DDD
I migliori video scelti dal nostro canale

ddd

Mimmo Alberti, il padre della rivalità fra Bologna e Genoa: lo fermarono le rivoltelle di Arpinati o le cozze avariate?

Scaricato dal Bologna, Cesare Alberti da tutti chiamato Mimmo rinasce nel Genoa, ma lo Scudetto del 1924-25 diventa una brutta storia...Spareggio Scudetto condizionato dall'amico del Duce e centravanti trovato morto nel suo letto. Per...

Redazione DDD

di Luigi Furini -

A Bologna lo chiamano “Giuda”, a Genova è un idolo. Segna raffiche di gol, ma muore avvelenato. E’ la storia, breve, di Cesare Alberti, detto Mimmo, classe 1904, attaccante del Bologna già nel 1920, a sedici anni appena compiuti. Vediamo perché la sua vicenda arriva ai giorni nostri e anche perché, fra Genoa e Bologna, da allora non corre buon sangue. Mimmo Alberti aveva giocato in tutte e due le squadre. Debutta nel Bologna, lo chiamano in Nazionale, ma nel 1922 si rompe il menisco. Carriera finita? Sì, dicono a Bologna, e gli lasciano il cartellino. Da Genova lo chiama l’allenatore William Garbutt e gli dice che in città c’è il dottor Drago, un luminare che ha rimesso in piedi tanti giocatori inglesi. Mimmo Alberti si fa operare. Il Genoa gli paga le spese a patto che, tornato a giocare, lo faccia con i rossoblù. Il 19 ottobre 1924 Alberti rimette le scarpe con i bulloni e segna due gol al Verona. In quel campionato Genoa e Bologna finiscono a pari punti il girone Nord (ma poi sfidare la vincente del girone Sud per lo scudetto è solo una formalità, vince sempre la squadra del Nord).

La prima gara di gioca a Bologna. Il pubblico grida “Giuda”, al traditore Alberti che, però, non si lascia intimidire e segna due gol. Il Bologna vince il ritorno a Marassi. La “bella” si gioca a Milano. Da Bologna arriva il podestà Learco Arpinati, amico del Duce, vicesegretario del Partito Nazionale Fascista e poi anche presidente della Figc e del Coni. Con lui ci sono le camicie nere, con la rivoltella ben in vista. L’arbitro chiede duecento carabinieri di rinforzo al campo, ma non arrivano. Il Genoa va in vantaggio 2-0. Il Bologna segna un gol “fantasma” (l’arbitro vede la palla uscire in corner, ma, quelli con la rivoltella dicono che è entrata in porta, uscita a causa di un buco nella rete). E, come succede in questi casi, quelli con la rivoltella finiscono per avere ragione. L’arbitro teme disordini, dice ai giocatori del Genoa che scriverà tutto nel rapporto e chiede loro di continuare la gara solo per evitare un’invasione di campo. Poi il Bologna segna il 2-2 e la Figc convalida il risultato. La quarta gara si gioca a Torino. Altro pareggio, ma in stazione, a Porta Nuova, quelli con le rivoltelle sparano sul treno dei tifosi genoani. La quinta gara è a Milano, alle 7 del mattino del 9 agosto. Il Genoa si aspettava di vincere a tavolino e aveva mandato in casa i giocatori. Non così il Bologna, che si era allenato e fa sua la quinta “bella” per 2-0.

E Mimmo Alberti? Segna 18 gol in 31 partite con il Genoa. E comincia anche il campionato successivo. Il 21 marzo 1926, però, alle 4 del mattino, viene trovato morto nel suo letto. “Ha mangiato frutti di mare avariati”, dice il medico. “E’ stato avvelenato da una donna che aveva prima amato e poi lasciato”, dicono ancora oggi a Genova. Invece resta in piedi la diaspora per il campionato nel 1925. Il Genoa lo rivuole (e metterebbe al petto la stella del 10 scudetto). Se ne era occupato il governo Craxi. Poi è arrivata Tangentopoli

Potresti esserti perso