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ACCACCONE: L'ALCHIMISTA SENZA PATRIA

La mamma di Helenio Herrera: salvata in mare, mentre rischiava di annegare…

La storia di un uomo che i ragazzi degli anni Sessanta mettevano sullo stesso piano di Papa Giovanni e di JFK...

Redazione DDD

"di Luigi Furini -

"Il padre Francisco in Argentina non aveva trovato fortuna. E così decide di tornare verso casa. Ma non a Siviglia, da dove era partito, bensì in Marocco, allora protettorato francese. All’arrivo a Casablanca, nello sbarcare dalla nave alla scialuppa, la moglie Maria cade in acqua. Ci sono uomini, vicino alla riva, che potrebbero soccorrerla, ma chiedono soldi, subito. Sennò la donna annegherà in mare. Il povero Francisco dà tutti i soldi che ha e la moglie viene salvata. Helenio Herrera, figlio di Francisco e Maria, in quel momento capisce l’importanza del denaro. Fra averlo e non averlo. Forse per quello, da grande, darà tanta importanza ai soldi. E dopo i soldi? Le donne e la popolarità. Su HH, grande allenatore fra gli anni ’50 e ’70 sono stati scritti interi volumi. Fare un riassunto è difficile. Gioca a calcio fra ragazzini, in Marocco, ma scalzo e con palloni di pezza. Il suo sogno, diventato più grande, è la Francia. Un amico lo aiuta, lui prende il piroscafo e si paga il viaggio facendo lo sguattero. Trova una squadretta e qui comincia una storia un po’ incredibile. La racconta lui stesso in un’autobiografia. Dice HH di aver fatto il giocatore, il preparatore atletico, il fisioterapista, l’insegnante di educazione fisica. Senza trascurare il suo lavoro alla Saint-Gobain. Insomma, sembra che faccia troppe cose. “Una volta – racconta – eravamo sull’1-0. C’era da soffrire. Mi sono messo dietro la linea dei difensori. In Francia lo chiamano 'le beton', il cemento”. Ecco, in quel momento HH ha inventato il catenaccio.

"Ma ci sono anche le vicende familiari. Nel 1937 la madre lo richiama in Marocco. “C’è qui – gli scrive – una ragazza che hai conosciuto in una balera e che è incinta di 8 mesi. La devi sposare”. Helenio obbedisce. Il primogenito Francis nasce a Parigi nel maggio dello stesso anno. HH, poi, avrà altri sei figli da donne diverse. Smette di giocare e diventa allenatore. Prima la Nazionale francese, poi va in Spagna, al Siviglia, all’Atletico e al Barcellona. Finisce in ospedale per una frattura e sul comodino, trova un libro di Ignazio di Loyola, il fondatore dei gesuiti. Scopre che il santo aveva teorizzato e messo in pratica gli “esercizi spirituali”. “Per qualche giorno – pensa – anche i miei giocatori vivranno in comunità come monaci, in spazi verdi e in silenzio”. In pratica, HH è anche l’inventore dei ritiri. Nel 1960 lo vuole l’Inter. I giocatori, ignari dell’inglese, lo chiamano “signor mister”. Vince tutto quanto c’è da vincere, litiga, alza la voce. Se la prende con i giocatori che gli fanno ombra. Prima Angelillo e poi Corso, troppo fuori dal coro. Nel 1968 va alla Roma. Sposa una giornalista che gli darà l’ultimo figlio, Helios. Poi torna all’Inter e ancora al Barcellona. Muore, per un attacco cardiaco, il 9 novembre 1997 all’ospedale di Venezia. E questa è una data certa. Certa non era la data di nascita che aveva sul passaporto (1916) perché era invece nato nel 1910 (ma allora gli uffici dell’anagrafe erano gestiti alla buona).

"Resta da raccontare questo episodio. A metà degli anni ’60 un professore di liceo chiede a un alunno quali fossero i tre uomini più rappresentativi di quel tempo. “Papa Giovanni XXIII, J.F. Kennedy ed Helenio Herrera”, risponde il ragazzo. Il professore è indignato. Ma davvero, in quegli anni, il “Mago” era indicato come il più bravo di tutti, capace di ottenere i massimi risultati”. Che volete farci, quando si è ragazzi...

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