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La Cassazione fa pari e patta nel derby del fisco, come la Roma anche la Lazio deve pagare…

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La società di calcio è responsabile del pagamento della imposta per la pubblicità all’interno dello stadio, anche se ha dato il servizio in appalto.

Redazione DDD

Roma Capitale ha vinto il “derby” delle imposte contro la “SS Lazio Spa” che è stata condannata dalla Cassazione (sentenza 37364) a pagare anche per l’anno 2006 l’imposta per le pubblicità fatte grazie ai pannelli a bordo campo, a vari marchi commerciali, tra i quali Tim, all'interno dello stadio Olimpico.

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La Suprema corte aveva preso un’analoga decisione anche per il 2005, malgrado la società biancoceleste, anche in quel caso, avesse fatto presente di aver affidato ad un terzo, la società “Sport +” l’attività di promozione durante gli eventi sportivi. Circostanza che però, non evita alla SS Lazio di restare soggetto passivo di imposta, mentre è "solidamente obbligato al pagamento dell’imposta colui che produce o vende la merce o fornisce i servizi oggetto della pubblicità", come sancisce Il Sole 24 Ore. In una città che vive perennemente di derby, la Suprema corte ricorda che un identico trattamento era stato riservato all’Associazione sportiva Roma, in occasione delle partite del 2004 e 2005.

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