Delusione

Milan-Inter, una prima con pochi applausi: il derby di Milano ha deluso

Stadio Giuseppe Meazza - San Siro
Uno spettacolo piuttosto deludente in quello che gli appassionati definiscono la Scala del calcio: pochi applausi e troppi ragionamenti
Edoardo Ciriaci

Alla Scala, del calcio sia chiaro, sono abituati a prime di assoluto livello. Ma la sensazione respirando l’aria che tira sulle due sponde del Naviglio è che gli spettatori non aspettassero l’evento con il solito fermento. Milaned Inter rimandano la faccenda al 23 aprile. Solo a quel punto scopriremo chi parteciperà al grande ballo dell’Olimpico. Il derby lascia comunque degli spunti interessanti. C'è una squadra, quella nerazzurra, che non riesce più a vincere nei derby: nei quattro giocati dopo l’addio di Stefano Pioli il bilancio sorride, infatti, ai cugini rossoneri (2 sconfitte e 2 pareggi). I calciatori di Paulo Fonseca prima, e Sérgio Conceição oggi, hanno premuto un interruttore che fino a pochi mesi fa sembrava invisibile ai loro occhi.

Milan-Inter, quanta delusione nel derby alla Scala del calcio

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Affrontano la gara con un altro ritmo, una fame diversa e una solidità tattica che manda in corto circuito i loro avversari. E con un Leão in più. Che quando è nel prime - linguaggio social - non ce n’è per nessuno. In difesa degli allenatori però va ammesso che non sempre lo sia stato quest’anno. Da portoghese a portoghese, i meriti sono anche di Sergio per aver capito che, per bloccare l’Inter, non devi concedergli spazio. Lo ha fatto disegnando un 4-4-2 sul blocco medio che all'occorrenza diventava 5-4-1 per barricarsi e occupare meglio il campo. Risultato? Retropassaggi. Per ricominciare la manovra addirittura da Josep Martinez e cercare di aprire le maglie rossonere.

Milan-Inter, una prima con pochi applausi: il derby di Milano ha deluso- immagine 2

Non a caso il gol del pareggio dell’ex Hakan Çalhanoğlu, neanche troppo scontato se si pensa alle sue ultime prestazioni nella sfida diretta al suo passato, è arrivato con una botta da fuori area. Soluzione di emergenza quando le cose si mettono male. I nerazzurri non vincono ma hanno almeno imparato a non perdere: 2 volte sono andati in svantaggio e 2 volte hanno recuperato. Adesso sta a loro trovare l’interruttore che nella scorsa stagione li ha resi invincibili e campioni. Ma la differenza sta anche nel calendario, fittissimo quello interista, organizzato quello del Milan.

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Inter, fuori una dal tour de force

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La squadra di Simone Inzaghi si lascia alle spalle la prima delle 8 partite da giocare solo ad aprile tra Serie A, Coppa Italia appunto e Champions League. Nel calderone aggiungete la difficoltà di giocarsi una semifinale contro i nemici di sempre e senza personalità di spicco come Lautaro, Dimarco e Dumfries: 30 gol e 17 assist in tre. O forse la scorpacciata quasi quotidiana di calcio ci sta smorzando l’appetito. Si gioca troppo, ne risente lo spettacolo offerto da calciatori strapagati, è vero, ma non comunque costretti a scendere nell’arena come soldati impervi. La stagione è ancora lunga, i trofei in palio molti e la paura di alzare bandiera bianca spesso mette le catene alla motivazione di divertirsi e far divertire.

Il Derby d'andata finisce con un gol per parte! 🤝⚡️#MilanInter#CoppaItaliaFrecciarossapic.twitter.com/kDk55CEfkA

— Lega Serie A (@SerieA) April 2, 2025