La settimana araba per l'Inter era iniziata nel migliore dei modi con il successo netto contro l'Atalanta che aveva trasformato, per una notte, la compagine di Gian Piero Gasperini in una squadra "normale". Qualcosa si è poi inceppato nella finalissima di Supercoppa Italiana in cui i nerazzurri hanno incassato la terza sconfitta stagionale, la seconda di fila col Milan, dopo il ko in campionato. Gli infortuni, la gestione errata, i cambi, sono diverse le motivazioni che hanno permesso alla squadra di Conceiçao di rientrare in partita e agganciare la Beneamata nell'albo d'oro della competizione (quota 8).
Una mazzata
Inter, il ko in Supercoppa è una mazzata: ma Inzaghi può sorridere
Inter, il ko in Supercoppa è una mazzata
—Il ko in Supercoppa rappresenta una vera e propria mazzata per l’Inter. Come contro la Juventus, è arrivata un'altra rimonta nella fase cruciale del match: in quel frangente, sul punteggio di 4-2, la squadra di Simone Inzaghi aveva permesso ai bianconeri di restare a galla; quello che invece si è verificato a Riyad è ancora più grave, perché si trattava di un derby, perché conducevi 2-0, perché hai perso e perché in palio c'era un trofeo.
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A complicare ulteriormente la situazione c’è il tema infortuni. Le assenze di giocatori chiave come Thuram e Çalhanoğlu si sono fatte sentire in modo evidente, in particolare quella del centrocampista turco, costretto ad abbandonare il campo anzitempo. Il giovane Asllani non è riuscito a sostituirlo degnamente e Zielinski, subentrato nella ripresa, non ha convinto, così come alcune scelte di Inzaghi nella parte conclusiva del match, comprese le sostituzioni di Dimarco, Barella e Mkhitaryan.
Come se non bastasse, le condizioni fisiche di alcuni titolari rappresentano un ulteriore campanello d’allarme. Bastoni e De Vrij hanno lasciato il terrendo di gioco con qualche acciacco, mentre Correa, in crescita negli ultimi allenamenti, ha dovuto alzare bandiera bianca. Tutto ciò accade in un momento cruciale per la stagione: l’Inter è chiamata a mantenere alta la concentrazione per centrare l’accesso diretto agli ottavi di Champions League, evitando lo scoglio dei play-off. Contemporaneamente, in campionato, deve inseguire un Napoli capolista, distante quattro punti, ma con due gare in più rispetto ai nerazzurri, che dovranno affrontare Bologna e Fiorentina nei recuperi. Infortuni, stanchezza fisica e un evidente calo di concentrazione col rischio che il derby arabo possa lasciare cicatrici profonde anche a livello psicologico e incidere negativamente sulla tenuta mentale del gruppo.
... ma Inzaghi può sorridere
—Non tutti i mali vengono per nuocere. La gara contro il Milan ha offerto a mister Inzaghi alcuni spunti interessanti, soprattutto per quanto riguarda il reparto offensivo e, nello specifico, le prestazioni della coppia d'attacco formata da Lautaro Martinez e Mehdi Taremi. I due, prima del derby d'Arabia, avevano giocato insieme soltanto 366 minuti, con un unico exploit nella partita contro la Stella Rossa, ed entrambi hanno riscattato le recenti performance sottotono: l’iraniano è stato una piacevole sorpresa, disputando una partita di alto livello e creando molte difficoltà alla retroguardia del Milan, in particolare a Thiaw, che ha faticato a prendere le misure all’ex Porto.
Lautaro, invece, ha prima trasformato l’unica vera occasione della prima frazione di gioco, un “cioccolatino” servitogli alla perfezione, e poi ha offerto una prova di grande sacrificio, risultando prezioso in entrambe le fasi di gioco. Alla vigilia aveva dichiarato di sentirsi sotto pressione, descrivendo il momento attuale come uno dei peggiori della sua carriera a causa di una media realizzativa discutibile.
Tuttavia, l’argentino ha dimostrato ancora una volta di avere un particolare feeling con le finali di Supercoppa, andando a segno per il terzo anno consecutivi da quando si gioca in Arabia, quattro se si considera anche l’ultima vinta in Italia contro la Juventus. Quando non c’era Lautaro, c’era Thuram; ora i due si sono scambiati i ruoli, e Inzaghi può dirsi soddisfatto così. Una buona notizia da cui ripartire per rimettersi in carreggiata.
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