L'omaggio di Pep Guardiola: "Il mondo ammira Baggio perchè oltre ad essere stato un grande giocatore, è una persona speciale"
Una "persona speciale", un uomo che ha conquistato il mondo non solo per il suo talento calcistico, ma per l'umanità che traspariva dal suo essere. Un campione che, in ogni gesto, ha sempre mostrato qualcosa di più profondo della sua abilità con il pallone tra i piedi.
Brescia è stata una fase cruciale della loro carriera, molto di più di una semplice stagione calcistica. Un incontro di anime, un cenno d'intesa tra due persone che condividono una visione più alta dello sport, fatta di rispetto, passione e dedizione. L'emozione che traspare dai loro sguardi lascia intendere che ad unirli c'è un sentimento che va oltre l'amicizia, un legame fraterno, nato in quei momenti di difficoltà e di gloria condivisa insieme al loro mentore, Carletto Mazzone.
Nonostante un ginocchio che, a detta di Guardiola,sembrava una lavatrice, Baggioera sempre lì, pronto a rialzarsi, anche quando il suo corpo lo tradiva. Quante volte è caduto, quante volte ha affrontato dolori e delusioni, eppure non ha mai smesso di lottare. Non è mai stato il tipo di campione che si crogiolava nella gloria o si lamentava delle difficoltà. In ogni suo sguardo, in ogni suo sorriso, c'era la forza di un uomo che sapeva che il calcio era solo una parte della sua vita, e che la sua vera grandezza stava nella capacità di essere un esempio, dentro e fuori dal campo.
Simbolo di resilienza, genio per la sua capacità di mettere il proprio talento al servizio del prossimo. Quando la vita ci spezza, possiamo trovare la forza di andare avanti e continuare a cercare la bellezza. E forse, è proprio questo che rende Baggio speciale: la sua capacità di essere più di un grande calciatore. Era, ed è, un simbolo di speranza per tutti quelli che, nella vita come nello sport, cadono e trovano il coraggio di rialzarsi.