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Un’insolita trasferta (da derby?) all’isola di Sakhalin

Tra Russia e Giappone, l'isola che vince il derby della trasferta più lontana delle coppe europee

Redazione Derby Derby Derby

di Giuseppe Livraghi -

Quando si usa il termine “derby” ci si riferisce a confronti tra compagini della stessa città (stracittadina), della stessa provincia, della stessa regione, oppure (nel caso limite di sfide in Coppe Internazionali) dello stesso Stato. In pratica, formazioni provenienti dal medesimo territorio. Ma il contrario di derby quale può essere? Una sfida tra compagini lontanissime, certo, e appunto per questo abbiamo fatto, a mo' di gioco, una ricerca relativa alla più remota compagine possibile partecipante alle Coppe Europee: tale sodalizio è il Sakhalin FC di Yuzhno-Sakhalinsk, formazione militante nella terza divisione (“Vtoroj divizion”) russa. La particolarità della cittadina (poco meno di 195mila abitanti) di Yuzhno-Sakhalinsk è il fatto d'essere ubicata su Sakhalin (da cui la compagine calcistica prende il nome), grande isola posta a Nord del Giappone, dinanzi alle coste dell'Estremo Oriente Russo.

L'isola stessa, della superficie di 76.400 chilometri quadrati per 498mila abitanti, ha la particolarità d'essere stata divisa tra due Stati dal 1905 al 1945: a seguito della sconfitta nella guerra del 1904-1905 col Giappone, infatti, l'Impero Russo dovette cedere ai nipponici la parte meridionale (quella oltre il 50° parallelo Nord) di Sakhalin, che divenne un possedimento dell'Impero del Sol Levante, col nome di Karafuto. Ciò comportò anche il cambio di denominazione di Yuzhno-Sakhalinsk (allora ancora denominata Vladimirovka), che venne ribattezzata Toyohara (“piana prosperosa”). La parte meridionale dell'isola tornò alla Russia (nel frattempo divenuta parte dell'Unione Sovietica) nell'agosto del 1945, quando l'Armata Rossa occupò Sakhalin e le vicine isole Curili: l'ufficializzazione del fatto compiuto si ebbe nel 1951, con la stipula del Trattato di San Francisco (in vigore dal 28 aprile 1952). Ovviamente, ciò comportò l'adozione del nome (tuttora in uso) di Yuzhno-Sakhalinsk, cioè (letteralmente) “Sud di Sakhalin”.

Come si può evincere, qualora il Sakhalin FC dovesse qualificarsi alle Coppe Europee, la trasferta nell'isola sarebbe la più lunga e la più particolare: infatti, pur essendo ubicata nell'Asia Orientale (immediatamente a Nord del Giappone, dal quale è separata dallo Stretto di La Pérouse), Sakhalin figurerebbe come europea, per l'ovvio motivo che la Russia è un Paese transcontinentale la cui Federcalcio è affiliata dell'UEFA. Facendo due conti, l'eventuale sfida tra il Sakhalin FC e gli spagnoli del Tenerife (Canarie) comporterebbe una trasferta (in linea d'aria) di 11.382 chilometri, una coi portoghesi del Maritimo di Funchal (arcipelago di Madera) di 10.944, mentre una con gli islandesi del Grindavík di “soli” 7.636. Per la precisione, la trasferta in quel di Sakhalin sarebbe solamente la più lunga “calcisticamente” ipotizzabile: l'estremo lembo orientale russo consiste, invece, nella Grande Diomede (piccola isola ubicata nello Stretto di Bering), che tuttavia è, per ovvi motivi, sprovvista di compagini in grado di (almeno) fantasticare grandi traguardi.

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