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Servizio nerazzurro ma cuore rossonero: il derby del cronista fra ragione e sentimento

Il lavoro e la redazione chiamano: la prima cosa. Poi, però, fra cori e sciarpe nerazzurre per i nuovi acquisti, il cuore del cronista resta rossonero

Prima l'amore e il rispetto per la professione. Poi i sentimenti di un cronista rossonero in mezzo a bagni di folla nerazzurri: non solo per Nainggolan ma, un anno dopo, anche per Lukaku

Redazione DDD

di Michael Cuomo -

24 Giugno del 2018, una calda sera sovrastata dalle sciarpe nerazzurre all’interno dell’Hotel Melià per l’arrivo di Nainggolan. Ricordo bene e ricordo tutto di quella sera, quando per la prima volta intervenivo in diretta su Telelombardia da ‘interno’. E in conduzione c’era Fabio Ravezzani. Esordio più pesante non ci poteva essere, perché immerso in un bagno di folla che tenderei più a definire “un bagno di follia”: un hotel invaso, tifosi impazziti, un ritorno in auricolare reso quasi impossibile dai cori dei presenti e un filo del discorso in pieno stile acquaplanning a ogni singolo movimento di quella folla.

Un anno dopo Lukaku, altro derby del cuore. E un anno è fin troppo per permettere ai tanti tifosi di qualsiasi squadra di dare un nome al tuo volto. Sulle nostre frequenze non ci tiriamo indietro: abbiamo tutti delle preferenze calcistiche e non ci creiamo problemi a renderle note. La domanda da derby “che ci fai tu qui” quella sera a Malpensa era frequente. Nessun tono minatorio, sia chiaro. Solo qualche sorrisino per ricordarci che il nostro mercato, almeno per ora, non è fatto di bagni di folla ma di scelte mirate incastonate in una linea di pensiero e in un modus operandi coerente e concreto. E a noi piace così.

Il bagno di folla, però, è un qualcosa di bello. È ciò che ci piace di più del calciomercato, soprattutto, come nel caso del belga, quando vinci extra campo una prima sfida stagionale. Il bagno di folla è passione, è tifo, è unione, è un qualcosa destinato a rimanere scritto nelle pagine di storia di quell’annata. In quel momento non pensi mai a come andrà a finire, lasci persino da parte la scaramanzia. Ti lasci solo trascinare da quegli istanti che noi dobbiamo essere pronti a documentare, live e nelle ore a seguire, cercando di trasmettere le stesse emozioni che quei momenti regalano.

Di quei momenti non contano i colori. Conta la soddisfazione e l’orgoglio per averli vissuti e provato a raccontarli. Poi, sì, pensi che sarebbe bello viverli in un paesaggio colorato da chi, sin da bambino, ti ha regalato lacrime e sorrisi, gioie e dolori e persino la possibilità di fare della tua passione il tuo lavoro. Ma pensi, altresì, che un anno fa eravamo noi a dipingere Piazza del Duomo di rossonero e che quella calda sera del 24 Giugno è solo un amaro ricordo. Non è certo un bagno di folla che fa grande il giocatore, ma viva sempre i bagni di folla di qualsiasi colore che alimentano la nostra irrefrenabile passione.

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