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Derby con la Cina: Hong Kong ricorda ancora il trionfo 1985

di Giuseppe Livraghi – Gli attuali avvenimenti di Hong Kong hanno, semmai ce ne fosse stato bisogno, rimarcato le innumerevoli differenze tra la Cina e l’ex colonia britannica (ora “Regione amministrativa speciale”). Sembrerà...

Redazione Derby Derby Derby

di Giuseppe Livraghi -

Gli attuali avvenimenti di Hong Kong hanno, semmai ce ne fosse stato bisogno, rimarcato le innumerevoli differenze tra la Cina e l'ex colonia britannica (ora “Regione amministrativa speciale”). Sembrerà strano, ma c'è stata un'occasione nella quale la piccola Hong Kong ha avuto la meglio sul colosso (allora geografico, non ancora economico) cinese: nel calcio. Ci si riferisce alle qualificazioni al Campionato Mondiale di Messico 1986, che vedono le due selezioni inserite nel medesimo girone (il 3) valido quale primo turno eliminatorio sulla strada per la rassegna iridata, in compagnia di Macao (altro territorio d'oltremare, in questo caso del Portogallo) e del Brunei: un solo posto in palio per l'accesso al secondo dei tre turni eliminatori. La corsa alla qualificazione è un discorso fra il “Porto profumato” (questo è il significato di Hong Kong) e la Cina, che relegano le altre due compagini a vere e proprie comparse, con Macao che chiude a quattro punti, conquistati con la “Cenerentola” Brunei (fermo a quota zero). Cina e Hong Kong si sfidano già alla prima giornata, il 17 febbraio 1985, nell'allora possedimento britannico, terminando con uno scialbo 0-0.

Da lì in poi, ha inizio la marcia trionfale per entrambe le compagini, con la Cina vittoriosa per 4-0 a Macao, per 8-0 in casa col Brunei, per 4-0 in trasferta con lo stesso Brunei (in una partita disputatasi, però, a Hong Kong) e per 6-0 in casa con Macao, presentandosi con 9 punti e una differenza reti di +22 alla conclusiva e decisiva sfida casalinga con Hong Kong. Dal canto loro, gli hongkonghesi fanno appieno il loro dovere: 8-0 casalingo e 5-1 esterno al Brunei, doppio 2-0 coi dirimpettai di Macao, per un totale di 9 punti, ma una differenza reti +16, il che significa che per la qualificazione è necessario un “colpaccio” sul campo della Cina. La sfida tra “Golia” Cina e “Davide” Hong Kong ha luogo a Pechino, il 19 maggio 1985: quella che doveva consistere in una passeggiata per la Repubblica Popolare, diventa un vero e proprio smacco, con gli hongkonghesi (guidati dal selezionatore Kwok Ka Ming) che vincono per 2-1, grazie alle reti del “piccolo fantasma” Cheung Chi Tak e di Ku Kam Fai, accedendo alla fase successiva, cioè al confronto a eliminazione diretta col Giappone.

Purtroppo, Hong Kong non riesce a compiere un nuovo prodigio, perdendo sia all'andata in trasferta (0-3) sia al ritorno in casa (1-2), dovendo dire addio ai sogni di gloria. Il Giappone, di contro, accede all'ultimo turno, che lo vede eliminato dalla Corea del Sud, la quale stacca il biglietto per il Messico, tornando al Mondiale dopo un'assenza che durava dal 1954. In caso di qualificazione alla manifestazione iridata, Hong Kong avrebbe compiuto una vera e propria impresa, portando al Mondiale la rappresentativa di una colonia (o, se preferite, possedimento d'oltremare), con superficie di solamente 1.104 chilometri quadrati. La bella avventura nelle qualificazioni a Messico 1986 consiste (e, con ogni probabilità, consisterà per sempre, poiché difficilmente ripetibile) nell'apice della storia calcistica di Hong Kong: la sorprendente vittoria esterna con la Cina è tuttora ricordata come “la partita del 5-19”, cioè del 19 maggio, quando la piccola selezione hongkonghese espugnò Pechino.

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