminando nella tragedia dell'Heysel nel 1985. A partire dagli anni '80, la Juventus ha consolidato una base di tifosi globale, grazie ai successi sportivi, ai miglioramenti nelle telecomunicazioni e alla visibilità internazionale. Oggi, la Juventus conta milioni di tifosi, sia in Italia che all'estero, specialmente nelle comunità italiane emigrate.

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