DDD
I migliori video scelti dal nostro canale

IL FILIPPINI PENSIERO

Pioli, Italiano, Pirlo, ma Antonio Filippini pensa soprattutto a Mazzone: “Mai corso tanto come in quel derby”

LIVORNO, ITALY - JUNE 20: Antonio Filippini manager of AS Livorno Calcio gestures during the serie B match between AS Livorno and AS Cittadella on June 20, 2020 in Livorno, Italy.  (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images for Lega Serie B)

Antonio Filippini, ex calciatore di Brescia, Lazio, Livorno e Palermo, tra le tante, analizza tanti aspetti del calcio attuale e rivela aneddoti passati

Redazione DDD

"Pioli sta dimostrando, da un anno a questa parte, di avere una squadra competitiva che può vincere il campionato e lo fa attraverso il gioco. Ovviamente, questo gioco viene valorizzato da Ibrahimovic, che in questo momento sta facendo la differenza. Un solo giocatore però non vince la partita, questa squadra sta mettendo in difficoltà tutti gli avversari che incontra con il gioco, il fraseggio e le ripartenze veloci", sono le prime parole di Antonio Filippini rilasciate al canale Instagram di Taca La Marca, che poi va anche sull'ultimo avversario del tecnico rossonero: "Lo Spezia - che tra l'altro ho incontrato lo scorso anno con il Livorno - è una squadra molto giovane, che gioca molto bene a calcio, il cui filo conduttore è proprio il possesso palla, dominando l'avversario, chiunque esso sia. Italiano sta dimostrando di essere all'avanguardia anche in massima serie e il suo Spezia sta viaggiando molto forte. Ibra? Innanzitutto si allena al massimo delle sue potenzialità, perché a determinate età devi allenarti più degli altri altrimenti appena molli il tuo fisico non risponde più altrimenti non puoi mantenere determinati ritmi. Lui sta dimostrando durante le partite ogni settimana di essere in gran forma e trainare i compagni di squadra, il tutto combinato ovviamente anche alla grande forza mentale che in questo momento fa la differenza".

Antonio Filippini su Mazzone: "È il miglior allenatore che ho avuto: il suo modo di fare, la gestione dello spogliatoio, era carismatico, autoritario ma anche empatico. Aveva questa dote: tutti noi giocatori gli volevamo bene, lo consideravamo più un padre che un allenatore, per cui quando scendevamo in campo davamo tutto per la squadra in cui giocavamo, in questo caso il Brescia, ma anche per il Mister Mazzone. Un aneddoto riguarda anche il grande Roberto Baggio con il quale abbiamo giocato insieme. Un giorno, ricordo, stavamo facendo allenamento, una partitella, quando entrò un cane e lui dalla panchina, con il suo accento romano disse: "Ao' di chi è 'sto cane?" e tutti noi rispondemmo che era del povero Vittorio Mero. Lui si arrabbiò e disse: "Via! Mandate via questo cane!". Esattamente una settimana dopo, sempre di martedì durante la partitella, entrò un altro cane e lui dalla panchina urlò "Ao' sto cane! Ancora sto cane? Di chi è?" e noi "Mister, è di Roberto Baggio!" e lui rispose "Ao', diamoglie da mangia'!". Roberto (Baggio ndr) era intoccabile anche sotto questo punto di vista. In quel derby fra Brescia e Atalanta, eravamo partiti bene, vincevamo 1-0. L'Atalanta però in quel momento era superiore a noi e andò sul 3-1. Poi nel secondo tempo siamo riusciti ad accorciare le distanze e Mazzone mi ha sostituito per fare entrare un'altra punta visto mancavano 5 minuti al termine della partita e voleva pareggiare la partita. Poi sul 3-2 mi disse "Se facciamo il 3 pari vengo sotto la curva" e all'ultimo minuto mi sono goduto tutta questa scena dalla panchina, questo allungo di 50 metri... Devo dire che anche i dirigenti gliel'hanno fatta fare, perché potevano fermarlo ma volevano godersi anche loro la scena e vedere come sarebbe andata a finire. È stato divertente ma anche un po' pericoloso sotto l'aspetto pubblico perché era un derby, poi con l'Atalanta. Per fortuna non è successo niente, poi negli spogliatoi gli abbiamo detto "Mister, da quanti anni non faceva una corsa così lunga?". Saranno stati vent'anni, minimo. Una scena pazzesca, l'hanno fatta rivedere poco tempo fa, una delle più belle del calcio. Come detto prima, oggi con così tante televisioni e "spie tecnologiche" è difficile mantenere i segreti di uno spogliatoio, non è più il calcio di una volta, gli allenatori non possono più permettersi determinate scene".

Pirlo e Baronio alla guida della Juventus - "All'inizio la vedevo una scelta un po' difficile, non avendo mai allenato e partendo direttamente dalla Juventus, che ti impone, oltre che di giocare bene anche la vittoria di tutte le partite (basta un pareggio per essere sotto critiche). Però devo dire che, dopo questi mesi alla guida della Juventus, ha fatto passi da gigante e sta maturando anche molto velocemente grazie anche all'aiuto della società, di Baronio, di Tudor, che ha già allenato. È un allenatore che vuole imparare e ha dimostrato come la Juventus stia cambiando anche pelle, infatti nella gara contro l'Inter abbiamo visto cambiare anche l'idea di gioco. Lo vedo sicuramente molto bene".

tutte le notizie di

Potresti esserti perso